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News dall’Europa

Copyright digitale e nuove regole. E’ arrivato il primo semaforo verde dal Parlamento Ue per il percorso di modifica alla direttiva sul Digital Single Market. Tra le modifiche legislative al copyright digitale, una maggiore protezione dei contenuti e più libertà della rete, filtri per bloccare, sulle grandi piattaforme, i contenuti audiovisivi protetti da diritti e un giro di vite su tutti i contenuti protetti che non potranno essere postati, ad esempio su YouTube o Instagram, senza pagare i diritti e la “tassa sui link” che richiede a colossi come Google e Facebook una licenza per postare link ad articoli e notizie. In tema di giurisprudenza la responsabilità, oltre che sull’autore della violazione, ricade anche sulla piattaforma digitale. Le misure non sono esenti da perplessità e critiche, anche perché si sono formati due schieramenti contrapposti; da un lato gli editori, che vedono di buon occhio l’ipotesi di proteggere i contenuti, dall’altro i giganti hi-tech e le associazioni per internet libero, secondo i quali le regole sono oltremodo limitative.

 

Rifiuti e riciclaggio, quattro nuove direttive. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale sono in vigore quattro direttive europee riguardanti la gestione dei rifiuti, le discariche, le apparecchiature elettriche e gli imballaggi. Per il loro recepimento gli Stati membri hanno due anni di tempo, fino al 5 luglio 2020. La direttiva 2018/849 riguarda accumulatori, pile, veicoli fuori uso e relativi rifiuti, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche; la direttiva 2018/850 riguarda la riduzione delle discariche, oltre a fissare severi requisiti operativi e tecnici per rifiuti e discariche, per prevenire o ridurre al minimo le conseguenze negative sull’ambiente; la Direttiva 2018/851 riguarda la produzione di rifiuti, mentre la 2018/852 è relativa a imballaggi e rifiuti da imballaggio, al fine di prevenirne la produzione, incentivarne il riutilizzo e riciclaggio e altre forme di recupero.

 

Quantitative Easing, per Draghi “c’è ancora bisogno di misure accomodanti significative. Nel corso del suo intervento al Forum economico di Sintra, in Portogallo, il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha affrontato per l’ennesima volta gli argomenti “principe”, Quantitative Easing e politica monetaria della Bce e dell’eurozona. Riguardo al primo, ha affermato che il sipario non è ancora calato, nel senso che non è detta l’ultima parola, considerando che “Nel 2017 la crescita dell’eurozona è stata superiore a quanto ci eravamo aspettati: la crescita su base annuale registrata nel quarto trimestre è stata la più forte in una decade. Ma nel 2018 la crescita ha rallentato e, fino ad ora, è risultata inferiore alle nostre attese (…)”. La conclusione prevista per dicembre 2018 degli acquisti netti di attività è subordinata al fatto che i nuovi dati macro confermino le previsioni di medio termine dell’inflazione; inoltre, “il programma di acquisto può sempre essere utilizzato qualora dovessero manifestarsi fatti contingenti che al momento non vediamo”. Quindi, pur consapevoli che l’inflazione ha imboccato il sentiero giusto, “c’è ancora bisogno di misure accomodanti significative”. Per quanto concerne, invece, la politica monetaria della Bce, ha dichiarato che i progressi compiuti in direzione di un aggiustamento sostenuto dell’inflazione sono stati concreti ed ha poi evidenziato come la fiducia del ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo di lungo periodo si sia molto rafforzato nel corso degli ultimi mesi, ma anche che “l’incertezza permea l’outlook economico. Con le attese di inflazione a lungo termine ben ancorate, la forza di fondo dell’economia europea e il continuo ampio grado di accomodamento monetario consentono di poter essere fiduciosi in una convergenza dell’inflazione verso il nostro obiettivo e che questa convergenza possa essere mantenuta anche dopo una chiusura graduale del nostro programma di acquisti netti di attività”. Pe queste ragioni, secondo il numero uno della Bce, la politica monetaria nell’eurozona “deve rimanere paziente, persistente e prudente”.

 

Parlamento europeo, commissionato uno studio sulle criptovalute. In un rapporto pubblicato di recente, il Parlamento Ue spiega come andrebbero trattate e tassate le criptovalute, quale potrebbe essere la ricaduta sul sistema finanziario e come potrebbero contrastare il monopolio delle banche centrali rispetto all’emissione di moneta. Il rapporto – “Valute virtuali e politica monetaria delle banche centrali: sfide future” – per il quale la Commissione per gli Affari economici e monetari del Parlamento europeo ha incaricato due accademici, analizza il fenomeno analizzandone i punti di forza e quelli vulnerabili: disapprova le posizioni che ne negano l’importanza e ribadisce la necessità, ove ce ne fosse ancora bisogno, di una regolamentazione da parte delle autorità politiche e delle istituzioni finanziarie. L’analisi ritiene legittime le apprensioni di chi pensa che le criptovalute possano favorire il finanziamento di attività illegali, il riciclaggio di denaro e altre pratiche finanziarie illegali, ma evidenzia che nella maggior parte dei casi le transazioni in criptovaluta provengono da scelte commerciali degli agenti economici e dovrebbero essere trattate dalle autorità preposte come qualsiasi altra operazione finanziaria, in modo proporzionato alla loro importanza sul mercato, alla complessità e ai rischi associati. Rispetto alla reale possibilità o meno di competere con le valute sovrane emesse dalle banche centrali, vengono riportati i numeri che dovrebbero cancellare paure e timori: ad aprile 2018 la capitalizzazione totale di mercato di tutte le criptovalute (che sono oltre 1.500) non raggiungeva quota 300 miliardi di dollari, mentre il valore del dollaro, moneta corrente negli Usa, a fine 2017 era prossima a 14 trilioni di dollari.

 

 

 

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