LAVORO

Aumentano i giovani disoccupati e gli adulti occupati

La realtà del mercato del lavoro in Italia nel terzo trimestre 2016 è contenuta nella “Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione”, il documento congiunto pubblicata da Ministero del Lavoro, Istat, Inps e Inail, frutto dell’accordo sottoscritto nel 2015 per armonizzare le informazioni statistiche raccolte da tutti gli osservatori del mercato occupazionale.

L’occupazione migliora nel terzo trimestre, ma non per i più giovani. La fine del 2016 ha visto infatti salire notevolmente il tasso di disoccupazione: secondo i dati Istat, i giovani tornano a trovarsi maggiormente in difficoltà e la crisi del mercato del lavoro continua a colpire la fascia d’età tra i 15 e i 24 anni, visto il tasso di disoccupazione del 39,4%. Di contro, un aumento dell’occupazione viene rilevato tra le donne e, ancora una volta, tra i cittadini con 50 e più anni: non a caso, l’Istat rileva che la crescita su base annua si è concentrata “esclusivamente tra gli over 50”: +453.000 occupati. Rimane stabile l’occupazione per chi ha un’età compresa fra i 35 e i 49 anni.

A ottobre 2016 il tasso di disoccupazione era dell’11,8% e a novembre sale di 0,2 punti percentuali su base mensile, all’11,9%, con circa 57.000 disoccupati in più, che complessivamente nel penultimo mese del 2016 sono poco meno di 3.100.000 (57.000 in più di ottobre e 165.000 in più su base annua).

Cresce anche la stima dei disoccupati, da +0,6% di ottobre a +1,9% di novembre, aumento imputabile a tutte le componenti di genere distribuito tra le diverse classi di età, eccetto gli over 50.

Per quanto riguarda i giovani, i dati segnalano una situazione preoccupante: il tasso di disoccupazione è salito dal 37,6% di ottobre al 39,4% di novembre, il peggiore da ottobre 2015.

Sono sempre di più i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 34 anni disoccupati, nonostante le varie iniziative a favore dell’assunzione dei giovani come il programma Garanzia Giovani o il programma di Alternanza scuola-lavoro.

Ma mentre spicca il peggior tasso di disoccupazione degli ultimi anni tra i giovani, tra i cittadini “meno giovani” con 50 anni e anche più, e le donne si registra, invece, un aumento dell’occupazione. Secondo l’Istat “Si rilevano segnali di crescita per le donne e gli over 50”, con una crescita attribuibile solo ai cittadini che hanno un lavoro dipendente, per i quali, in questa fascia di età, il tasso di occupazione è del 57,3%.

Questo notevole gap tra la situazione occupazionale dei giovani e quella degli ultra cinquantenni si spiega con la riduzione del numero degli inattivi, i cittadini che smettono di cercare un lavoro perché scoraggiate. A novembre il tasso di inattività si è assestato ai minimi storici, a quota 34,8%, gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono calati di 93.000 rispetto a ottobre e di 469.000 rispetto a novembre 2015.

La nota spiega che “l’insieme dei dati provenienti da fonti diverse mette in luce che nel terzo trimestre 2016 il livello complessivo dell’occupazione è cresciuto ancora su base annua e si è sostanzialmente stabilizzato a livello congiunturale”, cioè nella variazione sul secondo periodo dell’anno.

Nel documento viene evidenziato che il tasso di occupazione destagionalizzato è stato del 57,3% negli ultimi due trimestri, in recupero di quasi due punti percentuali rispetto al momento più basso (terzo trimestre 2013, 55,4%) – è stato considerato l’ultimo decennio 2007-2016 – ma che è ancora lontano un punto e mezzo dal momento di picco (secondo trimestre 2008, 58,8%).

 

Quali contratti

Per quanto concerne le tipologie di contratto, nel mese di novembre sono aumentati gli indipendenti e i dipendenti permanenti, mentre sono diminuiti i lavoratori a termine. I dati mensili, precisa l’Istat, confermano un quadro di sostanziale stabilità del mercato del lavoro che si verifica da alcuni mesi. Nel periodo settembre-novembre c’è stato un leggero calo degli occupati rispetto al trimestre precedente: -0,1%, pari a 21.000 persone in meno. Il calo ha coinvolto gli uomini, le persone tra 15 e 49 anni e i lavoratori dipendenti, mentre si sono avuti segnali di crescita per le donne e gli over 50. Su base annua, invece, si conferma il forte aumento dei dipendenti (+1,1%, 193.000 lavoratori in più) e si evidenzia un lieve aumento anche tra gli indipendenti (+0,1%, 7.000 lavoratori in più). La crescita dei dipendenti riguarda sia i permanenti (+0,9%, pari a +135.000), sia quelli a termine (+2,5%, pari a +58.000).

 

Male i giovani, meglio gli adulti

Per i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, il mercato del lavoro stagna: nel terzo trimestre gli occupati sono diminuiti su base congiunturale (-1,1%), su base tendenziale (-0,6%) e in termini di tasso di occupazione, in discesa su base congiunturale dello 0,3%. In termini tendenziali si tratta di 55.000 posti di lavoro in meno rispetto allo stesso periodo del 2015, mentre su base congiunturale sono 29.000 in meno.

Nella popolazione della fascia d’età tra i 35 e i 49 anni il tasso di occupazione sale (+0,1% congiunturale, +0,9% tendenziale), tendenza ancora più evidente per gli over 50 (rispettivamente, +0,2% e +1,6%). Tra i giovani aumentano anche i disoccupati (+42.000 nel terzo trimestre a un tasso del 2,9% e aumento anche su base tendenziale, +6,6%): il tasso cala, invece, per gli adulti (-1,8% su base congiunturale) e per gli ultracinquantenni (-2,8%).

Il commento del Ministro del Lavoro Poletti: “Nel quadro complessivo preoccupa la situazione dell’occupazione giovanile, per cui alla diminuzione del tasso di inattività tra i giovani corrisponde solo un aumento della disoccupazione”.

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I voucher

Nella nota trimestrale congiunta si legge, inoltre, che nei primi 9 mesi dell’anno i voucher venduti sono stati 109,5 milioni, il 34,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2015. I voucher riscossi per attività svolte nel 2015 (circa 88 milioni) corrispondono a circa 47.000 lavoratori annui a tempo pieno e rappresentano solo lo 0,23% del totale del costo del lavoro in Italia. Il numero medio di voucher riscossi dal singolo lavoratore che ne ha usufruito è 29 nel 2015, il che significa che il 50% dei prestatori di lavoro accessorio ha riscosso voucher per 217,50 euro netti (al massimo).

 

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