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Ministero del Lavoro, dal 15 novembre accessi online Spid-Only. Si è già scritto, nelle pagine della nostra rivista, che i vari enti della Pubblica amministrazione abbandoneranno le proprie credenziali per l’accesso ai

servizi digitali dal 28 febbraio 2021, quando il Sistema Pubblico di Identità Digitale (Spid) diventerà l’unico strumento per accedere e per identificarsi nei rapporti con la PA. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali aveva deciso di transitare verso il sistema di autenticazione unico già nei primi mesi dell’anno in corso ma l’avviamento, previsto per il 15 marzo 2020, è stato bloccato dall’emergenza sanitaria. Nella circolare del 1° settembre (“Avviamento del Sistema Pubblico di Identità – Spid”) il Ministero del Lavoro fissa al 15 novembre la data per il passaggio definitivo dalle “vecchie” credenziali a Spid, illustrando come funzionerà la transizione: la data del 15 novembre è stata concordata dopo un confronto con il Ministero per l’Innovazione tecnologica, l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) e l’INPS. Il dicastero utilizza un proprio sistema di accreditamento delle credenziali di accesso ai servizi on line e telematici, costituito da una user Id e password che permette a cittadini, imprese, pubbliche amministrazioni e intermediari di usufruire direttamente dei servizi loro dedicati, presenti nelle piattaforme tecnologiche di erogazione dei servizi telematici, fra le quali cliclavor (www.cliclavoro.gov.it) e servizi lavoro (www.servizi.lavoro.gov.it). Finora l’accesso era consentito anche con i tre usuali strumenti di autenticazione: Pin INPS, user Id e password e Spid, anche se quest’ultimo è già utilizzato come unico sistema di autenticazione nel Sistema informativo del reddito di cittadinanza. Questo passaggio “anticipato” a Spid come unico strumento di autenticazione è risultato congruo in considerazione delle attività già effettuate per il previsto avvio del 15 marzo, del fatto che tutti gli intermediari sono già in possesso di Spid e del completamento delle attività di adeguamento tecnologico di alcuni sistemi informatici in uso ai servizi sociali. E’ motivato inoltre – si legge nella circolare – dai vantaggi per gli utenti: cittadini, Pubbliche amministrazioni, imprese e intermediari potranno interagire non solo con il Ministero del lavoro, ma anche con l’intero sistema pubblico e con i soggetti privati che aderiscono, “costituendo di fatto un sistema aperto agli sviluppi europei. Infatti, l’identità digitale SPID (con credenziali di livello 2 o 3) può essere usata per l’accesso ai servizi in rete delle Pubbliche amministrazioni dell’Unione europea”, come previsto dal Regolamento (UE) n. 910/2014 (Regolamento eIDAS), secondo il quale tutte le pubbliche amministrazioni che rendono accessibili i propri servizi online con credenziali Spid di livello 2 o 3, hanno l’obbligo di rendere accessibili detti servizi anche con gli strumenti di autenticazione notificati dagli altri Stati membri. Restano esclusi solo i Paesi stranieri che non adottano le regole eIDAS e per i quali l’accesso ai servizi digitali sarà garantito tramite credenziali rilasciate dall’Help Desk del Ministero previo riconoscimento tramite documento d’identità emesso nello Stato di appartenenza o passaporto in corso di validità. Per consentire la massima informazione a tutta l’utenza interessata, il Ministero avvierà una campagna di comunicazione utilizzando tutti i canali di cui dispone: il sito istituzionale, i portali di servizio, social network e uno spot veicolato anche sulle reti RAI e sui videowall delle sedi ministeriali.

