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News dall’Europa

La Bce annuncia la fine del Quantitative easing. Da gennaio si chiude il piano di acquisto titoli che negli ultimi anni tanto ha sostenuto l’economia europea, soprattutto dei Paesi con alto debito pubblico (come il nostro): gli acquisti si dimezzeranno fra ottobre e dicembre e saranno azzerati dal’1/1/2019, ma il Presidente Mario Draghi ha precisato che le misure del Qe “non stanno sparendo, restano parte degli strumenti di politica monetaria che potranno essere usati in particolari frangenti”. Questa la tabella di marcia, resa nota in occasione dell’incontro di Riga: “Dopo settembre 2018, e in subordine al fatto che i dati in arrivo confermino le stime di medio termine d’inflazione, il tasso mensile degli acquisti netti di titoli sarà ridotto a 15 miliardi fino a fine dicembre 2018, e a quel punto gli acquisti netti termineranno”.

In attesa di pagare il bollo uguale per tutti i Paesi membri. Lo stesso prezzo in tutti gli Stati membri basato su due principi: pagare in base ai km percorsi e a quanto inquina l’auto. Obiettivo e intenzione della Commissione Trasporti del parlamento Ue – da approvare e poi negoziare con i Paesi membri – è arrivare a una tassa legata a chilometraggio e inquinamento, premiale per i cittadini che utilizzano i trasporti pubblici invece che la propria automobile e, quindi, inquinano meno, come peraltro avviene già a Milano. Così come è previsto, il bollo Ue obbligherà gli automobilisti a dotarsi di un piccolo congegno elettronico che rilevi la distanza percorsa e le emissioni del veicolo, una sorta di scatola nera: ciò significa che le case produttrici dovranno organizzarsi per creare e installare i dispositivi, quindi tempi non immediati. Ecco perché la Commissione Trasporti Ue ha fissato l’inizio del nuovo bollo al 2023, con la sperimentazione che partirebbe prima sui mezzi pesanti (con peso oltre le 2,4 tonnellate) e l’introduzione definitiva prevista per il 2026.

Chiamate intraeuropee, accordo sulla soglia per i prezzi. Telefonia: ci sarà un seguito all’abolizione del roaming, decisamente positivo per i cittadini, perché il Consiglio dell’Unione e il Parlamento, dopo un accordo preliminare dei Paesi membri, hanno deciso che il prezzo delle chiamate all’interno del territorio comunitario avrà un tetto di 19 centesimi al minuto e che gli Sms non potranno costare più di 6 centesimi ciascuno. Il vantaggio risulta evidente, considerando che attualmente una telefonata all’interno dell’Unione europea può arrivare a costare anche 80 centesimi al minuto, dipende dall’operatore. Il provvedimento sarà approvato definitivamente nei prossimi mesi.

Lavoratori distaccati, la riforma che rende omogeneo il mercato. Sarà recepita dagli Stati membri entro due anni la direttiva anti dumping con la quale il Parlamento Ue ha approvato una misura in base alla quale le imprese che distaccano lavoratori in un Paese europeo dovranno pagare lo stesso stipendio e rispettare le stesse regole contrattuali del Paese ospitante: il distacco non può protrarsi oltre 12 mesi, prorogabile per altri 6, dopo di che si applicherà definitivamente il contratto di settore previsto dal Paese in cui il dipendente lavora. L’obiettivo dichiarato è di impedire alle imprese di utilizzare il distacco dei lavoratori per pagare stipendi più bassi e, in proposito, sono previste anche misure di collaborazione fra Paesi membri per bloccare i casi di falso distacco messi in atto, ad esempio, da società di comodo. La legge si propone di evitane che un’azienda residente in un Paese con salari più bassi possa applicarli anche ai dipendenti distaccati in Stati europei dove invece i contratti di lavoro sono più gravosi. Anche perché la pratica del distacco dei lavoratori ha segnato un incremento del 69% tra il 2010 e il 2016, anno in cui i dipendenti distaccati sono stati 2,3 milioni.

 

Cresce la quota rinnovabili da attuare entro il 2030. Entro il 2030 la quota di energie rinnovabili nella propria produzione energetica deve salire al 32%: questo l’obiettivo fissato dai regolatori europei, che risulta più alto rispetto a quello previsto nel progetto di regolamento, anche se inferiore al livello sperato dal Parlamento europeo e da alcuni governi. Entro lo stesso anno la legge Ue prevede l’eliminazione graduale dell’uso dell’olio di palma ed elimina alcuni ostacoli per i piccoli produttori di energia rinnovabile.

In aumento costo del lavoro e inflazione. Eurostat comunica che rispetto al primo trimestre del 2017 il costo orario del lavoro è cresciuto del 2% nell’area euro e del 2,7% nell’Unione europea. Per quanto riguarda l’inflazione, lo stesso Istituto rileva che nell’eurozona, nel mese di maggio si è avuto un incremento su base mensile dello 0,5% mentre, mentre su base annua, dell’1,9%. L’inflazione dell’Unione europea ha registrato un aumento del 2% su base annua. Per l’Italia, invece, gli ultimi aggiornamenti Istat dicono che sempre a maggio l’indice dei prezzi al consumo è salito dell’1% su anno, con l’inflazione acquisita per il 2018 pari a +0,9%.

 

 

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