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Esteso fino al 2027 l’uso di e-fattura in Italia. Per  l’Italia il termine per l’uso delle e-fatture è stato prorogato fino al 31 dicembre 2027, oppure fino all’introduzione di un sistema di fatturazione elettronica a livello europeo, se dovesse verificarsi prima. Lo ha stabilito il Consiglio dell’Unione europea con la Decisione numero 3150/2024 dello scorso 10 dicembre e, quindi, l’Italia potrà adottare l’obbligo di e-fattura, in ambito B2B e B2C, per altri 3 anni. Il permesso di richiedere che le fatture venissero rilasciate

esclusivamente in forma elettronica, dai contribuenti residenti sul territorio nazionale, e che l’adozione delle e-fatture avvenisse indipendentemente dal consenso del ricevente, è stato  accordato all’Italia con atti di esecuzione dell’Ue del 16 aprile 2018, n. 593 e del 13 dicembre 2021, n. 2251. Nella citata decisione n. 3150 si legge che l’Italia afferma che il sistema obbligatorio di fatturazione elettronica, che raccoglie tutte le fatture attraverso il sistema di interscambio gestito dall’Agenzia delle entrate, ha raggiunto con successo i suoi obiettivi, tra i quali ci sono il contrasto all’evasione fiscale e alla frode, la facilitazione del rispetto degli obblighi fiscali e l’ottimizzazione della riscossione delle tasse, che hanno contribuito a ridurre i costi amministrativi per le aziende. Motivi, questi, che hanno portato il Consiglio a ritenere opportuno autorizzare l’Italia a continuare ad applicare la misura fino al 31 dicembre 2027.

Bce, un nuovo taglio dei tassi chiude il 2024. L’inflazione non è più un’emergenza come era prima, lo certifica il Consiglio direttivo della Banca centrale europea, che con l’ultima riunione di metà dicembre ha operato la quarta diminuzione del costo del denaro dal mese di giugno, portando il tasso sui depositi al 3%, sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,15% e quello sui prestiti marginali al 3,40% (meno 25 punti base). La Bce, che in una nota ha affermato che continuerà con un “approccio guidato dai dati”, ha inoltre ritoccato anche le stime sull’inflazione portandole al 2,4% nel 2024 (dal 2,5% previsto a settembre), al 2,1% nel 2025 (da 2,2%) e mantenendo l’1,9% per il 2026. La presidente Christine Lagarde. ha dichiarato che “sull’inflazione non c’è ancora una vittoria, non è ancora ‘missione compiuta’ ma sicuramente siamo davvero sulla strada giusta per raggiungere l’obiettivo”. In un comunicato stampa diffuso dalla Banca si legge che le stime sull’inflazione suggeriscono che la crescita dei prezzi si attesterà attorno al 2%, nel medio termine l’obiettivo nel mirino ormai da qualche anno.

Semplificazione degli obblighi di informativa finanziaria. Il Consiglio ha raggiunto un accordo su una proposta intesa a semplificare taluni obblighi di comunicazione nei settori dei servizi finanziari e del sostegno agli investimenti. La proposta aggiorna la normativa vigente in materia di condivisione dei dati tra le autorità europee di vigilanza (AEV) e altre autorità del settore finanziario, con l’obiettivo di razionalizzare gli obblighi di comunicazione e di rendere la condivisione dei dati tra le autorità di vigilanza più efficiente. Si punta a promuovere una raccolta più efficiente dei dati e a evitare la duplicazione degli obblighi di comunicazione, con un vantaggio diretto per le autorità nazionali ed europee e un vantaggio indiretto per i soggetti del settore finanziario che devono fornire informazioni. Le autorità possono decidere, a loro discrezione, di concedere l’accesso alle informazioni alla Commissione e a terzi, come istituti finanziari, ricercatori e altri soggetti con un interesse legittimo, purché siano soddisfatte determinate condizioni a tutela di tali dati.

La Direttiva Ue per i lavoratori delle piattaforme digitali. La Direttiva Ue 2024/2831, entrata in vigore il 1° dicembre 2024 e che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro 2 anni, costituisce una cambiamento epocale per i lavoratori delle piattaforme digitali. La normativa punta a migliorare le condizioni di lavoro e la protezione dei dati personali di lavoratori troppo spesso soggetti a incertezza, scarse tutele e condizioni di lavoro precarie. Viene introdotto un maggiore controllo umano sugli algoritmi che gestiscono e organizzano il lavoro svolto tramite queste piattaforme, oltre alla possibilità della subordinazione presunta del lavoratore. Si tratta, tra gli altri dei rider che consegnano cibo e prodotti, autisti di servizi di trasporto privato, insegnanti online, lavoratori del microlavoro (etichettatura di dati e compilazione di questionari), freelancer per servizi digitali, baby-sitter e pet-sitter, ecc. La Direttiva 2831, che intende fissare norme più chiare e garantire una maggiore trasparenza, impone che i sistemi automatizzati di gestione algoritmica del lavoro siano monitorati da personale qualificato e che i lavoratori abbiano il diritto di contestare tali decisioni, garantendo la supervisione umana. Riguardo all’incertezza giuridica sullo status occupazionale, la direttiva introduce una presunzione legale di rapporto di lavoro, che si attiverà in presenza di indizi di controllo e direzione da parte della piattaforma, garantendo ai lavoratori diritti e protezioni equivalenti a quelli dei dipendenti tradizionali, al fine di ridurre il fenomeno del falso lavoro autonomo. Inoltre la normativa, in materia di protezione dei dati personali, introduce l’obbligo per le piattaforme di garantire una gestione dei dati equa, trasparente e responsabile; i lavoratori, spesso soggetti a monitoraggio continuo, avranno il diritto di essere informati su come i loro dati vengono utilizzati e di opporsi al trattamento automatizzato.

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