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Contributi a fondo perduto, i chiarimenti dalla circolare. Le modalità di accesso e di fruizione dei contributi a fondo perduto previsti dal decreto legge 41/2021 (il primo decreto sostegni) sono state l’oggetto dei chiarimenti
forniti dalle Entrate con la circolare n. 5/E del 14 maggio 2021, anche per rispondere ai dubbi degli operatori, chiamati a districarsi in una selva di bonus e aiuti di diverso tipo e natura. Ecco, allora, che nella circolare si chiarisce, tra le altre cose, che nel calcolo dei sostegni non vanno considerate le somme erogate nel 2020 dai vari decreti rilancio, agosto, ristori e Natale: gli importi ricevuti non concorrono alla determinazione di ricavi, neppure ai fini del calcolo della riduzione del fatturato medio, e inoltre non devono essere inclusi tra i ricavi in base ai quali si determina lo scaglione di reddito a cui applicare l’aliquota di ristoro. Non devono inoltre essere considerati per stabilire la soglia di accesso al regime forfettario e, quindi, non rilevano nel computo dei ricavi o compensi fino a 65.000 euro. Lo stesso dicasi per il requisito dei limiti di ricavi per la tenuta della contabilità semplificata. Sono esclusi dai parametri di calcolo per l’accesso al fondo perduto anche le diverse agevolazioni Covid, tra le quali il bonus affitto, i crediti d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro o la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione, l’indennità di maternità, ecc. Sono invece rilevanti, si legge nella circolare, ai fini del calcolo dell’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi 2019 e 2020, i rimborsi spese (viaggio, vitto alloggio, ecc.) addebitati in fattura al committente. Tra i casi particolari di calcolo troviamo quello delle associazioni sportive dilettantistiche: nel calcolo del contributo vanno considerati soltanto i ricavi rilevanti ai fini IRES, mentre sono esclusi i proventi non conseguiti nell’esercizio di attività commerciali.
Assegno unico per i figli, avvio parziale e appuntamento al 2022. L’assegno unico e universale da 250 euro al mese (come importo massimo) per ciascun figlio fino a 21 anni di età è stato bloccato, oltre che dai problemi connessi all’emergenza pandemica, dalle difficoltà della riforma delle misure per le famiglie, che vede ancora in bozza i relativi decreti attuativi. Se ne è fatto un gran parlare, doveva partire nel prossimo mese di luglio, stanziati i 3 miliardi necessari, ma poi il cambio di programma e il rinvio, solo parziale, però. Da luglio 2021 entrerà in vigore per lavoratori autonomi e disoccupati, attualmente privi degli assegni familiari, con l’estensione a tutti i lavoratori è previsto per gennaio 2022. Slitta dunque al prossimo anno la razionalizzazione delle agevolazioni, con la scomparsa delle detrazioni d’imposta per i figli a carico e degli assegni familiari, sostituite dall’assegno unico universale ai figli (Auuf) e da gennaio tutte le famiglie riceveranno un assegno comprensivo anche delle detrazioni fiscali. Per il 2021 restano confermate le “vecchie misure”: detrazioni fiscali per i figli a carico, bonus bebé e premio alla nascita. Destinatari dell’assegno unico – modulato sulla base del reddito familiare e riconosciuto a entrambi i genitori e ripartito al 50% – saranno tutti i cittadini italiani, dell’Unione europea e gli extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo, di lavoro o di ricerca, residenti in Italia da almeno due anni anche non continuativi, per i figli a carico dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età. La novità è che, oltre ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, lo riceveranno anche liberi professionisti, autonomi e disoccupati.
Artigiani e commercianti, in agosto la prima rata dei contributi INPS. Con un messaggio del 13 maggio l’Istituto previdenziale ha annunciato che gli iscritti alle Gestioni speciali autonome di artigiani e commercianti potranno pagare la prima rata dei versamenti dovuti entro il 20 agosto (dall’iniziale 17 maggio). Si è ancora in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo sull’esonero contributivo per il 2021, rivolto a lavoratori autonomi iscritti all’INPS e ai professionisti in albi e ordini iscritti a casse private con i seguenti requisiti: reddito complessivo lordo imponibile ai fini IRPEF non superiore a 50.000 euro e calo del fatturato o dei corrispettivi nel 2020 non inferiore al 33% rispetto a quello del 2019. Tra i destinatari anche il personale medico-sanitario in pensione richiamato per l’emergenza sanitaria, che sarà esonerato per il periodo di lavoro.

Nel 2020 il boom degli acquisti online. Nel corso della recente edizione del Netcomm Forum sono stati resi noti i dati sulle vendite online nel nostro Paese, che come nel resto del mondo, hanno ricevuto una spinta notevole dagli effetti della pandemia: +3,4% per un totale 32,4 miliardi di euro. Rispetto al 2019, +1,9 miliardi per Informatica ed Elettronica di consumo, +1,3 miliardi Food&Grocery, +1,1 miliardi Arredamento e Home Living. Di contro, per Turismo e Trasporti un drastico calo di oltre 6,5 miliardi rispetto al 2019. Gli operatori che nel 2020 si sono affidati completamente o solo in parte alla vendita digitale sono stati premiati dai ricavi delle vendite e delle attività legate all’e-commerce.