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L’obbligo di comunicazione delle operazioni passive IVA. Nel contesto delle attività di contrasto all’evasione, dal 1° gennaio 2024 è stato introdotto un nuovo obbligo di comunicazione all’Amministrazione finanziaria delle operazioni passive IVA, in particolare l’obbligo di comunicare le informazioni su beneficiari e servizi di pagamento transfrontaliero, da inviare al Sistema centrale di informazioni sui pagamenti (Cesop, Central Electronic System of Payment information). L’obbligo di comunicazione è

applicabile quando, nel corso di un trimestre civile, un prestatore fornisce servizi di pagamento corrispondenti a più di 25 pagamenti transfrontalieri allo stesso beneficiario. In questa ottica si inserisce il provvedimento dell’Agenzia delle entrate che recepisce la direttiva Ue n. 2020/284, che definisce le modalità e i termini della comunicazione che i Prestatori di servizi di pagamento (Psp) attivi in Italia devono inviare al Fisco dal prossimo anno. La norma mira a contrastare l’evasione fiscale dell’IVA nelle vendite di beni o servizi a consumatori finali localizzati in altri Paesi dell’Unione europea. Grazie alle informazioni trasmesse dai Psp gli esperti di frodi dei Paesi membri possono effettuare verifiche con l’incrocio dei dati riguardanti i soggetti pagatori, i pagamenti e i beneficiari, con la possibilità di rintracciare comportamenti irregolari. Per le transazioni intra-Ue, quindi, è ora obbligatorio i prestatori dei servizi di pagamento: a) conservare i dati sui beneficiari dei pagamenti delle transazioni tra Paesi Ue o tra questi e Paesi terzi (acquisti transfrontalieri); b) trasmettere i dati alle Entrate per l’inserimento nel Cesop per poterli incrociare in ambito Ue e contrastare le frodi IVA.I dati da comunicare sono: il codice identificativo d’azienda; il nome o la denominazione commerciale del beneficiario del pagamento; il numero di identificazione IVA; l’Iban o, se non è disponibile, un identificativo che individui esattamente il beneficiario e la sua localizzazione;  l’indirizzo del beneficiario; i dettagli di pagamenti e rimborsi relativi ai pagamenti transfrontalieri. Nei casi di inadempienza le sanzioni comminate sono quelle per omessa o irregolare conservazione della documentazione fiscale e omessa o irregolare trasmissione della documentazione richiesta dall’amministrazione finanziaria (D.lgs. 471/1997).

Antiriciclaggio: i nuovi limiti ai pagamenti in contanti. Il Parlamento e il Consiglio europeo hanno varato nuove misure per il contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, contenute nel Regolamento UE 2024/1624 (Codice unico antiriciclaggio) e nella VI Direttiva antiriciclaggio, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 19 giugno. Obiettivo del Codice è armonizzare le norme antiriciclaggio nell’Unione europea, con la VI Direttiva si intende migliorare l’organizzazione dei sistemi antiriciclaggio dei Paesi membri, a protezione dei cittadini e del sistema finanziario. Tra le novità, l’estensione delle norme a nuovi soggetti obbligati, con il coinvolgimento, tra gli altri, dei commercianti di beni di lusso, società e agenti del calcio professionistico e i fornitori di servizi di cripto-asset: questi ultimi saranno tenuti a verifiche adeguate della clientela per le operazioni occasionali di almeno  1.000 euro. Per le transazioni in contanti è stato stabilita la soglia di 10.000, ma i singoli Stati possono fissarne una più bassa (in Italia è di 5.000 euro). Comunque, per operazioni occasionali comprese fra 3.000 e 10.000 euro, le persone che le effettuano dovranno essere identificate. E’ stata inoltre istituita la nuova Autorità europea per il contrasto al riciclaggio e il finanziamento del terrorismo (Amla – European Anti-Money Laundering Authority), che avrà sede a Francoforte e inizierà a operare a gennaio 2025, con poteri di vigilanza diretta e indiretta sui soggetti nel settore finanziario. Oltre a una supervisione sui soggetti finanziari più ad alto rischio (quelli attivi in almeno 6 Paesi membri), con l’applicazione di sanzioni pecuniarie ai soggetti obbligati, potrà intervenire in presenza di gravi carenze della vigilanza e fornirà supporto alle Autorità nazionali competenti, garantendo una collaborazione efficace, e gestirà la piattaforma informatica tramite la quale saranno condivise le informazioni. Per il Regolamento l’entrata in vigore è prevista fra tre anni, per il recepimento della VI Direttiva fra due anni.

