EUROPA

Corte dei conti: Ue, saldo negativo e allarme per le frodi sui fondi

Dalla Relazione dei magistrati contabili sui rapporti finanziari tra Italia e Unione europea e sui fondi comunitari la Corte dei conti si rileva che nel 2014 sono diminuiti gli esborsi nazionali, ma ancora più gli accrediti da Bruxelles; il saldo infatti peggiora e risulta sbilanciato verso Bruxelles per un ammontare più che importante, visto che si parla di 5,4 miliardi di euro nel corso del 2014.

In miglioramento la spesa delle risorse comunitarie, ma il fenomeno delle irregolarità pesa su due terzi dei fondi strutturali, mentre quello delle frodi sui fondi Ue “desta allarme anche perché è frequente la mancata realizzazione delle attività finanziate, soprattutto con riguardo ai contributi pubblici”.

 

corte-dei-contijpegLe cause dello squilibrio

Dalle relazione emerge che l’Italia peggiora la posizione di contribuente netto in rapporto ai flussi finanziari con l’Ue nel 2014. La Corte dei conti sottolinea come il Belpaese continui a dare all’Unione più di quanto riceve e che il deficit fra versamenti effettuali e accrediti ricevuti è salito dai 4,9 miliardi del 2013 ai 5,4 miliardi di euro del 2014. Nel documento si legge che “La riduzione dell’apporto italiano al finanziamento del bilancio dell’Unione (-7,5%) non ha evitato il peggioramento della posizione di contribuente netto dell’Italia a causa della notevole flessione degli accrediti ricevuti dall’Ue (-15,1%)” e che sui conti ha inciso anche la voce straordinaria per la quale il nostro Paese, insieme ad altri Stati membri, “ha dovuto continuare a farsi carico di una quota dei rimborsi al Regno Unito per la correzione dei suoi squilibri di bilancio (circa 1,2 miliardi di euro nel 2014, con un incremento di circa il 29% rispetto all’anno precedente)”.

 

L’allarme

Questa la situazione: i fondi europei risultano – purtroppo – utilizzati con il contagocce, spesso in modo disonesto e tra i sistemi utilizzati è frequente la mancata realizzazione delle attività finanziate con i contributi pubblici. In merito alla illecita distrazione dei fondi concessi il rapporto evidenzia che “tale condotta, strumentale all’illecita distrazione dei fondi concessi, danneggia le finalità specifiche delle sovvenzioni, che attengono alla riqualificazione professionale dei lavoratori e allo sviluppo delle attività imprenditoriali”. Nel 2014 la spesa irregolare riguarda per il 65,8% i fondi strutturali, per il 33,3% la politica agricola e per lo 0,9% la pesca; per i settori della Pubblica amministrazione riguarda per il 59% le amministrazioni regionali e per il 41% quelle nazionali.

Vengono però approvate dalla Corte dei conti le contromisure che l’Italia sta ponendo in essere per limitare il fenomeno: “In generale il sistema dei controlli in Italia è risultato efficace anche in raffronto a quanto avviene in altri Paesi membri dell’Unione”, che ritiene però necessario un maggiore coordinamento all’interno dell’Ue per prevenire il fenomeno. “Una valutazione comparativa del fenomeno delle irregolarità in sede europea, postulerebbe la previa armonizzazione dei sistemi di controllo”.

 

Migliora l’utilizzo dei fondi

Il rapporto ha analizzato lo stato di utilizzo dei fondi comunitari relativi ai tre obiettivi strategici per il periodo 2007-2013: Convergenza, Competitività regionale e occupazione e Cooperazione territoriale. Riguardo all’analisi nell’ambito della politica europea di coesione socio-economica per il ciclo di programmazione 2007-2013, lo stato di utilizzo dei fondi comunitari ha evidenziato che per far fronte ai ritardi nell’utilizzo l’Italia, d’accordo con la Commissione Europea, ha ridotto la quota di cofinanziamento nazionale: in tal modo, ferme restando le risorse comunitarie attribuite, si è ridotta la quota delle spese da rendicontare all’Unione e il correlato rischio di disimpegno automatico per gli interventi maggiormente in ritardo.

Secondo la Corte gli ultimi dati testimoniano un miglioramento della situazione sulle spese dei fondi comunitari e, al riguardo, nella Relazione è scritto che “Il processo di attuazione della programmazione 2007-2013 ha dimostrato che un più efficace utilizzo delle risorse è strettamente collegato ad un effettivo miglioramento della capacità progettuale e gestionale, a livello centrale e regionale e in particolare nel Mezzogiorno”.

Per quanto concerne, poi, la programmazione 2014-2020, la Corte osserva che l’Accordo di Partenariato tra Italia e Ue del novembre 2014 “prevede che le criticità dei cicli precedenti vengano superate attraverso una programmazione più trasparente e verificabile, un monitoraggio permanente ed un supporto all’attuazione”.

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