DIGITALE

La svolta digitale: Spid, Pin unico e Anagrafe unica

Nello scorso mese di luglio l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) ha emanato i regolamenti Spid con cui il Sistema Pubblico di Identità Digitale è entrato nella fase attuativa.E da gennaio, ha promesso il Ministro della Pubblica amministrazione Madia

Marianna Madia

– nel giorno in cui si è completata una fase decisiva per il lancio dell’identità digitale, il cosiddetto “Pin unico” – arrivano le prime password che permetteranno di sbrigare le pratiche burocratiche.

Un milione di persone in più in Italia hanno usato internet nel 2015, le cose si muovono nella giusta direzione, non stiamo più fermi” e nei prossimi due anni “la P.A. sarà trasformata sotto il segno del digitale”. Si tratta senza dubbio di una buona notizia, poiché visto il non sempre sereno rapporto tra gli Italiani e internet, finora il Paese si é trovato in ritardo, anche rispetto al resto dell’Europa.

Nel 2014 l’Istat registrava ancora circa 22 milioni di cittadini che non avevano mai avuto accesso sul web, ma nell’ultimo anno sembra che qualcosa sia cambiato: anche se l’anno che può rappresentare una svolta verso il digitale è il 2016, le stime sul 2015, confermate dal ministro della P.A. via Twitter, segnalano un miglioramento della situazione. Nella fascia di età compresa tra i 16 e i 74 anni gli utenti che si muovono regolarmente in rete sarebbero aumentati di un milione.

Lo Spid

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E’ il nuovo sistema di login che attraverso l’uso del cosiddetto “Pin unico” permetterà a cittadini e imprese di accedere con un’unica identità digitale a tutti i servizi online delle pubbliche amministrazioni – dal fisco alla sanità – e delle imprese aderenti, eliminando in tal modo le decine di password, chiavi e codici necessari. L’identità Spid è costituita da credenziali con caratteristiche differenti in base al livello di sicurezza richiesto per l’accesso. Le regole per l’attuazione dell’identità digitale sono state sottoscritte anche dal Garante della Privacy, proprio per assicurare il rispetto della riservatezza. A tal fine sono stati previsti tre livelli di sicurezza, a seconda del servizio: al livello base serve solo il Pin unico, al secondo livello si aggiunge una “one time password” usa e getta, al terzo (nei casi, ad esempio, di trasferimento di fondi o scambio di documenti con dati sensibili) si aggiunge una smart card, un supporto magnetico.

Pubbliche amministrazioni e privati definiranno autonomamente il livello di sicurezza necessario per poter accedere ai propri servizi digitali.

L’identità Spid viene rilasciata dai Gestori di Identità Digitale (Identity Provider), soggetti privati accreditati da Agid che, nel rispetto delle regole emesse dall’Agenzia, forniscono le identità digitali e gestiscono l’autenticazione degli utenti. Per ottenere un’identità Spid l’utente deve farne richiesta al gestore, il quale, dopo aver verificato i dati del richiedente emette l’identità digitale rilasciando le credenziali all’utente. Ciascun gestore può scegliere tra diverse modalità di verifica e i cittadini possono scegliere il gestore di identità digitale che preferiscono.

arton30722 Logo - InfoCert Business PartnerAttualmente le prime tre aziende per ora accreditate da Agid come Identity Provider sono Poste Italiane, Telecom Italia Spa, Trust Technologies Srl e InfoCert Spa, ma nei prossimi mesi potranno aggiungersene altre.

Come sottolinea la Madia, dunque, “Da gennaio credenziali uniche per l’accesso ai servizi online”, con il rilascio delle prime password che permetteranno a chi lo vorrà di eseguire online le pratiche burocratiche, dal pagamento delle tasse al controllo dei referti medici. L’Agid ha comunicato che i servizi pubblici online della PA accessibili tramite Spid dall’inizio saranno oltre 300 e saranno quelli erogati da 6 regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Toscana), Agenzia delle Unknowntelecom-italia-logoEntrate, Inail, Inps e dal comune di Firenze, innescando così un percorso di progressiva implementazione che entro 24 mesi porterà tutta la PA a permettere l’accesso ai propri servizi digitali tramite credenziali uniche Spid.

Dunque, una sola chiave sostituisce tutti i diversi codici oggi esistenti, per accedere online ai servizi pubblici e privati. Basta inserire il nome utente e il “Pin unico”, una password (da aggiornare ogni sei mesi) composta da minimo 8 caratteri, con almeno un numero e un simbolo speciale (%, #, $), mai segni uguali consecutivi, sia lettere minuscole che maiuscole. I servizi cui si può accedere sono quelli pubblici: dal pagamento della Tasi al bollo auto, alla mensa della scuola, dalle prestazioni sanitarie al fascicolo dell’Inps. Lo Spid arriva per raccomanda o via mail, ma l’invio non sarà automatico, si deve fare richiesta al gestore dell’identità digitale: per ottenere lo Spid occorre fornire dati standard come nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita, codice fiscale, estremi del documento d’identità, mail, numero di cellulare. Tutto sarà poi sottoposto a verifica, a vista o per via telematica. L’Agid assicura che lo Spid è a costo zero, ad eccezione della smart card necessaria per il massimo livello di sicurezza.

