NEWS

News dall’Europa

Aiuti di Stato e guerra in Ucraina, le misure per attenuare le conseguenze. L’Europa cerca di ridurre le ricadute economiche negative della guerra in Ucraina sugli Stati membri varando un quadro temporaneo di crisi, operativo fino al 31 dicembre 2022, che prevede tre diverse varietà di aiuti di Stato: fino a 400.000 mila euro a sostegno delle aziende

maggiormente danneggiate dalle conseguenze, garanzie statali a supporto della liquidità e prestiti agevolati per neutralizzare gli aumenti dei prezzi dell’energia. Le aziende che operano nei comparti dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura potranno ricevere finanziamenti anche diretti con un limite massimo di 35.000 euro. I Paesi membri dell’Unione europea potranno accordare prestiti pubblici e privati con tassi agevolati e concedere garanzie statali o creare regimi di garanzia in grado di permettere alle banche l’erogazione di prestiti a tassi agevolati a favore delle imprese, con limiti massimi rapportati alle esigenze delle imprese determinate in base al fatturato, i costi energetici e il fabbisogno di liquidità. Riguardo agli aiuti per compensare gli aumenti dei costi energetici, potranno essere erogati in qualsiasi forma, anche tramite sovvenzioni dirette, che non potranno superare il 30% del totale dei costi ammissibili, comunque fino a un massimo di 2 milioni di euro.

Approvato il Fondo italiano per il rilancio delle attività economiche. Nell’ambito del Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato, lo scorso 25 marzo la Commissione europea ha annunciato l’approvazione del Fondo per il rilancio delle attività economiche, istituito dal Ministero per lo sviluppo economico e contenuto nel DL 4/22 (sostegni-ter). La misura prevede la concessione di 200 milioni di euro di contributi a fondo perduto a favore delle imprese del settore del commercio al dettaglio, quindi attività vendita al dettaglio di apparecchi audiovisivi, mobili, calzature e articoli in pelle, piante e fiori, orologi e gioielli, carburanti, ecc. Per accedere agli incentivi, oltre a svolgere il commercio al dettaglio come attività principale, le imprese devono aver subito nel 2021 una riduzione del fatturato di almeno il 30% rispetto al 2019, anno nel quale i ricavi non devono essere stati superiori a 2 milioni di euro. L’ammontare del contributo, che sarà concesso entro il 30 giugno 2022, verrà calcolato in base alla differenza tra i ricavi medi mensili nel 2021 e quelli del 2019. La Commissione ha riconosciuto che la misura è necessaria, adeguata e proporzionata per fronteggiare un grave turbamento dell’economia di un Paese membro.

Black List 2022, la lista comunitaria sostituisce l’elenco delle Entrate. Con l’ultimo aggiornamento periodico del 24 febbraio, il Consiglio europeo ha approvato la lista degli Stati a fiscalità privilegiata per il 2022, che sono dunque i 9 inseriti attualmente nell’elenco comunitario: Panama, Samoa, Trinidad e Tobago, Guam, Palau, Samoa americane, Vanuatu, Figi e Isole Vergini degli Stati Uniti. La nuova lista dei paradisi fiscali ha tenuto conto di tre parametri: la trasparenza fiscale, la tassazione equilibrata e l’applicazione delle norme Ocse sul trasferimento dei profitti da un Paese all’altro. L’elenco comunitario ha quindi sostituito la lista dell’Agenzia delle entrate, che comunque continua a essere formalmente in vigore, anche se dal 2017 (DL 193/2016) è cessato l’obbligo di comunicazione, per i titolari di partita IVA, delle operazioni con i Paesi inseriti nella black list, quelli con regimi fiscali molto agevolati e che non hanno aderito al sistema di scambio dei dati fiscali con gli altri Stati. L’elenco dei Paesi inseriti nella black list dell’Agenzia, che non è stata più aggiornata, erano i seguenti: Andorra, Bahamas, Barbados, Barbuda, Brunei, Gibuti, Grenada, Guatemala, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Vergini statunitensi, Kiribati, Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Maldive, Nauru, Niue, Nuova Caledonia, Oman, Polinesia francese, Saint Kitts e Nevis, Salomone, Samoa, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Sant’Elena, Sark, Seychelles, Tonga, Tuvalu, Vanuatu. Per individuare i Paesi black list per il 2022, quindi, va considerato l’elenco approvato dall’Unione europea.

Bce, da luglio le misure della “Fase 1”. Dopo aver valutato l’impatto di una graduale rimozione di un pacchetto di misure, in vigore da aprile 2020, sulla capacità di continuare a mobilitare garanzie fino alla scadenza delle operazioni di rifinanziamento a lungo termine in corso, il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di avviarne l’eliminazione, per l’appunto, graduale. Sarà quindi attuata, a partire dal prossimo 8 luglio, una serie di decisioni inserite nella cosiddetta “Fase 1”, nel corso della quale la Banca centrale europea dimezzerà la riduzione temporanea degli scarti di garanzia dall’attuale 20% al 10% e sarà ripristinato il limite per gli strumenti di debito non garantiti dal 10% al 2,5%. A questa seguiranno poi le altre due fasi, la cui partenza è prevista per giugno 2023 e marzo 2024.

Desidero ricevere in abbonamento gratuito il vostro periodico FiscotoDay