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Al Parlamento il voto sul bilancio 2020. Nella sessione plenaria tenutasi a Strasburgo dal 21 al 24 ottobre, il Parlamento europeo ha affrontato diversi temi, tra i quali il voto sul prossimo bilancio dell’Unione 2020 (l’ultimo del quadro finanziario pluriennale),

che per i deputati rappresenta l’ultima opportunità per realizzare gli impegni politici assunti. La fase di preparazione e adozione del bilancio è fondamentale, perché è il questo momento in cui vengono fissati l’importo complessivo e la distribuzione delle spese annuali dell’Unione Europea e anche le entrate necessarie a coprirle. Il Parlamento europeo ha accettato la proposta di bilancio presentata dalla Commissione e l’ha rafforzata aggiungendo oltre due miliardi di euro per la tutela del clima. Si tratta di un bilancio principalmente di investimenti, visto che circa il 93% viene speso per finanziare attività e progetti all’interno e all’esterno degli Stati membri, con le risorse destinate poi a regioni, città, cittadini, ricercatori, studenti e imprese. La relatrice generale per il bilancio, Monika Hohlmeier, ha dichiarato che “Il voto sul bilancio 2020 dimostra l’unità del Parlamento e l’intesa comune tra i gruppi politici: gli obiettivi ambiziosi sul clima e la tutela dell’ambiente possono andare di pari passo con i programmi che creano nuovi posti di lavoro, che sostengono le strutture europee di ricerca e sviluppo e che rafforzano la competitività”. E’ stata definita (e considerata) come una priorità globale l’attività di contrasto all’emergenza climatica. In proposito l’Ue aveva fissato l’obiettivo del 20% di spesa legata al clima per gli anni 2014-2020, che non è stato raggiunto nonostante i 2 miliardi di euro aggiunti alla proposta della Commissione sulla spesa per il clima, poiché nel 2014 la spesa è stata bassa e non si è rimediato neanche nei 6 anni seguenti.

L’Italia condannata per la xylella. Il nostro Paese è stato condannato dalla Corte di giustizia Ue al pagamento delle spese processuali, accogliendo il ricorso della Commissione Ue contro ritardi e mancanze nelle ispezioni e nell’abbattimento delle piante infette. Le misure erano considerate obbligatorie per impedire il diffondersi del batterio responsabile della strage di ulivi in Puglia: risale infatti al 2015 la decisione della Commissione con la quale è stato imposto ai Paesi membri di adottare misure di eradicazione della xylella che prevedevano la rimozione immediata delle piante infette e di tutte le piante ospiti in un raggio di 100 metri attorno a quelle contagiate, nella zona infetta e nella zona limitrofa. Poiché nel 2016 la xylella si era diffusa in alcune parti della Puglia da più di due anni, e non era più possibile la sua eradicazione, la Commissione ha modificato la decisione prevedendo eccezionalmente, per i territori infetti in modo stabile, misure di contenimento (anziché di eradicazione), volte a impedire la diffusione del contagio: monitoraggio del territorio interessato, abbattimento immediato delle sole piante colpite in una fascia della zona infetta di 20 km dal suo limite esterno. Nel 2018 la Commissione ha proposto il ricorso per inadempimento sostenendo l’inadempienza dell’Italia, che aveva causato una più ampia diffusione del batterio. L’Italia si è giustificata adducendo diversi ostacoli materiali, amministrativi e giuridici, ma la Corte ha ribattuto che le situazioni di ordine interno di un Paese membro non giustificano l’inosservanza di obblighi e scadenze risultanti dal diritto dell’Unione. Secondo la Commissione l’Italia non ha raggiunto il risultato, che era di impedire la diffusione, violando ripetutamente non solo gli obblighi nella zona di contenimento, ma anche quelli relativi all’eradicazione del batterio nella zona delimitata.

Tasso disoccupazione al minimo dal 2008. A settembre il tasso di disoccupazione nella zona euro è al 7,5%, stabile rispetto ad agosto e in diminuzione rispetto all’8% del 2018: si tratta del livello più basso da luglio 2008.

Tirocini all’estero anche con Erasmus. Forse non tutti sanno che un tirocinio in azienda all’estero si può fare anche con Erasmus.  Da un rapporto dell’Agenzia Inapp sulla formazione in azienda all’estero emerge che tra il 2014 e il 2019 25.000 giovani italiani hanno utilizzato questa possibilità, e insieme a loro hanno partecipato anche 2.500 docenti impegnati nell’apprendimento e nell’insegnamento e circa 3.600 tra formatori e tutor. Il vantaggio in termini di opportunità di lavoro è attestato dal fatto che il 31% dei tirocinanti ha avuto l’occasione di lavorare all’estero alla fine dello stage. Nell’ambito delle attività di mobilità per l’istruzione e formazione professionale, gestite in Italia dall’Agenzia Erasmus+Inapp (l’Agenzia del Ministero del Lavoro per l’analisi delle politiche pubbliche), il nostro Paese rientra fra i migliori nell’utilizzo dei fondi Ue, visto che ha speso il 99% dei fondi Ue.

Un nuovo direttorato per l’industria della difesa e dell’aerospazio. Al fine di coordinare la frammentata industria bellica europea in progetti di ricerca e di sviluppo, la Commissione europea ha istituito un nuovo direttorato in materia di industria della difesa e dell’aerospazio. L’Unione non è dotata di un esercito proprio e la difesa continua a essere un aspetto di competenza interna dei Paesi membri, ma di recente i 28 hanno avviato una serie di iniziative mirate a incoraggiare la cooperazione, tra le quali si segnala una proposta della Commissione per una spesa di circa 22 miliardi di euro nel bilancio Ue per la difesa e la sicurezza esterna nel periodo 2021-2017. In caso di approvazione, 13 miliardi andranno al Fondo Europeo per la Difesa, che favorisce la collaborazione tra Paesi membri in materia di ricerca e sviluppo di progetti tecnologici, 6 miliardi saranno destinati a migliorare le infrastrutture per la mobilità di mezzi di trasporto militari (ferrovie, ponti, strade e aeroporti) e 6 miliardi saranno impegnati nello sviluppo di progetti aerospaziali.

Le chiamate internazionali costano meno. Mentre il costo delle chiamate telefoniche calava costantemente negli ultimi anni e l’Ue aveva già abolito le tariffe di roaming, telefonare verso altri paesi dell’Unione continuava a costare caro. Ma grazie alle nuove norme sulle chiamate internazionali entrate in vigore il 15 maggio, i nuovi prezzi rientrano nel Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, approvato dal Parlamento europeo nel novembre 2018. Le telefonate meno care rientrano in una strategia di mercato digitale volto a garantire a tutti i cittadini europei la possibilità di partecipare all’economia e alla società digitale. Le chiamate da telefono fisso e cellulare o gli Sms inviati da un Paese all’altro avranno un costo massimo di 19 centesimi al minuto, gli Sms di 6 centesimi: al prezzo va aggiunta l’IVA, che nei Paesi Ue varia dal 17% al 27%).

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