Ravvedimento speciale, la riapertura dei termini scade il 20 dicembre
Con una modifica alla disciplina del ravvedimento operoso, la legge di bilancio 2023 (n. 197/2022) ha introdotto il cosiddetto ravvedimento speciale, ovvero la possibilità di regolarizzare le dichiarazioni dei redditi relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e quelle relative ai periodi precedenti validamente presentate anche se contenenti violazioni sostanziali, come l’omissione o l’errata indicazione di alcuni importi: è il caso, ad esempio, di una dichiarazione tardiva o infedele, di una omessa o infedele fatturazione, un’indebita detrazione dell’IVA, ecc.
Per il versamento dell’importo da pagare, composto dall’imposta, gli interessi e le sanzioni, ma ridotte a 1/18 del minimo edittale irrogabile, la scadenza originaria era fissata allo scorso 2 ottobre (l’originario 30 settembre era un sabato), data entro la quale si poteva saldare l’intera somma a debito o pagare la prima delle otto rate trimestrali di pari importo, con l’interesse del 2% annuo.
Il differimento nel decreto proroghe
La legge 170/2023, di conversione del Dl 132/2023 (decreto proroghe), ha reso operativa la proroga della scadenza per accedere al ravvedimento speciale, spostandola al 20 dicembre: è questo il termine ultimo entro il quale effettuare la definizione agevolata di irregolarità e omissioni dichiarative attraverso il versamento, questa volta in un’unica soluzione, dell’importo dovuto.
In particolare, la modifica introdotta dalla legge di conversione 170 prevede che “i soggetti che, entro il termine del 30 settembre 2023 non hanno perfezionato la procedura di regolarizzazione di cui alla legge bilancio commi da 174 a 178 (adesione al ravvedimento speciale) possono comunque procedere alla predetta regolarizzazione, fermo restando il rispetto delle altre condizioni e modalità previste dalla norma sopra richiamata, se versano le somme dovute in un’unica soluzione entro il 20 dicembre 2023 e rimuovono le irregolarità od omissioni entro la medesima data”.
Il ravvedimento speciale permette la regolarizzazione degli errori commessi nelle dichiarazioni dei redditi regolarmente e validamente presentate dai contribuenti per il periodo d’imposta 2021 e periodi precedenti, con la riduzione delle sanzioni ridotte a 1/18 del minimo (e, come si è detto, una dilazione in otto rate nella prima versione).
Grazie al differimento dei termini, chi non ha pagato il saldo a debito o la prima rata entro la scadenza dello scorso 2 ottobre, ha ancora qualche giorno a disposizione per poter regolarizzare la propria posizione.
La modifica introdotta, che ha eliminato la possibilità di rateizzazione, permette a quanti non sono ancora in regola di effettuare il pagamento entro il 20 dicembre 2023, ma soltanto in unica soluzione.
I contribuenti che intendono sfruttare la nuova scadenza, quindi, entro tale data devono:
– presentare le dichiarazioni integrative e rimuovere eventuali irregolarità e omissioni;
– versare le maggiori imposte, gli interessi e le sanzioni nella misura ridotta a 1/18.
Il ravvedimento speciale
Queste le condizioni previste per beneficiare della sanatoria:
– dichiarazioni validamente presentate, anche se tardive, ma nei 90 giorni;
– violazioni sostanziali (non formali) e riguardanti soltanto i tributi amministrati dall’Agenzia delle entrate;
– violazioni non già contestate, alla data del primo o unico versamento, con atti di accertamento o di recupero, di liquidazione, compresi gli atti di irrogazione di penalità, di contestazione e gli avvisi bonari (o direttamente le cartelle di pagamento) relativi alle somme dovute;
– riguardare anche errori commessi per spese deducibili e/o detrazioni di imposta;
– presenza di irregolarità riguardanti anche il mod. 770;
– esclusione delle dichiarazioni omesse; – preclusione di utilizzo per l’emersione di attività finanziarie e patrimoniali costituite o detenute all’estero.