FISCALITA

Il tetto all’uso dei contanti, disputa e nuovo fronte (quanto efficace?) della lotta all’evasione

Neanche un anno fa, siamo intorno alla fine del 2014, la Corte dei Conti ha pubblicato la relazione sugli effetti derivanti dall’azione di controllo fiscale in termini di maggior rispetto della disciplina tributaria (la cosiddetta tax compliance),

tax_compliance_check_up1nella quale, tra l’altro, si evidenziano“le contraddizioni della strategia fino a oggi utilizzata e la sostanziale assenza di deterrenza del sistema di contrasto a causa dell’affievolimento del sistema sanzionatorio e mancato potenziamento operativo dell’apparato di controllo”, soprattutto nei riguardi dei 5 milioni di contribuenti attivi in settori indipendenti. E si legge che “L’evoluzione del sistema implica un diverso ruolo dell’amministrazione fiscale, non più solo orientata a un’azione repressiva e reattiva, ma anche fortemente impegnata a indurre comportamenti coerenti nella fase dell’adempimento”, che induca comportamenti virtuosi dei contribuenti. Scorrendo il testo si apprende poi – ma non si può certo considerare una novità, tutt’altro… – che in Italia oltre il 79% (!) del gettito Irpef proviene dagli stipendi dei lavoratori dipendenti e dalle pensioni.

A tal proposito lo studio sottolinea che il funzionamento del nostro sistema fiscale “si è sensibilmente discostato dal modello teorico, producendo un’ingiustificata grave sperequazione tra il livello di contribuzione del lavoro dipendente e di pensione e quello derivante dallo svolgimento di attività economiche indipendenti. La rilevanza dello scostamento è particolarmente evidente con riguardo all’Irpef, per la quale le ritenute effettuate dai sostituti d’imposta sui redditi di lavoro dipendente e di pensione costituiscono nel 2013 oltre il 79% del gettito totale derivante da adempimento spontaneo e l’Irpef dichiarata per il 2011 deriva per l’81,4% da contribuenti il cui reddito prevalente è di lavoro dipendente o di pensione”. E allora, forse, la novità è il 2,4% di minor gettito assicurato dal reddito fisso in due anni…

Secondo la magistratura contabile è da ritenere desolante lo scenario in cui si inserisce il fenomeno dell’evasione fiscale, “nel quale la correttezza fiscale sembra affidata più alla lealtà del singolo contribuente che ad un organico sistema di regole, alla violazione delle quali si riconnettano adeguate e certe conseguenze sfavorevoli”. Ma il punto forse più demoralizzante della relazione è quello in cui si legge che “l’attività di controllo esercita un’azione deterrente alquanto modesta e di breve durata sul comportamento dei contribuenti (già dal secondo anno l’effetto deterrente scompare). Le cause: pochi controlli, sanzioni amministrative esigue, scarsa efficacia delle sanzioni penali (in gran parte inapplicate per prescrizione), attenuazione della riscossione coattiva, ricorrenza di condoni e sanatorie”. Le stime relative alle manovre di finanza pubblica degli ultimi anni, infatti, “permettono di evidenziare che sugli oltre 200 miliardi di maggiori entrate attese per il periodo 2006-2011, la quota intestata a misure di contrasto all’evasione è pari al 35,5%”.

Risulta assai evidente che quello della Corte dei Conti è un giudizio molto severo in materia di tasse e lotta all’evasione, mentre nel frattempo l’evasione fiscale resta altissima: in Europa è più alta che da noi soltanto in Grecia…

Pro e contro: le motivazioni

02176CS-ULe righe precedenti vogliono fungere da premessa per quella che sembra essere la misura oggetto di maggiore discussione fra quelle inserite dal Governo nella legge di Stabilità causa di polemiche e divisioni fra i politici e gli addetti ai lavori. Infatti, l’annuncio dell’innalzamento del tetto all’uso del contante da 1.000 a 3.000 euro ha sollevato un vero e proprio vespaio, in termini di polemiche tra favorevoli e contrari. Da più parti si sono levate critiche e pareri contrari alla proposta di innalzamento del limite per l’utilizzo del contante, pareri senz’altro autorevoli, tra i quali quello dell’ex Ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, dell’ex premier Bersani, cui si aggiungono, tra gli altri, parlamentari del Pd e anche gli operatori dei pagamenti elettronici.

Tra i favorevoli, invece, il Ministro dell’Economia Padoan (diremmo ovviamente), per il quale “non c’è alcuna correlazione con un aumento dell’evasione”. Parlando al Convegno dei giovani di Confindustria sulla legge di Stabilità, per la quale al momento in cui scriviamo non esiste un testo ufficiale ma circolano soltanto delle bozze, Padoan ha precisato: “C’è chi dice che aumentando il contante aumenta l’evasione: non è vero”.

Il Presidente del Consiglio, Renzi, registra l’appoggio degli industriali e degli alleati del Ncd: “Va nella direzione giusta. Sicuramente favorirà il turismo”, secondo il Presidente di Confindustria, Squinzi. Il Financial Times la definisce come il “nuovo modo per stimolare la tiepida ripresa dell’Italia: il primo ministro italiano vuole permettere ai consumatori di comprare i prodotti più cari del made in Italy, vestiti, scarpe e altri beni di lusso, in contanti”, ricordando al contempo che è una “brusca retromarcia rispetto alla misura varata da Mario Monti nel 2011 e parte della sua strategia per contrastare l’evasione fiscale”.