Deficit eccessivo, procedura di infrazione per l’Italia. Dopo la prima applicazione del Patto di stabilità nella formula rinegoziata dopo gli anni del Covid, l’Unione europea ha aperto una procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia e di altri sei Stati membri (Belgio, Francia, Malta, Polonia, Slovacchia e Ungheria), per il mancato rispetto dei vincoli per disavanzo e debito pubblico, da tenere, rispettivamente, entro il 3% e il 60% del Pil. La Commissione Ue ha valutato che l’Italia si trova in una situazione di squilibrio, migliorata da quella di squilibrio macroeconomico eccessivo del 2023, ma nonostante un miglioramento dei conti, con il rapporto debito pubblico/Pil notevolmente diminuito dagli anni del Covid, ma che resta ancora elevato, oltre il 137% del Pil nel 2023, secondo Bruxelles proprio l’elevato debito pubblico e la debole crescita della produttività sono due aspetti critici, che richiedono riforme e investimenti. La Commissione ha affermato che la crescita della produttività è positiva ma limitata, la partecipazione al lavoro è salita a livelli record, ma è ancora relativamente bassa, il che conferma la necessità di riforme e investimenti, “per superare le carenze strutturali e promuovere condizioni favorevoli alla crescita della produttività”. Secondo la Commissione europea, risulta essenziale mantenere il ritmo di attuazione del Pnrr e l’Italia deve, tra l’altro, “aumentare la concorrenza e migliorare la regolamentazione in alcuni settori a stimolo della crescita e riformare il sistema fiscale per fornire maggiori incentivi alla crescita, con particolare attenzione alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro”. Secondo i dati Eurostat, a fine 2023 ben undici Stati, compreso il nostro, avevano il deficit oltre il 3%. Il ministro Giorgetti ha dichiarato che la procedura era ampiamente prevista, in considerazione  delle numerose misure eccezionali adottate nel periodo del Covid, e che il Governo ha già avviato un percorso di responsabilità della finanza pubblica apprezzato dai mercati e dalle istituzioni Ue.

I dati su inflazione e disoccupazione. Secondo le stime preliminari diffuse da Eurostat, a giugno l’inflazione risulta in  lieve calo nell’eurozona, con l’indice dei prezzi al consumo che scende dello 0,1% rispetto a maggio  passando dal 2,6 al 2,5%. In base alle previsioni, i ervizi avranno il tasso annuo più alto a giugno (4,1%), mentre i generi alimentari, alcol e tabacco saranno al 2,5% rispetto al 2,6 di maggio. Per gli altri Paesi membri i numeri dicono che in Spagna e Germania si è registrato un -0,3% e in Francia un -0,1%. In Italia, invece, l’inflazione a giugno sale allo 0,9%, con un lieve aumento di +0,1%. Riguardo invece al mercato del lavoro, l’istituto di statistica europeo   conferma per maggio la tenuta del mercato del lavoro: il tasso dei disoccupati si conferma al 6,4%, ma rispetto ad aprile 2024 ci sono 13.000 senza lavoro in più nell’Ue e 38.000 nell’area euro. Anche la disoccupazione giovanile resta stabile: tra aprile e maggio resta fermo al 14,2% il tasso di cittadini/e fino a 25 anni di età senza un lavoro.

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