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Operazioni intra Ue e archivio VIES: le lettere delle Entrate

Il sistema VIES – Vat Information Exchange System, Sistema per lo scambio di informazioni IVA –

è una banca dati nella quale sono raccolte tutte le attività gestionali degli operatori economici residenti o identificati o rappresentati fiscalmente nel territorio dell’Unione Europea, accessibile a tutti gli operatori registrati, che permette di controllare l’effettiva esistenza dei clienti/fornitori e di verificare le partite IVA comunitarie e l’affidabilità dell’azienda. Sono obbligati all’iscrizione al tutti i “soggetti IVA che esercitano attività impresa, arte o professione, nel territorio dello Stato, o vi istituiscono una stabile organizzazione” che scambiano beni e/o servizi con operatori di altri Paesi membri dell’UE allo scopo di poter compiere operazioni intracomunitarie.

Permette alle aziende dei Paesi Ue di ottenere un identificativo fiscale europeo, da utilizzare negli scambi di beni e servizi fra gli operatori e serve, inoltre, per verificare la corretta applicazione dell’IVA negli scambi di beni e/o servizi fra società di Paesi membri diversi. Oltre, quindi, ad agevolare e semplificare l’attività delle aziende, rappresenta per le autorità fiscali uno strumento per contrastare le frodi IVA internazionali, le cosiddette “frodi-carosello” e l’evasione dell’imposta. Infine, il VIES costituisce uno strumento di verifica delle partite IVA comunitarie, che permette di evitare accertamenti fiscali e sanzioni quando, negli scambi con imprese di altri Stati membri, ci si imbatte in operatori poco affidabili o privi dei requisiti per essere considerati intracomunitari, anche se l’iscrizione al sistema non sottrae gli operatori nazionali dall’obbligo di verificare la validità, a livello intracomunitario, della partita IVA del cliente/fornitore residente in altro Stato Ue con il quale scambia beni o servizi.

Con un comunicato stampa del 3 ottobre l’Agenzia delle Entrate ha reso noto l’invio – dopo una prima fase di controlli sulla banca dati degli operatori autorizzati a compiere operazioni intracomunitarie – di circa 60.000 lettere per altrettanti soggetti IVA “che mostrano caratteristiche di apparente inattività” che non hanno presentato elenchi riepilogativi nel 2015: in sostanza, le aziende destinatarie della missiva sono quelle che, pur essendo iscritte da anni non risulta abbiano effettuato alcuna operazione all’estero nell’ultimo anno.

Nella lettera è scritto che saranno cancellati dall’archivio VIES, come previsto per quanti non hanno presentato neanche un elenco per quattro trimestri consecutivi. La partita IVA viene cancellata dopo 60 giorni dal ricevimento della comunicazione, entro i quali il contribuente intenzionato a conservare l’iscrizione può fornire all’ufficio delle Entrate la documentazione relativa alle operazioni intra effettuate (e pagare le relative imposte) o idonei elementi su quelle in corso o da eseguire. E’ comunque possibile – prosegue il comunicato – chiedere la riammissione nella banca dati, sempre gratuitamente e direttamente in via telematica tramite Fisconline o Entratel o attraverso gli intermediari abilitati. Anche perché la cancellazione dal VIES comporta la impossibilità di far riconoscere la propria partita IVA negli altri Paesi e il conseguente blocco di attività fuori dai confini nazionali.

Quelli che sono stati denominati “esportatori fantasma” – chi esporta prodotti in Europa senza dichiarare l’operazione al Fisco – sono avvertiti.

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