Le operazioni del 2015

In un comunicato dell’Agid, che ripercorre alcune delle tappe più significative del 2015, leggiamo che dall’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dei piani Crescita Digitale e Banda ultra larga – finalizzati al perseguimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea – sono stati numerose le azioni portate avanti per la digitalizzazione del Paese.

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Dal 31 marzo 2015 è stato esteso a tutte le Pubbliche amministrazioni l’obbligo di emettere, trasmettere, gestire e conservare le fatture esclusivamente in formato elettronico: solo nel mese di novembre sono stati oltre 20 milioni i file fattura ricevuti dall’avvio del sistema, con un margine di errore stabilizzato al di sotto del 10%. Nel mese di giugno Agid ha rilasciato la nuova versione del sito Dati.gov.it, il portale degli open data della PA italiana, rinnovato e riorganizzato comparando le classificazioni di riferimento usate dalla Comunità Europea e quelle di alcuni tra i migliori portali open data mondiali. A settembre sono state emanate le specifiche tecniche con le indicazioni sull’hardware, il software e le tecnologie assistive delle postazioni di lavoro per dipendente con disabilità. Nel mese di ottobre sono state emanate le nuove specifiche attuative delle linee guida per i pagamenti elettronici, mentre continua il percorso di implementazione, da parte delle amministrazioni pubbliche, del sistema PagoPA: secondo i dati presentati nelle ultime settimane hanno aderito oltre 8.500 scuole italiane, 19 tra Regioni e Province autonome e 10 Ministeri, per un totale di circa 10.000 amministrazioni.

La Coalizione per le competenze digitali si è consolidata ampliando i confini del proprio lavoro; secondo le stime di inizio dicembre 864.000 cittadini sono stati coinvolti in attività di alfabetizzazione di base; 72.600 dipendenti della PA e 16.000 piccole e medie imprese sono state coinvolte in attività di formazione avanzata sulle competenze digitali, con 6.400 imprenditori coinvolti in percorsi di sviluppo di competenze di e-leadership.

Dati anagrafici online per i primi 110.000 italiani

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Da metà dicembre per i cittadini di Cesena e Bagnacavallo, due comuni dell’Emilia Romagna, i dati anagrafici saranno disponibili in una forma standard e consultabili in tempo reale dalle tutte le Amministrazioni: diventa quindi una realtà l’introduzione dell’Anagrafe unica, grazie alla quale non sarà più necessario andare di persona agli sportelli comunali.

Nome, cognome, data e luogo di nascita, domicilio, stato civile saranno disponibili in una forma standard: potranno quindi essere archiviabili in una banca dati valida su tutto il territorio nazionale e consultabili in tempo reale da Agenzia delle Entrate, Inps, Inail e Ministero degli Esteri.

Nell’Agenda per la semplificazione, sotto il capitolo denominato “Cittadinanza digitale”, è inserito anche il progetto dell’Anagrafe unica della popolazione residente (Anpr). Oltre alle informazioni tradizionali è possibile indicare anche il “domicilio digitale”, che per ora coincide con la Posta elettronica certificata, ma vista l’evoluzione tecnologica potrebbe anche prendere la forma di una app. L’obiettivo finale della tabella di marcia del Governo – supportato dall’Agid – consiste nell’arrivare entro il 2016 a sostituire le oltre 8.000 anagrafi attuali, tante quanti sono i comuni italiani, con un unico grande database. Il prossimo step è fissato per febbraio, quando nell’Anpr saranno trasferiti altri 23 comuni, il che aggiungerà all’elenco unico oltre 2,3 milioni di cittadini. A metà anno sarà la volta di Roma e Milano, che porteranno la nuova Anagrafe a essere composta da oltre 6,5 milioni di persone: l’operazione dovrà essere completata con i quasi 60 milioni di italiani presenti sul registro unico entro il 2016.

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Significativi i vantaggi per i cittadini: innanzitutto potranno richiedere il certificato anagrafico o di stato civile anche da un comune diverso da quello di residenza e potranno effettuare il cambio di residenza ovunque si trovino. Il comune eviterà di chiedere più volte lo stesso documento, visto che sarà possibile uno scambio di informazioni in tempo reale tra le diverse amministrazioni e inoltre l’anagrafe si trasformerà in un’unica banca dati accessibile a tutta la Pubblica amministrazione, con evidenti benefici in materia di risparmi e di controlli.

 

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