LAVORO

Si riducono gli sgravi e diminuiscono i contratti a tempo indeterminato

I dati dello scorso febbraio segnalavano un exploit a dicembre, grazie anche agli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità per il 2015 per le assunzioni a tempo indeterminato e alle misure del Jobs act: nell’ultimo mese dell’anno, infatti, si leggeva nell’Osservatorio sul precariato Inps pubblicato a febbraio, le assunzioni con l’incentivo sono state 272.512, oltre il doppio di novembre. Nell’intero 2015 le assunzioni con gli sgravi sono state circa 1,5 milioni, al di là delle attese del Governo, mentre nell’intero anno 2014 il saldo dei posti stabili era stato negativo per 52.137 unità: lo sgravio completo sui contributi Inps per le assunzioni e le trasformazioni a tempo indeterminato è triennale e ha un tetto annuo di 8.060 euro. Nel 2015 ci sono state oltre 2,4 milioni di assunzioni a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni di rapporti a termine e apprendisti) a fronte di 1.684.911 cessazioni (+764.000 posti stabili nell’anno).

Una conferma anche il gran numero della vendita dei voucher nel 2015: sono stati oltre 115 milioni i buoni lavoro destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento medio nazionale, rispetto al 2014, del 66,1%. Il Nord l’area nella quale i buoni lavoro si sono utilizzati di più, con quasi due terzi del totale, ma si è registrata un importante incremento nelle Isole (+85,2%).

In occasione del convegno al Senato in ricordo di Marco Biagi, è stata citata con rimpianto la sua visione, lasciata in eredità agli allievi e alle Istituzioni con le quali collaborava. Nel suo intervento il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, citando proprio la capacità di guardare avanti del giuslavorista ucciso dalle Brigate rosse il 19 marzo 2002, ha invitato tutti gli attori coinvolti a pensare in anticipo a come gestire le grandi sfide poste dalle innovazioni tecnologiche, che metteranno a rischio molti posti di lavoro. L’Associazione fondata dallo stesso Biagi, Adapt, che ha organizzato il convegno con “Amici di Marco Biagi” guidata da Maurizio Sacconi, ha presentato il Rapporto sulla contrattazione che mostra come nel 2015 l’approccio sia stato meno volto a fronteggiare la crisi e più a rilanciare le aziende.

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I dati del 2016

Causa il drastico taglio della decontribuzione, a gennaio c’è stato un calo delle assunzioni permanenti rispetto allo stesso mese del 2015 (il che, tra gli addetti ai lavori, era qualcosa che ci si aspettava): i numeri dell’Inps, che fanno un primo report per il 2016, lo confermano e dicono che a dicembre 2015 nelle aziende ci sono stati 380.000 contratti con la decontribuzione, che a gennaio 2016 sono scesi a quasi 107.000.

Dopo il ridimensionamento delle agevolazioni contributive, nel primo mese del nuovo anno ci sono stati poco meno di 107.000 contratti a tempo indeterminato, il 39,5% in meno rispetto a quanto registrato nel gennaio 2015. Dal 2016, con la nuova legge di Stabilità, la decontribuzione è stata ridotta al 40% e la sua durata è stata ridotta da tre a due anni e le assunzioni non potevano non risentirne: considerando anche i contratti a termine e gli apprendisti, i nuovi rapporti di lavoro sono stati circa 406.000 e sono diminuiti di quasi il 25% rispetto al gennaio 2015.

A fronte di questo rallentamento, il dato almeno in parte positivo è il calo delle cessazioni di contratti: -19% sul gennaio 2015 nel complesso, -14% per quelle a tempo indeterminato. Comunque l’Inps, considerate le attivazioni e le cessazioni, può in ogni caso registrare un saldo mensile positivo di 112.000 contratti complessivi, circa 38.000 per il tempo indeterminato. E’ indubbio che siamo in presenza di una frenata importante rispetto ai 166.000 nuovi contratti del gennaio 2015, 90.000 dei quali stabili.

L’Istituto di previdenza segnala un aumento dei voucher del 36% a gennaio rispetto allo stesso mese del 2015, ma il ministro Poletti ha confermato che ci sarà una stretta: i buoni saranno tracciabili, per essere sicuri che se ne usi uno per ogni ora di lavoro.

Saranno le prossime rilevazioni a far capire se c’è una reale crescita occupazionale e se è vitale per la ripresa economica strutturale, non solo per gli incentivi ricevuti.

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I timori di Unimpresa

Il Centro studi di Unimpresa, commentando i dati diffusi dall’Inps, sottolinea come questi dimostrano che lo scorso anno c’è stato un incentivo significativo che ha fatto volare le assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato e che si è trattato solo in parte di nuova occupazione, poichè una parte dei neoassunti rientrava nell’emersione di lavoro nero e nella regolarizzazione di situazioni parzialmente irregolari. Secondo Unimpresa, ora che le agevolazioni e gli sgravi contributivi non sono più in vigore, si rischia una drastica riduzione, nel 2016 e negli anni successivi, di contratti a tempo indeterminato. Il Presidente Paolo Longobardi ha dichiarato che “Già nelle prime settimane di quest’anno abbiamo registrato, fra le nostre 122.000 imprese associate, qualche segnale di rallentamento sul versante delle assunzioni: gli sgravi sono stati importanti e apprezzati, ma in qualche modo sono una droga e ora che non c’è più la nuova occupazione potrebbe smettere di aumentare

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