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News dall’Italia

Si possono consultare le proprie e-fatture emesse e ricevute. Come previsto dal Provvedimento del 30 aprile 2018, l’Agenzia delle Entrate rende disponibile un servizio gratuito che consente agli operatori IVA e ai loro intermediari delegati di vedere

ed effettuare il download delle fatture elettroniche (o dei loro duplicati informatici) emesse e ricevute. È online da luglio, sul portale Fatture e corrispettivi, la funzionalità che permette agli operatori IVA di aderire al servizio di consultazione e acquisizione delle proprie fatture elettroniche. Stesso servizio anche per i consumatori finali, che possono sottoscrivere l’adesione al servizio all’interno dell’area riservata dove è disponibile anche la dichiarazione precompilata e possono così visualizzare in qualsiasi momento le proprie e-fatture ricevute. Gli operatori IVA e i consumatori finali (questi ultimi solo per le e-fatture ricevute) hanno tempo fino al prossimo 31 ottobre per aderire al servizio e accedere così al proprio archivio di e-fatture trasmesse dal 1° gennaio 2019, data di entrata in vigore dell’obbligo. Se l’adesione viene comunicata entro il 31 ottobre 2019, dal giorno successivo all’adesione stessa saranno consultabili tutte le e-fatture emesse e ricevute fin dal 1° gennaio 2019; per i consumatori finali le e-fatture ricevute saranno visualizzabili dal 1° novembre. Dopo il 31 ottobre 2019, in caso di mancata adesione, le fatture elettroniche non saranno più consultabili ed entro il 30 dicembre 2019 l’Agenzia provvederà a cancellare i file xml, in linea con le soluzioni individuate con il Garante della privacy (Provvedimento del 21 dicembre 2018).

Nuove regole privacy per le informazioni commerciali. A seguito delle novità introdotte dal  Regolamento dell’Unione europea in materia di trattamento dei dati personali (Reg. Ue n. 2016/679, in sigla Gdpr), il Garante della privacy italiano ha approvato il Codice di condotta proposto dall’Ancic, l’Associazione Nazionale tra le Imprese di Informazioni Commerciali e di Gestione del Credito. Tra le misure indicate nel Codice, una maggiore tutela delle persone censite, la valutazione di impatto sulla protezione dei dati e un nuovo organismo di monitoraggio sulle imprese aderenti. Viene così sostituito e aggiornato il vecchio Codice deontologico sulle informazioni commerciali (che resta in vigore fino al 19 settembre 2019), a supporto delle imprese del settore nell’adeguamento al Gdpr e alla normativa italiana, modificata alla fine del 2018. Nel Codice di condotta trova applicazione il principio di responsabilizzazione, fortemente sostenuto nel Gdpr, che obbliga le associazioni di categoria e le imprese a un’applicazione consapevole, trasparente, effettiva delle norme regolamentari. Con il nuovo testo le società che offrono informazioni sull’affidabilità commerciale di imprenditori e manager potranno trattare i dati personali dei soggetti censiti senza richiederne il consenso, basandosi sul legittimo interesse, ma dovranno garantire maggiori tutele agli interessati, informandoli sui trattamenti effettuati e garantendo loro il pieno esercizio dei diritti previsti dalla normativa privacy, come l’opposizione al trattamento, la rettifica o l’aggiornamento dei dati. Sulla base di una delle novità introdotte, i fornitori aderenti dovranno operare secondo un approccio basato sul rischio, adottando misure tecniche, informatiche, procedurali, fisiche e organizzative atte a prevenire o ridurre al minimo i rischi di distruzione, perdita, modifica e divulgazione non autorizzata o di accesso ai dati personali. Sarà istituito un Organismo di monitoraggio (Odm) indipendente, esterno all’Ancic, composto da soggetti selezionati secondo i criteri di onorabilità, autonomia, indipendenza e professionalità previsti dal Regolamento Ue e disciplinati nelle Linee guida europee di recente approvazione: l’Odm dovrà verificare l’osservanza del codice di condotta da parte degli aderenti e gestire la risoluzione dei reclami.

Disoccupazione ai minimi dal 2012. Gli ultimi dati Istat dicono che a giugno la disoccupazione registra il quarto calo consecutivo e scende al 9,7% (-0,1% su maggio) – il tasso più basso da gennaio 2012 – con e che a luglio l’inflazione rallenta. Nell’ultimo mese ci sono stati 29.000 disoccupati in meno e la buona notizia è che tocca i minimi dal 2011 (28,1%) anche il tasso di chi non lavora nella fascia compresa tra i 15 e i 24 anni. Un record anche per il tasso di occupazione, che toccando quota 59,2% segna il picco più alto dal 1997, anno di inizio delle serie statistiche.

Picco storico per la pressione fiscale. Dal rapporto Istat sul primo trimestre 2019 apprendiamo che i dati sul potere d’acquisto delle famiglie italiane migliorano, ma anche che la pressione fiscale, raggiungendo la ragguardevole soglia del 38% (+ 0,3% rispetto allo stesso periodo 2018) registra il dato più alto dal 2015. Il miglioramento del potere d’acquisto delle famiglie, tuttavia, non produce una maggiore propensione alla spesa, ma un aumento dei risparmi. Infatti il reddito disponibile è aumentato dello 0,9% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2018 e dell’1,8% sul primo trimestre dell’anno scorso. L’orientamento al risparmio con l’8,4% segna un +0,7% sul trimestre precedente, mentre i consumi sono saliti dello 0,2% trimestrale e dell’1% su base annua. Per quanto riguarda l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche in rapporto al Pil, è stato del 4,1%, co un lieve calo dal 4,2% dello stesso periodo 2018. I dati preliminari relativi alla crescita del Pil nel 2018  dicono che è stata superiore alla media nazionale nel Nord-est (+1,4%) e scarsa al Sud (+0,4%): per il Centro e il Nord-ovest i dati sono in linea con la media nazionale (+0,8%).

Posta certificata, allarme INPS sui tentativi di truffa. L’INPS informa che ci sono stati nuovi tentativi di imbroglio tramite invio di email attraverso diversi indirizzi di posta certificata, apparentemente provenienti dall’Istituto, che segnala presunte irregolarità nel versamento di contributi. Nel messaggio si invita il destinatario a cliccare su un link per visionare le anomalie; si rischia di accedere a siti che in automatico scaricano malware. L’INPS ricorda l’unico link di accesso alle informazioni, servizi e prestazioni: www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx.

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