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News dall’Italia

IMU, è tempo di saldo. Lunedì 16 dicembre scade il termine per versare il saldo IMU 2019, che si calcola applicando le aliquote fissate dalle delibere comunali,

pubblicate sul sito internet del Ministero dell’Economia, a conguaglio di quanto pagato in acconto. La scadenza coinvolgerà circa 25 milioni di contribuenti proprietari di immobili. In caso di mancata pubblicazione delle delibere, si utilizzano aliquote e detrazioni del 2018. Il versamento può essere effettuato con un bollettino di conto corrente postale (in forma cartacea o tramite il canale telematico di Poste Spa) o con modello F24, arrotondando all’unità di euro e un importo minimo di 12 euro. Per chi paga con F24 i codici tributo sono i seguenti:

3912 Abitazione principale e relative pertinenze (categorie A/1 – A/8 – A/9);

3914 Terreni

3916 Aree fabbricabili

3918 Altri fabbricati

3925 Immobili a uso produttivo Cat. D (Stato)

3930 Immobili a uso produttivo Cat. D (incremento Comune).

Reati tributari e confisca dell’abitazione principale. Secondo la Corte di Cassazione, la presenza di reati tributari legittima la confisca dell’abitazione principale. E’ questo il contenuto della sentenza n. 45707/2019, innescata dal caso di una coppia di contribuenti, indagati per dichiarazione fraudolenta per fatture inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, i quali nel ricorso sostenevano l’errata applicazione della legge penale. Nell’opposizione facevano riferimento agli articoli 321 e 322-ter del codice di procedura penale, collegandoli all’art. 11 del D.lgs. 74/2000 e all’art. 76 del DPR 602/1973, che esclude l’espropriazione dell’unico immobile di proprietà del debitore. La coppia richiama anche la giurisprudenza di legittimità nei casi in cui sostiene che se l’oggetto della alienazione risulta, come nel caso in questione, un bene immobile adibito ad abitazione principale, non si può ravvisare il reato, trattandosi di bene non sottoponibile ad azione esecutiva. Gli Ermellini hanno invece respinto l’opposizione e ritenuto giuridicamente corretta la confisca dell’immobile, ribadendo che la impignorabilità della prima casa vale per l’agente della riscossione e solo in specifiche ipotesi, ma il sequestro preventivo di un immobile utilizzato come abitazione principale stabilito nel contesto di un processo penale, che ha finalità del tutto diverse, è legittimo.

Cedolare secca 10% e immobili colpiti dal terremoto. Applicazione della cedolare secca del 10% per la locazione di immobili ubicati in Comuni colpiti da eventi sismici o altre catastrofi naturali. E’ il tema trattato nella Risposta all’interpello n. 470/2019, nella quale l’Agenzia delle entrate spiega che per applicare la norma agevolativa che riduce l’aliquota della cedolare secca dal 15% al 10%, si deve fare riferimento ai provvedimenti dei Commissari: questi, oltre a indicare criteri e modalità attuative per fronteggiare le emergenze, individuano anche i Comuni colpiti dagli eventi in questione. L’applicazione dell’aliquota ridotta è quindi subordinata, oltre che alla verifica dell’emanazione dello stato di emergenza nell’area in cui si trova la casa affittata, ci si deve rapportare anche al Commissario delegato con l’individuazione dei singoli Comuni. Nel caso di specie, Nella determinazione n. 573/2013 il Direttore dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile ha inserito nella lista dei Comuni colpiti da eccezionali eventi atmosferici anche quello dove si trovano le case di proprietà dell’istante, affittate con contratti a canone concordato, che dunque potrà applicare la cedolare secca al 10%.

Procedura INPS per il Pin ai professionisti. In risposta alle numerose richieste ricevute dai professionisti riguardo agli adempimenti per esercitare l’attività di intermediario come consulente del lavoro (art. 1, comma 1, legge 12/1979), l’INPS ha emanato il messaggio 4440/2019. Gli avvocati che decidono di operare anche come consulenti in materia di lavoro, previdenza e assistenza sociale, per ottenere le credenziali necessarie devono utilizzare una procedura INPS ad hoc; i commercialisti devono presentare una richiesta tramite gli Ordini provinciali. Il primo passaggio, che l’INPS definisce fondamentale per ottenere l’autorizzazione, consiste nell’inoltrare una richiesta all’Ispettorato nazionale del lavoro, seguendo le istruzioni previste dalla nota INL n. 32/2018. Gli avvocati devono inviare una richiesta via Pec all’Istituto, all’indirizzo dc.entraterecuperocrediti@postacert.inps.gov.it, con il seguente oggetto: “Richiesta di autorizzazione a svolgere attività in materia di lavoro previdenza ed assistenza sociale – Avvocato”. Alla richiesta vanno allegati: copia del tesserino rilasciato dall’Ordine professionale; copia del modulo “SC64” compilato (Richiesta assegnazione Pin intermediario abilitato), disponibile nel sito www.inps.it (“Prestazioni e Servizi” – “Tutti i moduli”) e copia del documento di identità. Fatto questo, l’avvocato sarà censito e dovrà recarsi presso qualunque sportello dell’Istituto esibendo il modulo “SC64” e chiedere il rilascio del Pin con l’estensione per operare per i servizi aziendali. Se il professionista, invece, vuole operare come avvocato, ad esempio per la presentazione delle istanze per l’accesso alle prestazioni del Fondo di Garanzia o di ricorsi amministrativi contro provvedimenti dell’INPS, la richiesta autorizzativa è un’altra (circolare 151 del 2013). I commercialisti che intendano svolgere attività di consulenza devono inviare le comunicazioni all’INPS esclusivamente attraverso gli Ordini provinciali che si possono rivolgere all’indirizzo dedicato dc.OrganizzazioneeSistemiInformativi@postacert.inps.gov.it. A parte questo, i passaggi da seguire sono quelli degli avvocati: comunicazione all’INL, poi all’INPS attraverso gli Ordini regionali e infine rilascio del Pin presso uno sportello dell’Istituto.

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