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Accordo di libero scambio Ue-Giappone. A Tokyo il Presidente della Commissione Ue Juncker, il Presidente del Consiglio europeo Tusk e il premier giapponese Shinzo Abe hanno firmato l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Giappone, accompagnato da diverse intese politiche su diversi temi regionali e multilaterali. Grazie a quello che Tusk ha definito come il “più grande accordo di commercio bilaterale di sempre”, l’85% dei prodotti agroalimentari europei potrà sbarcare in Giappone senza dazi. Juncker ha affermato che “la firma odierna dell’accordo di partenariato economico Ue-Giappone è una tappa epocale per il commercio mondiale, e mi compiaccio che abbiamo firmato anche il primo accordo di partenariato strategico, consentendo alla nostra cooperazione di salire di intensità”. L’accordo di partenariato economico, che crea una zona di libero scambio che riguarda oltre 600 milioni di persone e quasi un terzo del Pil mondiale, abolirà dazi per un miliardo di euro l’anno pagati dalle imprese europee che esportano in Giappone e eliminerà una serie di ostacoli normativi, ad esempio riguardo alle automobili. L’accordo rispetta le norme più elevate in tema di lavoro, ambiente e protezione dei consumatori, con una sezione specifica sullo sviluppo sostenibile.
La Bce mantiene invariati i tassi. Nell’ultima riunione prima della pausa estiva, la Bce ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi, rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%. E’ stato inoltre confermato di procedere ad acquisti netti al ritmo mensile di 30 miliardi di euro fino alla fine di settembre 2018.
L’inflazione oltre le stime. Mentre a luglio nella zona euro, secondo la stima Eurostat, l’inflazione su base annua è salita al 2,1%, un dato che va oltre le attese degli analisti e la rilevazione precedente che indicavano entrambe il 2%, dall‘ultimo sondaggio effettuato dalla Bce risulta che l’inflazione della zona euro potrebbe accelerare più di quanto previsto, il che confermerebbe la decisione di chiudere con il quantitative easing. Secondo le ultime stime nell’anno in corso l’inflazione arriverà all’1,7%, rispetto a quella prevista dell’1,5%. La Banca europea ha fissato l’obiettivo per l’inflazione appena sotto il 2% e ha deciso di continuare l’acquisto di titoli di Stato fino a dicembre 2018 e di aumentare i tassi d’interesse non prima dell’estate 2019. Per quanto riguarda la crescita, secondo il sondaggio l’espansione appare più lenta a breve termine di quanto prospettato tre mesi fa, con le previsioni a lungo termine che restano immutate.
Pil, e disoccupazione, i dati Eurostat. Nel secondo trimestre 2018 il Pil dell’eurozona rallenta e registra un +0,3% su base congiunturale, mentre nell’intera Unione tocca lo 0,4%. Risulta stabile a giugno il mercato del lavoro, mentre il tasso di disoccupazione tocca l’8,3% come a maggio: su base annua c’è stato un calo del 9%, il livello più basso da dicembre 2008.
In crescita le costruzioni. La produzione edilizia nell’eurozona a giugno risulta positiva, con una crescita mensile dello 0,2% dopo il +0,3% di maggio, con un +2,6% su base annua. In Italia l’indice delle costruzioni ha segnato un +2,4% su base mensile, +5,1% rispetto a giugno 2017. Oltre al nostro, i Paesi con una crescita maggiore sono l’Ungheria (+7,2%), la Slovacchia (+4,5%) e la Francia (+3,8%), mentre i cali più importanti si sono avuti in Slovenia (-5%) e in Germania (-3,2%).