Secondo la Uil, “La sacrosanta esigenza di rilanciare i consumi non si persegue portando a 3.000 euro l’uso del contante. I consumi si rilanciano dando più reddito a milioni di italiani, per esempio rinnovando i contatti pubblici e privati, tagliando le tasse sul lavoro e ripristinando la rivalutazione delle pensioni”. Contraria anche la senatrice Pd Guerra, Viceministro del Lavoro con Letta e oggi in Commissione Finanze, che dichiara: “E’ sbagliato alzare la soglia del contante, è un libera tutti”, sostenendo di essere contraria “sotto due profili. Da una parte l’evasione fiscale, dall’altra il reato di riciclaggio e autoriciclaggio, che consiste proprio nel mascherare trasferimenti di contante. Alzare la soglia implica soprattutto rendere più facili questi reati”.

Il Presidente di CashlessWay, lassociazione che promuove gli strumenti digitali di pagamento, Geronimo Emili, dice che “Se nella nuova legge di Stabilità fosse realmente sancito l’innalzamento del tetto di spesa effettuabile in contanti, ciò costituirebbe un significativo passo indietro nel percorso di modernizzazione dell’Italia e un inaspettato assist servito dal governo all’economia sommersa del nostro Paese”.

La scelta di dare un tetto ai 3.000 euro è un contributo per rimettere in moto i consumi, far spendere gli stranieri e dare una mano ai commercianti, anche perché molti negozi in questi anni hanno chiuso i battenti.

Decisamente di diverso avviso Lupi e Cicchitto: “La scelta di dare un tetto ai 3.000 euro è un contributo per rimettere in moto i consumi, far spendere gli stranieri e dare una mano ai commercianti, anche perché molti negozi in questi anni hanno chiuso i battenti. Quanto alla lotta all’evasione esistono forti strumenti per porla in atto senza strangolare i commercianti”. Secondo l’Unione industriali di Torino, “La misura annunciata dal governo è positiva perché non è con il limite di mille euro che si combatte l’evasione”.

Registriamo anche il parere del Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha definito l’intenzione del governo di innalzare il limite per l’uso del contante una “scelta sbagliatissima. Sono contrario all’innalzamento a 3.000 euro della soglia per l’uso del contante. Così come la riduzione a 500 euro non ha eliminato l’evasione fiscale. Sono pannicelli caldi. Così non si fa lotta all’evasione, c’è bisogno di stabilità normativa”. Il magistrato ha argomentato che il problema “non è tanto l’aumento in sé della cifra che fa da soglia, quanto le scelte di orientamento diverso prese dai governi a breve distanza l’una dall’altra. Non credo che l’aumento sia di per sé sbagliato, è l’essere arrivati a 500 e risalire a 3.000 che dà l’impressione che purché si spenda, va bene. La questione è che ogni anno le norme vengono sistematicamente cambiate, ma non si può fare questo solo per risolvere problemi di bilancio. La lotta all’evasione ha bisogno di una stabilità normativa, di scelte chiare e continue, non di sali e scendi”.

Come succede negli altri Paesi

europe-63347_640In sintesi, la polemica vede schierati quanti sostengono che la misura sia un passo indietro nella lotta all’evasione e quelli secondo i quali favorisce la ripresa dei consumi. La dichiarazione di Cantone ci fornisce lo spunto per parlare di uno studio della Banca d’Italia che, ancorché risalente al novembre 2013, sintetizza al meglio lo stato dei pagamenti.

Cominciamo con il fare un po’ la storia del limite per il trasferimento di contanti: nell’aprile del 2008 viene ridotto da 12.500 a 5.000 euro, per tornare quasi subito – nel mese di giugno – a 12.500 euro. Da maggio 2010 il tetto inizia la discesa: ecco di nuovo i 5.000 euro, ma dura fino all’agosto 2011, quando si riduce a 2.500 per scendere agli attuali 1.000 dal dicembre dello stesso anno (governo Monti), soglia che dovrebbe essere innalzata a 3.000 euro dal 2016.

La situazione italiana rispetto agli altri Paesi è illustrata da una pubblicazione di Bankitalia, dove si legge che “Rispetto all’Eurosistema si caratterizza per un uso limitato di strumenti di pagamento: solo 71 operazioni annue a fronte di una media europea di 187 (Area Euro 194). Questo dato va letto congiuntamente a quello sull’utilizzo del contante: in Italia l’83% delle transazioni complessive è eseguito in contante a fronte di una media europea del 65%”. Per quanto concerne gli strumenti alternativi alla banconota, lo studio rivela quanto siamo ancora legati a quelli più costosi, come gli assegni: “Sebbene nel nostro paese ci sia una discreta diffusione delle transazioni con carte (il 40% circa del totale), bonifico e addebito diretto sono utilizzati solo per il 15-17%, dato inferiore alla media europea (30%)”.

L’economia sommersa

In Europa i numeri dell’economia sommersa in percentuale rispetto al Pil sono questi: in Italia tocchiamo il 21,1%, in Grecia il 23,6%, in Spagna il 18,6%, in Germania e Finlandia il 13%, in Francia il 9,9%, in Gran Bretagna il 9,7%. La maglia nera se la aggiudica la Lituania (28%), mentre l’Austria risulta il Paese più “virtuoso” (7,5%). E’ interessante, a questo punto, andare a vedere in questi Paesi qual è il limite fissato all’utilizzo dei contanti: Grecia 1.500 euro, Spagna 2.500, Germania e Finlandia nessun limite, Francia 1.000 e Gran Bretagna nessun limite. Lituania e Austria nessun limite.

Probabilmente, e sottolineiamo probabilmente, dalla lettura di questi numeri può sembrare che il rapporto fra il tetto del contante e l’economia sommersa non sia poi così diretto, ma si tratta di una sensazione, perché sono troppi i parametri, i dati e le componenti che ci sarebbero da considerare.

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