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ReI, dal 1° giugno domande con i requisiti agevolati. Con il messaggio n. 1972/2018 l’INPS adegua le procedure per l’estensione del Reddito di Inclusione (ReI) e informa che dal 1° luglio 2018, in caso di esito positivo dell’accertamento dei requisiti previsti dalla legge, tranne quelli relativi alla composizione del nucleo familiare, i beneficiari potranno conseguire il ReI. I nuovi criteri, che si applicano alle domande presentate dal 1° giugno, sono meno rigidi, visto che è necessario solo il requisito di reddito e non più quello familiare. Verranno riesaminate d’ufficio anche le istanze presentate nel 2018 e scartate per mancanza del requisito familiare, che prevedeva la presenza di almeno un minore, una persona disoccupata, disabile o di una donna in gravidanza. Dal 1° luglio, dunque, per accedere al ReI bisognerà avere un reddito ISEE non superiore a 6.000 euro, un indicatore della situazione reddituale (valore ISEE) fino a 3.000 euro, un patrimonio immobiliare fino a 20.000 euro, esclusa la prima casa, e un patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per un single, al quale aggiungere 2.000 euro per ogni componente del nucleo familiare fino a un massimo di 10.000 euro. Inoltre, nessun componente del nucleo familiare deve risultare intestatario a qualunque titolo o avere piena disponibilità di navi e imbarcazioni da diporto e di autoveicoli o motoveicoli immatricolati la prima volta nei 24 mesi antecedenti la richiesta, esclusi auto e moto per cui è prevista l’agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità. Il sostegno al reddito, associato a un piano di reinserimento sociale e lavorativo, può durare fino a 18 mesi: per un eventuale rinnovo bisogna aspettare altri sei mesi.

 

Online il nuovo modello di dichiarazione di successione e attestato di presentazione. Il comunicato stampa del 15 marzo informa che da tale data si può inviare il nuovo modello per la dichiarazione di successione telematica, utilizzabile per le successioni aperte a dal 3 ottobre 2006. Il modello vale anche come domanda di volture catastali e permette di evitare di andare in un ufficio delle Entrate. E’ inoltre possibile ottenere l’attestazione di avvenuta presentazione della dichiarazione telematica che permetterà di verificare online l’originalità del documento. Basterà, quindi, pagare l’imposta di bollo e i tributi speciali per richiedere l’attestazione di avvenuta presentazione della dichiarazione. Il nuovo modello e le relative istruzioni sono disponibile sul sito dell’Agenzia, nella sezione dedicata alla dichiarazione di successione. Per consentire a contribuenti e operatori di adeguarsi alla novità, fino al 31 dicembre 2018 sarà possibile continuare a usare il vecchio modello cartaceo presentandolo presso l’ufficio territoriale competente. La dichiarazione di successione cartacea resta l’unico modo per le successioni aperte prima del 3 ottobre 2006 e per le dichiarazioni integrative, sostitutive o modificative di un modello già presentato in formato cartaceo.

 

Cartelle esattoriali, scendono gli interessi di mora. Un provvedimento del Direttore delle Entrate sancisce che a decorrere dal 15 maggio 2018 gli interessi di mora per ritardato pagamento delle somme iscritte a ruolo sono fissati al 3,01% annuo. L’art. 30 del DPR 602/1973 prevede che, trascorsi 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento, sull’importo iscritto a ruolo si applicano (escluse sanzioni pecuniarie e interessi), a partire dalla data della notifica della cartella e fino alla data del pagamento, gli interessi di mora al tasso determinato annualmente con decreto ministeriale, con riguardo alla media dei tassi bancari attivi: inoltre, il tasso di interesse in questione è determinato annualmente con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate (art. 13, D.lgs. 159/2015). Il precedente provvedimento direttoriale, del 4 aprile 2017, aveva fissato la misura del tasso di interesse al 3,5% annuo, con decorrenza 15 maggio 2017.

 

Laureati, il 58% lavora entro 3 anni. Eurostat rileva un leggero miglioramento nella percentuale dei giovani laureati che trovano un lavoro entro tre anni dal titolo, ma in Europa siamo indietro, visto che nel 2017 risultava occupato il 58% degli under 35 muniti di laurea rispetto all’82,7% nell’Unione europea. Un po’ meglio del 2016 (57,7%), con un balzo importante rispetto al 49,6% del 2014, il risultato peggiore. In Germania, tre anni dopo la fine degli studi lavora il 92,7% dei laureati. Non va meglio – anzi… – per i diplomati, perché a trovare un lavoro entro tre anni sono appena il 42,6% (in Europa sono il 69,7%).

 

Il modello F24 è un atto pubblico. Con la sentenza 18803, depositata il 2 maggio 2018, la Cassazione ha sancito che il contribuente che dice all’impiegato bancario, che partecipa a compilare il modello F24, di essere stato autorizzato a sottrarre dal proprio debito fiscale il credito di un’altra persona, commette un falso in atto pubblico. La Suprema Corte – che non condivide i precedenti con i quali si è sostenuta la natura di scrittura privata del modello F24 – chiarisce che il modello è un atto pubblico attestante l’adempimento dell’obbligo tributario da parte del contribuente, come si ricava anche dal D.lgs. 241/1997, secondo il quale l’Amministrazione finanziaria delega le banche a introitare le somme dovute, attribuendo alla banca e agli impiegati che seguono l’operazione gli stessi poteri di attestazione dei propri dipendenti. Il modello di pagamento è un atto pubblico e non una scrittura privata, per cui scatta il reato ex art. 483 c.p.

 

Chiudono meno imprese, ma rallentano le nuove aperture. Diminuiscono le imprese che chiudono battente, ma il saldo con le nuove aperture resta negativo. E’ quanto si legge in un comunicato stampa Unioncamere-Infocamere, che evidenzia lo stesso saldo negativo di 1 anno fa, quando all’appello sono mancate oltre 15.900 aziende. Tra gennaio e marzo 2018 frenano ancora le iscrizioni di nuove imprese (2.700 in meno rispetto al primo trimestre 2017, -2,4%) e diminuiscono le cessazioni (circa 3.000 in meno rispetto al primo trimestre 2017, -2,5%). A fine marzo risultano esistenti poco più di 6 milioni di aziende oltre 1.300.000 delle quali sono artigiane (21,7%). Il solo dato positivo riguarda le società di capitali (circa 17.000 in più nel trimestre), con una crescita trimestrale dell’1% (+0,85% nel 2017). La crisi continua a mordere soprattutto fra le imprese individuali e, da qualche tempo con tenacia, le società di persone. Saldi negativi in quasi tutte le regioni, con -0,64% per Marche e Valle d’Aosta, -0,60% in Piemonte, mentre le cose vanno meglio in Sicilia (+0,18%), Lazio (+0,16%) e Campania (+0,07%). Per gli artigiani, in tutte le Regioni assenza del segno più, con una ulteriore riduzione rispetto allo stesso trimestre del 2017 in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Basilicata, Calabria e Sicilia. I risultati migliori si registrano nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (1.326 nuove attività, +0,7%), professionali, scientifiche e tecniche (+ 1.000 nei primi tre mesi 2018) e nei servizi di informazione e comunicazione (+580). Tutti i dati sono disponibili su www.infocamere.it.

 

 

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