Cgia di Mestre, i dati su criminalità e imprese. I dati di un rapporto dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre sono allarmanti. Risulta che nel 2019 all’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) della Banca d’Italia sono arrivate segnalazioni per oltre 105.000 operazioni sospette di riciclaggio, un “record mai toccato prima”. Solo nel primo quadrimestre 2020, la Uif ha ricevuto circa 36.000 segnalazioni, il 6,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Si tratta delle operazioni economico-finanziarie sospette denunciate all’Uif da intermediari finanziari (banche, uffici postali, notai, commercialisti, gestori di sale giochi, società finanziarie, assicurazioni, ecc.: le principali segnalazioni alla Uif nel 2019 hanno riguardato bonifici nazionali, money transfer e transazioni in contanti. Ricevuti gli “avvisi”, la Uif effettua degli approfondimenti sulle operazioni sospette e le trasmette, arricchite dell’analisi finanziaria, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza (Nspv) e alla Direzione Investigativa Antimafia (Dia); solo nel caso le segnalazioni siano ritenute infondate, la Uif le archivia. Tra le 105.789 comunicazioni ricevute nel 2019, 104.933 – il 99,1% del totale – hanno riguardato operazioni di riciclaggio. Secondo una stima Cgia su dati della Banca d’Italia, dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo, “ammonta a circa 170 miliardi di euro l’anno il fatturato ascrivibile all’economia criminale presente in Italia. Praticamente lo stesso Pil della Grecia”. E per quanto ingente sia, questa cifra non è completa, perché non comprende i proventi economici provenienti da reati violenti quali rapine, furti, estorsioni e usura, ma “soltanto” le transazioni illecite caratterizzate dall’accordo tra un venditore e l’acquirente come il contrabbando, le scommesse clandestine, il gioco d’azzardo, il traffico di armi, la ricettazione, lo smaltimento illegale dei rifiuti, la prostituzione e la vendita di sostanze stupefacenti. Zabeo prosegue ricordando che “da qualche anno una parte di questi 170 miliardi, pari a poco più del 10% del totale, viene conteggiata, grazie alle nuove disposizioni europee in materia di contabilità nazionale, perfino nel nostro Pil nazionale”. Si tratta di presunti illeciti compiuti in massima parte da organizzazioni criminali che cercano di reinvestire i guadagni derivanti da operazioni illegali in aziende o settori “puliti”. Secondo il Segretario della Cgia, Renato Mason, le organizzazioni che gestiscono queste attività criminali hanno la necessità di reinvestire i proventi nell’economia legale ed è molto importante che i controlli delle autorità siano in grado di distinguere bene il capitale dell’azienda da quello di provenienza sospetta: l’escalation di denunce tra il 2009 e il 2019, comunque, è un segnale molto preoccupante, se si considera che nello stesso periodo le segnalazioni sono aumentate di oltre il 400%, passando dalle 21.066 alle 105.789 dell’anno scorso. A livello di territorio le Regioni più “colpite” nel 2019 sono state la Campania con 222,8 segnalazioni ogni 100.000 abitanti, la Lombardia (208,1), la Liguria (185,3) e la Toscana (184):le meno coinvolte, invece, l’Abruzzo (115,7 ogni 100.000 abitanti), l’Umbria (110,3) e la Sardegna (86,6).Rispetto all’incremento percentuale del fenomeno, i dati risultano negativi soltanto in Piemonte (-0,5%), Toscana (-1,6%), Umbria (-3,3%) e Valle d’Aosta (-4,3%). Le province con più segnalazioni giunte all’Uif ogni 100.000 abitanti sono state Prato (344,6 ogni 100.000 abitanti), Milano (337,1), Imperia (275,9), Napoli (270,7), Trieste (235,8), Parma (225) e Caserta (209,4); le meno segnalazioni L’Aquila (76,9), Chieti (75), Nuoro (46,5) e il Sud Sardegna (45,9).

Altra proroga per consultare e acquisire e-fatture, nuovo servizio di reinoltro. Un altro rinvio per i termini delle adesioni al servizio di consultazione e acquisizione delle e-fatture: i contribuenti potranno optare per questa scelta fino al 28 febbraio 2021, scadenza fissata anche per il periodo transitorio dall’originario 30 settembre 2019. Istituita, inoltre, una nuova funzionalità per chi utilizza un web service per interagire con il Sistema di Interscambio (SdI). Per motivi di privacy l’adesione al servizio, fruibile per gli operatori IVA o i loro intermediari delegati e i consumatori finali, deve essere esplicita: per gli operatori IVA può essere segnalata anche tramite l’intermediario delegato al servizio. In caso di mancata adesione l’Agenzia delle entrate cancellerà i file xml delle fatture elettroniche memorizzati nel periodo transitorio entro 60 giorni dal termine del periodo per effettuarla; in caso di adesione al servizio, il termine per la cancellazione è di 60 giorni dal termine del periodo di consultazione (31 dicembre dell’anno successivo). La nuova funzione di reinoltro fatture permette: a) di creare un report delle fatture elettroniche e delle notifiche scambiate (ricevute e trasmesse); b) di reinoltrare i documenti fiscali non recapitati al contribuente per “Impossibilità di recapito”. Ciò permetterà di impostare automaticamente come data di consegna quella della ritrasmissione (valida ai fini fiscali). La nuova proroga del termine di adesione è nuovamente dipeso dalla necessità di concludere adeguamenti tecnici dovuti a modifiche normative.

Cresce il debito delle PA, in calo le entrate tributarie. Nella pubblicazione sulla Finanza pubblica della Banca d’Italia si legge che nel mese di agosto il debito delle Amministrazioni pubbliche è arrivato a 2.578,9 miliardi, +18,3 miliardi rispetto al mese precedente, mentre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state di 44,7 miliardi, un aumento di 3,3 miliardi rispetto ad agosto 2019 (+7,9%). A dispetto di questo dato sul singolo mese, le entrate tributarie nei primi otto mesi del 2020 hanno registrato un -6,8% equivalente a 18,8 miliardi di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.

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