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Accordo sul certificato elettronico di esenzione dall’IVA. Lo scorso 10 dicembre il Consiglio ha raggiunto un accordo politico su una nuova direttiva – che va a modificare la direttiva 2006/112/CE –  che apre la strada all’introduzione di un certificato fiscale elettronico di esenzione dall’IVA. Si chiuderà, quindi, l’era dei certificati cartacei da firmare a mano,  utilizzati per i beni esenti da IVA come, ad esempio, perché importati per ambasciate e consolati, alcune Istituzioni europee (Comunità europea e Bce), organismi

internazionali o le forze armate. I Paesi membri potranno utilizzare sia la versione elettronica che quella cartacea per un periodo transitorio, inizialmente previsto della durata di quattro anni (2026-2030) ma poi  abbreviato a un anno (2031-2032): il rinvio della data di inizio è un aiuto per le autorità fiscali a ripartire nel tempo gli sviluppi informatici necessari. E’ stata inoltre approvata una proposta di regolamento di esecuzione del Consiglio che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 282/2011 per quanto riguarda gli obblighi in materia di dichiarazione relativamente a taluni regimi IVA. La proposta di modifica della direttiva crea le condizioni giuridiche per lo sviluppo del certificato elettronico attraverso misure esecutive, mentre la proposta di modifica del regolamento di esecuzione prevede l’uso alternativo dei certificati, in entrambe le forme cartacea ed elettronica, durante un fase di transizione. La finalità è di supportare gli Stati membri verso la transizione digitale, riducendo gli oneri amministrativi a carico delle aziende. Il certificato digitale di esenzione IVA introdotto dalla Commissione europea dovrà essere utilizzato dagli stati membri a partire  dal 1° luglio 2026.

Tassi di interesse, la Bce continua con i tagli. Il nuovo taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea è il quinto consecutivo, dal mese di giugno. Il tasso sui depositi scende quindi dal 3% al 2,75%, il tasso sui rifinanziamenti principali al 2,90% e quello sui prestiti marginali al 3,15%. La presidente Christine Lagarde continua a mantenere un atteggiamento prudente e dichiara che le future decisioni di politica monetaria continueranno a basarsi sui dati economici, che l’economia resterà debole nel breve termine, ma permangono le condizioni per la ripresa. Nel rituale comunicato la Bce afferma che l’economia dell’Eurozona sta ancora affrontando situazioni avverse e che la politica monetaria rimane restrittiva a causa dei rialzi dei tassi del recente passato, ma di contro risulta ben avviato il processo disinflazionistico e l’inflazione continua il lento riavvicinamento all’obiettivo del 2% in questo 2025. Da Francoforte spiegano che, nonostante l’inflazione interna resta elevata, ma “la crescita delle retribuzioni si sta però moderando secondo le attese e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione”. La Banca centrale comunica, inoltre, che i portafogli dei piani di quantitative easing (PAA e PEPP) si stanno riducendo a un ritmo calcolato, alla luce del fatto che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Via libera al bilancio annuale dell’Unione europea per il 2025. il 16 novembre 2024 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sul bilancio annuale dell’Ue per il 2025, adottato dal comitato di conciliazione composto dai rappresentanti dei 27 Stati membri e da 27 membri del Parlamento europeo. Dopo gli emendamenti adottati il 23 ottobre 2024, il Parlamento europeo ha fissato il totale degli impegni a 194.282,3 milioni di euro e il totale dei pagamenti a 147.895,5 milioni di euro. Gli impegni sono obblighi di spesa giuridicamente vincolanti riconducibili ad azioni di durata pluriennale, mentre i pagamenti coprono le spese derivanti dagli impegni iscritti nel bilancio Ue durante l’esercizio in corso o durante quelli precedenti. Quest’anno è stato tenuto a disposizione un margine finanziario di 800,5 milioni di euro, che permetterà di far fronte a esigenze non prevedibili, tenendo conto dell’attuale contesto economico e geopolitico.

Patto di stabilità, le raccomandazioni ai Paesi destinatari di procedura per disavanzi eccessivi. Lo scorso 21 gennaio il Consiglio ha adottato raccomandazioni perché venga corretta la situazione di disavanzo eccessivo entro un determinato periodo di tempo, rivolgendosi a sette Paesi: Belgio, Francia, Italia, Malta, Polonia, Slovacchia e Romania. Per ciascuno di questi, le raccomandazioni contengono un percorso di rettifica del bilancio, espresso in termini numerici, e un termine temporale: questi due elementi sono in linea con gli obiettivi che ogni Stato membro ha espresso nel proprio piano strutturale di bilancio di medio termine, presentato nel contesto dell’attuazione del nuovo quadro di governance economica dell’Unione. Nello specifico, il Consiglio raccomanda all’Italia di porre fine alla situazione di disavanzo eccessivo entro il 2026; il nostro Paese dovrebbe assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa netta non superi i seguenti massimali; l’1,3% nel 2025 e l’1,6% nel 2026. Viene fissato al 30 aprile 2025 il termine entro il quale l’Italia deve dare seguito effettivo alla raccomandazione e presentare le misure necessarie, insieme alla relazione annuale 2025 sui progressi compiuti da trasmettere alla Commissione; e dovrebbe in seguito riferire sui progressi compiuti nell’attuazione della raccomandazione a cadenza almeno semestrale, fino alla

correzione del disavanzo eccessivo.

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