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News dall’Europa

Emergenza sanitaria, proroga per gli aiuti di Stato. Il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato del mese di marzo 2020, ideato a sostegno dell’economia colpita dal Covid, è stato prorogato dalla Commissione

europea per sei mesi, fino al 30 giugno 2021, mentre la parte rivolta alle misure di ricapitalizzazione, dall’originario 30 giugno 2021 sarà applicabile fino al 30 settembre 2021. L’obiettivo, come ha dichiarato la Vicepresidente, Margrethe Vestage, è di permettere agli Stati Membri di sostenere le aziende che subiscono notevoli cali di fatturato contribuendo in parte ai costi fissi non coperti e “di uscire dalle imprese ricapitalizzate mantenendo nel contempo la loro precedente partecipazione”. Il quadro temporaneo introduce meccanismi di flessibilità in materia di aiuti di Stato per affrontare la pandemia e sono stati aggiornati alcuni punti particolari per aumentare il sostegno pubblico a ricerca, sperimentazione e produzione di prodotti utili a combattere la pandemia, salvaguardare posti di lavoro e sostenere l’economia, permettere misure di ricapitalizzazione, potenziare il sostegno alle piccole e microimprese, incentivare gli investimenti privati. Entro il prossimo mese di giugno sarà esaminata l’esigenza di prorogare o adattare ulteriormente il quadro temporaneo alla luce dello stato della pandemia.

Mercato unico e sicurezza dei prodotti. Lo scorso 26 ottobre la Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori ha votato il progetto di relazione sul tema “Affrontare la sicurezza dei prodotti nel mercato unico”. Il progetto sottolinea che la trasparenza e la rigorosa applicazione delle norme Ue sulla sicurezza dei prodotti sono fondamentali per una appropriata protezione dei consumatori e la concorrenza leale tra le imprese. La conformità dei prodotti alle norme di sicurezza deve essere garantita indipendentemente dal fatto che siano immessi sul mercato tramite mezzi online o offline che siano fabbricati o meno nel territorio dell’Unione. Il progetto fornisce una serie di orientamenti generali alla Commissione, soprattutto in vista della revisione della direttiva 2001/95/CE sulla sicurezza generale dei prodotti, rispetto alla quale è prevista una proposta nel 2021.  

Verso la digitalizzazione delle dogane. I numeri dicono che ogni anno l’Unione doganale agevola il commercio di merci per un valore di oltre 3,5 trilioni di euro, nonostante l’esistenza, ancora, di ingorghi burocratici e amministrativi, perché attualmente le formalità richieste alle frontiere esterne spesso interessano autorità diverse responsabili di diversi comparti: conformità dei prodotti, ambiente, salute e sicurezza, patrimonio culturale, agricoltura, ecc. Nel 2018 sono state gestite oltre 34o milioni di dichiarazioni da più di 2.000 uffici doganali dell’Unione europea. Per queste ragioni la Commissione europea intende eliminare questa situazione con la proposta di regolamento per la realizzazione dello Sportello unico telematico ed è al lavoro con l’obiettivo di riformare in maniera digitale il sistema doganale, per arrivare a un mercato unico più efficiente e dinamico attraverso una sola interfaccia in grado di ridurre procedure e costi, digitalizzare e snellire i processi, evitando alle aziende di dover presentare documenti ad autorità differenti utilizzando diversi portali. Inoltre, si mira a rafforzare la cooperazione e il coordinamento tra le diverse autorità, per facilitare la verifica automatica delle formalità non doganali per le merci in ingresso o in uscita. Si tratta del “Sistema elettronico di scambio di certificati a sportello unico doganale dell’Unione europea”, EU CSW-CERTEX, nel quale aziende e operatori potranno caricare dati e moduli riducendo duplicazioni, tempi e spese. Siamo ancora in fase di proposta per un progetto che richiederà investimenti importanti da parte dell’Unione e degli Stati membri. Per la completa operatività si pensa al 2027 2027. (Fonte: eunews.it)

La pressione fiscale in Europa. La Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha elaborato “La top ten della pressione fiscale in Europa”, che conferma quanto noi Italiani sappiamo da tempo (purtroppo). Sul podio, i primi tre posti sono occupati dall’Italia (48,2%), la Danimarca (47,6%) e la Francia (47.3%). Seguono Belgio, Svezia, Austria, Finlandia e Germania con percentuali comprese fra il 45,5 e il 41,6%. In nona posizione troviamo la Spagna con il 32,5% mentre all’ultimo posto (probabilmente assai ben accetto) c’è l’Irlanda con il 22,8%.

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