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SURE, completato il sistema di garanzia. SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency) è il nuovo meccanismo europeo di sostegno temporaneo da 100 miliardi di euro, sotto forma di prestiti a

condizioni favorevoli, ideato per proteggere i posti di lavoro e i lavoratori colpiti dalla pandemia e per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza senza precedenti come quella attuale, per fornire un’assistenza finanziaria temporanea a completamento degli sforzi nazionali. Si tratta di una sorta di cassa integrazione europea a supporto di chi è stato colpito dalla crisi Covid, che prevede per l’Italia uno stanziamento di 27,4 miliardi, la cifra più consistente. La Commissione europea esprime soddisfazione per la recente attivazione del primo pacchetto da 81 miliardi – che interessano 15 Paesi membri – e ne sottolinea l’importanza sotto l’aspetto della solidarietà tra gli Stati membri, che latita a volte in troppi altri casi (sono di stringente attualità le difficoltà per il Recovery Fund). Gli aiuti finanziari saranno stanziati sotto forma di prestiti concessi a interessi agevolati, che aiuteranno gli Stati nel fronteggiare aumenti repentini della spesa pubblica a sostegno dell’occupazione. L’obiettivo è di realizzare un sussidio pubblico europeo per ridurre gli orari di lavoro, finanziare la cassa integrazione e permettere ai Paesi più colpiti dalla pandemia di contrastare l’aumento della disoccupazione provocata dal coronavirus. I fondi concorreranno a coprire i costi direttamente connessi all’istituzione o all’estensione di regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo e di altre misure analoghe per i lavoratori autonomi, al fine di contribuire a sostenere i redditi delle famiglie e preservare la capacità produttiva e il capitale umano delle imprese in difficoltà, costrette a sospendere o ridurre le proprie attività e l’orario di lavoro dei dipendenti. Gli Stati membri hanno completato delle procedure nazionali di approvazione e sottoscrizioni degli accordi di garanzia con la Commissione per un importo totale di 25 miliardi, un impegno volontario a fornire le garanzie necessarie per accrescere il volume dei prestiti.

La BCE accetta le obbligazioni legate alla sostenibilità come garanzia. Questo il titolo del comunicato stampa del 22 settembre 2020 che illustra una decisione applicabile dal 1 ° gennaio 2021 da parte della Banca centrale europea: le obbligazioni con cedole legate a determinati obiettivi di performance di sostenibilità diventeranno idonee come garanzia per le operazioni di credito della Bce e anche per i suoi acquisti definitivi a fini di politica monetaria, a condizione che rispettino tutti gli altri criteri di idoneità. I tagliandi devono essere collegati a un obiettivo di prestazione riferito a uno o più obiettivi ambientali previsti dal Regolamento Tassonomia UE e/o a uno o più Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite relativi al cambiamento climatico o al degrado ambientale: viene così ulteriormente esteso l’universo delle attività negoziabili idonee all’eurosistema e segnalato il sostegno all’innovazione nel settore della finanza sostenibile. 

Risparmio, Pil, inflazione e disoccupazione. Eurostat comunica che nel secondo trimestre il tasso di risparmio delle famiglie nell’area euro è aumentato, registrando un +24,6% rispetto al +16,6% nel primo. Entrambi i dati, valore e aumento rispetto al trimestre precedente, risultano come i migliori dal 1999. Nell’ultimo bollettino economico la Bce prevede un recupero dell’attività economica, a meno di un pesante peggioramento della situazione sanitaria, tanto che nel terzo trimestre le stime sul Pil sono per un +8,4%. In aumento al di là delle previsioni i numeri del comparto manifatturiero a settembre, i cui indice è passato a 53,7 da 51,7 di agosto. Scende invece dal 50,5 al 47,6 quello dei servizi nello stesso mese. Sempre a settembre, l’inflazione nell’Eurozona rallenta a -0,3% contro il -0,2% del mese precedente. Ad agosto numeri in aumento nell’Unione europea, con il tasso disoccupazione che sale leggermente, +8,1% rispetto al precedente +8%.

Miglioramenti per i servizi pubblici digitali. Da una recente relazione di analisi comparativa sull’eGovernment pubblicata dalla Commissione risulta che nell’ultimo biennio l’offerta digitale in Europa di servizi pubblici è cambiata in meglio in tutta Europa. Fra i parametri di valutazione si trovano la trasparenza dei servizi pubblici online, la compatibilità con i dispositivi mobili e la mobilità transfrontaliera. La Vicepresidente esecutiva del gruppo dei Commissari per un’Europa adatta all’era digitale, Margrethe Vestager, ha affermato che il 78% dei servizi pubblici è disponibile online e, tra questi, l’apertura di un conto bancario, la domanda di iscrizione a un’università straniera e la compilazione della dichiarazione dei redditi. L’obiettivo comune degli Stati membri deve essere improntato a lavorare per un’identità elettronica europea sicura. Nella relazione si legge che negli ultimi due anni la trasparenza dei servizi pubblici online è passata dal 59 al 66%, mentre la compatibilità con i dispositivi mobili è salita dal 62 al 76%.

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