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Quale politica fiscale per combattere l’evasione e l’elusione fiscale. Tra le priorità assolute del Parlamento europeo ci sono il raggiungimento di una politica fiscale equa e la lotta contro le frodi, come dimostrano negli ultimi anni i casi LuxLeaks, Panama Papers, Bahamas Leaks e Paradise

Papers, che hanno portato alla ribalta gli scandali e le pratiche fraudolente realizzate nei paradisi fiscali. Il mancato pagamento delle tasse danneggia i bilanci nazionali ed europei e, pur se la politica fiscale è sempre stata legata alla sovranità dei Paesi membri, la lotta contro l’evasione viene affrontata congiuntamente dagli Stati e dall’Unione. Proprio per questo nel settembre 2020 il Parlamento ha creato una sottocommissione per le questioni fiscali, al fine di supportare la Commissione per i problemi in tema di tasse e impedire frodi, evasioni ed elusioni, oltre che assicurare una politica fiscale trasparente. Le attività di questa struttura, in parallelo con il lavoro di una serie di commissioni speciali – per i reati finanziari, l’evasione e l’elusione fiscale e l’esame delle denunce di infrazione e dell’applicazione del diritto Ue per il riciclaggio di denaro – ha permesso di identificare una serie di lacune nelle disposizioni fiscali. Il risultato è confluito nella Direttiva relativa alla cooperazione amministrativa, che prevede: uno scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale, quando il contribuente è attivo in un Paese diverso da quello di residenza; uno scambio di dichiarazioni fiscali tra Stati membri per informare altri Stati e la Commissione europea, ad esempio di regimi di pianificazione fiscale offerti ad alcune aziende; una rendicontazione per ciascun Paese, fornita da grandi multinazionali e condivisa tra gli Stati membri per impedire alle multinazionali attive in diversi Paesi di realizzare regimi fiscali aggressivi dei quali le aziende nazionali non possono godere; informazioni sul riciclaggio di denaro. Esistono poi altre proposte, che riguardano la tassazione aziendale e l’elusione fiscale, tra le quali: una base imponibile consolidata comune per le società, per evitare la doppia tassazione o una pianificazione troppo aggressiva causata da diversi sistemi fiscali per le imprese attive nel mercato interno; una tassazione per aziende fortemente operose nel digitale, per permettere di tassare i profitti ottenuti sul territorio di uno Stato anche se la sede non vi è stabilita fisicamente; un sistema comune per una tassa sui servizi digitali.

Respinto dal Tribunale Ue il ricorso di Google. Il Tribunale dell’Unione europea ha respinto il ricorso di Google contro la decisione della Commissione in base alla quale il colosso internet ha abusato della posizione dominante favorendo il proprio servizio di acquisti comparativi rispetto ai servizi concorrenti. Di conseguenza, viene confermata la multa da 2,42 miliardi comminata al gigante informatico, che attraverso un comunicato annuncia che esaminerà con attenzione le ragioni del respingimento ed evidenzia di aver già apportato delle modifiche conformi alla decisione della Commissione europea.  

Tassazione IVA per cibo da asporto e consegne a domicilio. Una sentenza della Corte Ue ha risolto una contestazione sull’interpretazione dell’applicazione dell’aliquota IVA sulle operazioni di vendita di cibi e pasti preparati per il consumo diretto o da asporto: nello specifico, se la vendita di pasti pronti per il consumo rientri nella categoria dei servizi di ristorazione e catering, che possono essere tassati con un’aliquota IVA ridotta. Il diritto Ue lascia liberi gli Stati membri, nel rispetto del principio di neutralità fiscale, di applicare due aliquote ridotte diverse a cessioni di beni o prestazioni di servizi della stessa categoria, per quanto, tuttavia, cessioni di beni o prestazioni di servizi simili, in concorrenza tra loro, non possono subire un trattamento differente rispetto all’IVA. Secondo i giudici europei l’attività di ristorazione dev’essere considerata una prestazione di servizi, mentre nel caso degli alimenti da asporto, come nel servizio di catering, la fornitura di cibi o bevande rappresenta una componente della prestazione, che deve tener conto anche dei servizi di supporto resi disponibili ma pure della volontà del consumatore, ossia se vuole o meno fruire di tali servizi. La sentenza stabilisce, quindi, che l’applicazione o meno di un’aliquota IVA ridotta dipende da quanto segue: si tratta di servizi di ristorazione e catering quando insieme alla fornitura di cibi ci sono servizi di supporto tali da permetterne il consumo immediato al cliente, ma se questi decide di non fruire dei mezzi materiali e umani forniti dall’esercente, significa che la fornitura non è accompagnata da alcun servizio di supporto.

Approvata la riforma della politica agricola comune (Pac). Con un comunicato stampa dello scorso 23 novembre il Parlamento ha dato il via libera definitivo alla nuova politica agricola dell’Unione europea, in vigore dal 1° gennaio 2023 e rafforza la biodiversità nel rispetto delle leggi e degli impegni ambientali e climatici. La Commissione valuterà se i programmi nazionali sono in linea con questi impegni, mentre gli agricoltori dovranno adeguarsi a pratiche rispettose del clima e dell’ambiente: gli Stati membri dovranno garantire che almeno il 35% del bilancio per lo sviluppo rurale e almeno il 25% dei pagamenti diretti siano destinati a misure ambientali e climatiche. Almeno il 10% dei pagamenti diretti sarà utilizzato a sostegno delle piccole e medie aziende agricole e che almeno il 3% del bilancio della Pac sarà destinato ai giovani agricoltori. Ci saranno più trasparenza e un maggiore rispetto delle norme sul lavoro, anche grazie a un più attento monitoraggio delle norme europee sul lavoro nel settore agricolo e sanzioni per le infrazioni, a seguito della cooperazione tra gli Ispettorati del lavoro nazionali e gli organismi pagatori della Pac. Un sistema europeo di estrazione dei dati, accessibile ai Paesi membri, servirà a identificare il rischio di frode attraverso un controllo incrociato delle informazioni delle banche dati pubbliche. Per la prima volta in oltre 30 anni le novità approvate assicureranno una maggiore regolamentazione del mercato.

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