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News dall’Europa

Nuovi finanziamenti per agricoltura, turismo, commercio e artigianato. Il risultato di un nuovo accordo tra la Banca Europea per gli Investimenti (Bei) e Banco Bpm è un fondo di 500 milioni di euro finalizzato al rinnovamento dell’azienda

e le spese per la gestione dell’attività, a favore di piccole e medie imprese attive in diversi settori produttivi. La ripartizione dei finanziamenti destinati al progetto prevede 200 milioni per le piccole imprese con numero di impiegati fino a 250, 200 milioni in favore delle aziende di medie dimensioni (con un numero di operai compreso tra i 250 e i 2.000) e 100 milioni per le imprese agricole, 1 dei quali riservati agli agricoltori con meno di 41 anni.Possono essere finanziati progetti nuovi e già in corso, purché non ancora ultimati, per costruzione, ampliamento, ristrutturazione dei fabbricati, costi per avvio di progetti di ricerca, innovazione e sviluppo, acquisto di nuovi impianti, macchinari e attrezzi necessari per la produzione, acquisto di materiali, spese, oneri accessori e capitale circolante per sostenere l’equilibrio dell’attività operativa. La durata dei prestiti è fino a 12 mesi.

Vigilanza diretta della Bce per 117 banche della zona euro. La Banca Centrale Europea ha comunicato che dal 1° gennaio 2020 le banche soggette a vigilanza – comprese anche delle controllate di diverse banche di investimento mondiali come Goldman Sachs, Morgan Stanley e Jp Morgan in seguito al trasferimento di parte delle attività da Londra per la Brexit – si riducono da 119 a 117. Le modifiche discendono, oltre che dal trasferimento e consolidamento di gruppi bancari dalla Gran Bretagna nella Ue, da nuove strutture dei gruppi bancari, ritiro di licenze, cambiamenti di normative come la modifica della direttiva sui requisiti patrimoniali, e altri sviluppi nel settore bancario.  

Google e Facebook, l’Antitrust indaga su raccolta e uso dei dati. E’ partita a dicembre, con l’invio di questionari ad hoc, l’inchiesta preliminare antitrust della Commissione Ue per verificare l’osservanza delle regole della concorrenza europea sulla raccolta e l’uso dei dati dei due giganti del web. In particolare, si tratta di appurare in che modo i dati raccolti vengono acquisiti, utilizzati e monetizzati, anche a fini pubblicitari, e di capire come la loro smisurata quantità possa influenzare e mettere in pericolo la capacità dei concorrenti di competere e di entrare nei mercati online.

Il Green Deal per l’ambiente e il clima. Entro il mese di marzo la Commissione europea presenterà la proposta per una legge europea sul clima che contribuirebbe a rendere neutrale quello dell’Unione entro il 2050, ma con una riduzione delle emissioni del 40-50% già nel 2030. Un programma ambizioso e complesso quanto necessario, visto che si vogliono cambiare, migliorandoli, energia, mobilità, sistemi abitativi e alimentari, con la riduzione mirata delle emissioni di gas a effetto serra. Si tratta del programma politico denominato European Green Deal, composto da un pacchetto di misure volte a riformare l’intera legislazione europea, con l’istituzione di un fondo di transizione di 100 miliardi di euro nei prossimi sette anni per favorire il passaggio all’economia verde, che ambisce a far diventare l’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico. La Presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, presentando il programma ha affermato che il programma “è difficile, perciò non si realizzerà dall’oggi al domani, ma porterà posti di lavoro migliori e più qualità di vita per tutti gli europei. Serviranno tempo, consenso e solidarietà”. Anche perché se la lotta ai cambiamenti climatici è uno sforzo comune, non si può trascurare che tra gli Stati membri ce ne sono alcuni fortemente dipendenti da attività ad alta intensità di carbone, come risulta evidente dall’esito del Consiglio dell’Unione dello scorso 13 dicembre, che ha registrato il primo inconveniente, il no della Polonia (l’80% della sua energia proviene da centrali a carbone), che ha dichiarato di non potersi impegnare: appuntamento a giugno 2020.

Sicurezza in Europa, bene l’Italia. Da uno studio di Eurostat, che ha analizzato una serie di dati sulla criminalità nell’Unione europea, risulta che negli ultimi 10 anni in Italia gli aspetti legati alla sicurezza sono migliorati. In generale, tra il 2011 e il 2017 le rapine sono diminuite del 24%, scendendo da 522.000 a 396.000. Per quanto riguarda il numero di omicidi volontari rispetto alla popolazione (ogni 100.000 abitanti), tra i Paesi membri il nostro si trova al penultimo posto dell’Ue, meglio di noi soltanto il Lussemburgo: il triste primato per gli omicidi è appannaggio della Lettonia, seguita da Lituania e Malta. Il numero di omicidi registrato in Italia è sceso da 615 del 2008 a 371 del 2017. Per le rapine la classifica vede “primeggiare” il Belgio con 167 ogni 100.000 abitanti, seguito da Francia con 150, Spagna con 144 e Regno Unito con 115, l’Italia è all’ottavo posto con 51: i Paesi con il minor tasso di rapine sono Slovacchia e Ungheria e Slovacchia (9 ogni 100.000 abitanti). Complessivamente nell’Ue le rapine sono calate del 24% tra il 2011 e il 2017, passando da 522.000 a 396.000.

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