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All’Italia i primi 10 miliardi per cassa integrazione e lavoro. Lo ha affermato la Presidente della Commissione Ue, Ursula von Der Leyen, dichiarando che il programma Sure è pronto per essere operativo.

In pratica l’Unione europea si rivolge alle aziende dicendo di non licenziate i dipendenti. “Diamo dei sussidi in denaro con i fondi europei per tutto il tempo della crisi”, ha proseguito, assicurando al nostro Paese i primi 10 miliardi sui 27 complessivi da investire nella cassa integrazione e nel sostegno al lavoro.

Nuove norme per le piattaforme di raccolta fondi (crowdfunding). Il crowdfunding risulta sempre più popolare come strumento di finanziamento collettivo alternativo per le start-up e per le piccole e medie imprese nella fase iniziale di crescita aziendale. Un fornitore di servizi di crowdfunding gestisce una piattaforma digitale aperta al pubblico per aiutare i potenziali investitori o finanziatori a trovare i progetti e le aziende che cercano finanziamenti. Recentemente il Parlamento ha approvato in via definitiva l’accordo raggiunto con il Consiglio su nuove regole europee per promuovere le piattaforme di crowdfunding e proteggere gli investitori, che aspirano a sostenere i servizi di crowdfunding a funzionare senza problemi nel mercato interno e a promuovere il finanziamento transfrontaliero delle imprese nell’Unione. L’insieme delle regole verrà applicato a tutti i fornitori europei di servizi di crowdfunding (Ecsp) fino a offerte di 5 milioni di euro, calcolati su un intervallo di 12 mesi per ogni proprietario del progetto in finanziamento. La nuova norma stabilisce che un foglio informativo sugli investimenti, stilato dal proprietario del progetto, venga consegnato a tutti gli investitori e finanziatori che partecipano per ogni offerta di crowdfunding o per ogni piattaforma. I fornitori di servizi di raccolta fondi daranno ai clienti informazioni chiare su rischi e oneri finanziari che potrebbero incontrare, compresi i rischi di insolvenza e i criteri di selezione dei progetti. Ciascun Ecsp dovrà chiedere l’autorizzazione all’autorità nazionale competente dello Stato membro in cui è stabilito: tramite una procedura di notifica in un Paese membro, l’Ecsp potrà fornire i propri servizi anche a livello transfrontaliero. I compiti di vigilanza saranno di competenza delle Autorità nazionali della concorrenza, mentre l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) coordinerà la cooperazione tra i vari Stati. Le norme cominceranno a essere applicate un anno dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale Ue.

Salario minimo europeo, la competenza resta ai Paesi membri. Poiché le politiche per il lavoro e l’occupazione sono e restano competenza degli Stati membri, la proposta di direttiva della Presidente von Der Leyen non pone obblighi e resta circoscritta allo stabilire criteri omogenei per i Paesi che già prevedono salari minimi, mentre per quelli che non lo prevedono (Italia, Austria, Svezia, Finlandia, Danimarca e Cipro) tutto resta come prima. La proposta della Commissione si limita a fissare i parametri da seguire nella definizione del salario minimo, in pratica è un intervento per armonizzare i sistemi vigenti a livello nazionale. La tutela del salario minimo continuerà a passare attraverso contratti collettivi o disposizioni legali, nel totale rispetto delle competenze nazionali e dell’autonomia delle parti sociali. Ai Paesi membri viene chiesto di adottare le misure necessarie per garantire l’aggiornamento regolare e tempestivo dei salari minimi per garantirne l’adeguatezza. (Fonte: eunews.it)

Uso dei fondi e rispetto dello stato di diritto. I deputati del Parlamento europeo hanno discusso con il Consiglio e la Commissione le proposte per collegare l’uso dei fondi Ue al rispetto dello stato di diritto, ritenendo non sufficienti le proposte del Consiglio. All’origine della proposta le ripetute violazioni dello Stato di diritto, la corruzione e la disinformazione presenti in alcuni Stati, che impongono all’Unione il dovere di proteggere il bilancio Ue per i cittadini e i contribuenti. Consiglio e Parlamento si sono finalmente trovati sulla stessa sintonia riguardo alla necessità di creare uno strumento ad hoc. Non è stato invece trovato l’accordo nel corso dei negoziati sul prossimo bilancio a lungo termine dell’Unione (Quadro finanziario pluriennale) e sulle risorse proprie (OR).  

Meccanismo vincolante per proteggere i valori Ue. Sono diversi anni (dal 2016) che il Parlamento sta chiedendo un meccanismo permanente per proteggere la democrazia collegato alla protezione del bilancio dell’Unione europea. Il Parlamento propone raccomandazioni annuali specifiche per Paese, che potrebbero far scattare il meccanismo di protezione dei valori Ue, procedure di infrazione e la condizionalità di bilancio. Il nuovo “Ciclo di monitoraggio annuale” dovrebbe prevedere aspetti preventivi e correttivi, basati su raccomandazioni specifiche per Paese, con scadenze e obiettivi legati a misure concrete, tra le quali i procedimenti di infrazione e la condizionalità di bilancio, una volta in vigore. I deputati aspetteranno che la Commissione presenti una proposta legislativa sulla base di questa risoluzione.

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