ECONOMIA FISCALITA

Riforma IMU, dal 2025 drastica riduzione delle aliquote e semplificazioni

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale è entrato in vigore il decreto del Ministero dell’Economia che individua le caratteristiche in materia di IMU in base alle quali i 7.904 Comuni italiani possono diversificare le aliquote: all’interno del portale del federalismo fiscale – nell’apposita sezione denominata “Gestione IMU” – è disponibile l’applicazione informatica attraverso la quale i Comuni possono elaborare e trasmettere il Prospetto delle aliquote per l’anno di imposta 2025.

In particolare, vengono modificate e integrate le condizioni in base alle quali i Comuni, chiusa la fase sperimentale avviata nel corso degli anni 2023 e 2024, possono introdurre ulteriori differenziazioni all’interno di ciascuna delle casistiche già previste dal decreto ministeriale del 7 luglio 2023.

La riduzione delle aliquote

Dal 2025 l’IMU subirà una notevole trasformazione e semplificazione, grazie all’applicazione delle novità introdotte dal decreto del Mef: un sistema semplificato e più snello per la gestione delle aliquote e la loro più che significativa riduzione, che le vedrà scendere da 250.000 (!) a 128.

Un taglio decisamente draconiano, tramite il quale si punta a semplificare il complesso sistema di tassazione locale e a rendere uniformi le regole su tutto il territorio nazionale, e che va a eliminare definitivamente le diffuse distorsioni verificatesi a livello locale anche a seguito della eccessiva autonomia tributaria sull’imposta, che ha permesso ai Comuni di introdurre innumerevoli variazioni nelle aliquote IMU.  

Per le amministrazioni comunali che non si adegueranno alle nuove disposizioni, con decorrenza da gennaio 2025, sono previste l’applicazione di un’aliquota standard, senza gli aumenti locali, e una notevole perdita di gettito (stimata in circa 4,2 miliardi di euro).

Nuove aliquote e vantaggi

La novità più rilevante contenuta nel decreto sull’IMU semplificata consiste nell’introduzione di 128 nuove tipologie di immobili soggetti all’imposta (Allegato A del decreto), che vanno a sostituire le precedenti migliaia, il che permetterà ai Comuni di avere una gestione più lineare, di facilitare l’applicazione delle aliquote e semplificare le incombenze amministrative dei contribuenti, che potranno avere i seguenti vantaggi:

– una diminuzione del rischio di errori, grazie alla riduzione del numero di aliquote che rende il calcolo dell’imposta più semplice e chiaro;

– la fine delle disparità territoriali e l’uniformità del carico fiscale su tutto il territorio, senza più differenze tra i vari Comuni;

– una riduzione delle incombenze burocratiche, poiché la semplificazione di aliquote e categorie permette di evitare la complessità nella gestione dell’imposta.

Con la individuazione delle 128 nuove categorie, possono identificati con maggiore precisione le tipologie di immobili imponibili o esenti dall’imposta.

Gli immobili, dunque, vengono ora suddivisi in base alle destinazioni d’uso, tra le quali troviamo quelli:

– residenziali, come le abitazioni principali, le seconde case, gli immobili di lusso e le case vacanza;

– a uso commerciale, come i negozi, gli uffici i magazzini e i capannoni;

– per la produzione di energia, come le centrali elettriche e fotovoltaiche, e altre strutture simili, con specifiche regolamentazioni per l’IMU;

– destinati a scopi pubblici e sociali, come gli ospedali, le scuole, gli edifici comunali e le strutture sanitarie.

I Comuni potranno variare le aliquote soltanto all’interno di queste categorie, pur con un margine di flessibilità per specifici casi individuati dalla norma.

Dal prossimo anno, in pratica, poiché i Comuni dovranno adottare le nuove delibere uniformandosi alle nuove 128 aliquote, dovranno redigere una delibera di approvazione delle aliquote IMU attraverso l’elaborazione del Prospetto, avvalendosi di una apposita applicazione informatica fornita resa disponibile dal Mef nel portale del federalismo fiscale.

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