News dall’Europa
Dalla Commissione ammenda di 1,49 miliardi per Google. La Commissione europea ha comminato a Google un’ammenda di 1,49 miliardi di € (1,29 % del fatturato di Google nel 2018)
per pratiche abusive nella pubblicità online, riscontrando la violazione delle norme antitrust dell’Unione. La multa tiene conto della durata e della gravità dell’infrazione. Nel corso della sua indagine la Commissione ha esaminato centinaia di accordi negoziati individualmente e ha concluso che Google ha abusato della propria posizione dominante sul mercato imponendo una serie di clausole restrittive nei contratti con siti web di terzi che hanno impedito ai concorrenti di inserire su questi siti le proprie pubblicità collegate alle ricerche. Anche se in base alle norme antitrust Ue possedere una posizione dominante non è di per sé illegale, le imprese dominanti hanno la particolare responsabilità di non abusare di tale potere limitando la concorrenza. Considerato che la nuova direttiva sul risarcimento dei danni per violazione delle norme antitrust permette alle vittime di pratiche anticoncorrenziali di ottenere più facilmente un risarcimento dei danni, Google potrebbe trovarsi coinvolto in procedimenti civili di risarcimento mossi presso le autorità giudiziarie dei Paesi membri da aziende o persone penalizzate dal suo comportamento anticoncorrenziale.
Acquisti online, chiarezza delle informazioni su prezzi e offerte speciali. La Commissione europea e le Autorità nazionali di tutela dei consumatori hanno pubblicato i risultati di uno studio che ha analizzato 560 siti di e-commerce che vendono programmi informatici, calzature, abbigliamento e biglietti di eventi. In quasi il 60% dei siti esaminati si sono rilevate irregolarità sul rispetto delle norme Ue a tutela dei consumatori, soprattutto per la pubblicizzazione di prezzi e degli sconti, che inducono i consumatori spesso a credere che il prezzo sia più basso di quello che è.
Il sospetto è che le offerte speciali siano false, mentre si è accertato la scarsa trasparenza della modalità di calcolo del prezzo scontato, tanto che in oltre 200 siti il prezzo finale da pagare era più alto di quello iniziale. Il 39% dei siti non recava comunicazioni adeguate sulle spese di consegna aggiuntive e di prenotazione, sulle modalità di pagamento, ecc. Tutto ciò nonostante la normativa europea obblighi gli operatori a presentare prezzi comprensivi di tutti i costi obbligatori. Nel 59% dei siti non è stato rispettato il requisito di offrire un link facilmente accessibile per la risoluzione delle controversie online (altro aspetto obbligatorio). Nel 30% dei siti sono state appurate irregolarità sulle modalità di presentazione delle informazioni relative al diritto di recesso, mentre il diritto Ue prevede che i consumatori siano adeguatamente informati in caso di acquisti online.
In crescita vendite al dettaglio e numero degli occupati. Eurostat comunica che nell’Eurozona, a gennaio, le vendite al dettaglio hanno registrato un aumento su base annua del 2,2% rispetto al 2,1% prospettato dalle stime: su base mensile si è avuto un +1,3%. Per quanto riguarda il lavoro,nel quarto trimestre del 2018 è cresciuto il numero degli occupati, che toccano +0,3% nella zona euro e +0,2% nella Ue. L’occupazione è salita, rispetto al quarto trimestre 2018, dell’1,5% nella zona euro e dell’1,3% nella Ue.

Verso una tassazione digitale. Il Parlamento europeo è al lavoro per introdurre una tassa digitale, la prima del genere, con l’obiettivo di far pagare le aziende tecnologiche più importanti in base agli introiti intascati in un Paese, indipendentemente da dove si trovi la sede fisica dell’azienda. L’obiettivo è permettere ai Paesi membri di tassare i profitti creati nel loro territorio anche se l’azienda non ha una sede fisica nello Stato, visto che nelle norme attuali la presenza fisica non è un requisito fondamentale per poter fornire servizi digitali. In attesa di arrivare alla giusta soluzione ci si propone di concentrarsi sulle aziende digitali più importanti, che fatturano a livello globale grazie alla distribuzione di servizi come motori di ricerca, piattaforme di social media e commercio online.