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Misure più rigide nel pacchetto antiriciclaggio. Il Consiglio e il Parlamento hanno raggiunto un accordo su alcuni aspetti del nuovo sistema antiriciclaggio dell’Unione, che mira a proteggere i cittadini e il sistema finanziario dal riciclaggio e dal finanziamento del terrorismo. A seguito dell’intesa tutte le norme applicabili al settore privato saranno trasferite in un nuovo regolamento, mentre una direttiva si occuperà dell’organizzazione di sistemi istituzionali antiriciclaggio e di lotta al

finanziamento del terrorismo (AML/CFT) a livello nazionale negli Stati membri. Grazie all’accordo vengono armonizzate per la prima volta in modo esaustivo le norme in tutta l’Ue, con un miglioramento del modo in cui sono organizzati e collaborano i sistemi nazionali di lotta al riciclaggio. I soggetti obbligati, come le banche, gli enti finanziari, i servizi di gestione patrimoniale, le agenzie immobiliari, le case da gioco e i commercianti, svolgono un ruolo centrale di custodi nel quadro AML/CTF, poiché si trovano in una posizione privilegiata per individuare le attività sospette. L’accordo estende l’elenco dei soggetti obbligati alla maggior parte del settore delle cripto-attività, obbligando tutti i prestatori di servizi a effettuare un’adeguata verifica di fatti e informazioni relativi ai loro clienti quando eseguono operazioni d’importo pari o superiore a 1.000 euro, segnalando le attività sospette. Altri soggetti interessati dagli obblighi di verifica della clientela e di segnalazione saranno gli orafi,  gli orologiai e i gioiellieri, quelli che commerciano automobili di lusso e opere d’arte, pietre e metalli preziosi, aerei e yacht. Inoltre, in tutta l’Unione il limite massimo per i pagamenti in contanti è fissato a 10.000 euro, per rendere più difficile il riciclaggio, ma gli Stati membri potranno imporre un limite massimo inferiore. In proposito, in base all’accordo i soggetti obbligati dovranno identificare e verificare l’identità di una persona che effettua un’operazione occasionale in contanti di importo compreso fra 3.000 e 10.000 euro.

Pmi, nel 2024 i nuovi requisiti per la definizione. Nella Raccomandazione n. 2003/361/Ce sono contenute le importanti novità per la definizione di piccola e media impresa a livello europeo. La nuova Direttiva 2775/2023 del Parlamento e del Consiglio, invece, aumenta del 25% i criteri dimensionali rispetto ai bilanci d’esercizio e consolidati. La novità del 2024 riguarda il totale dello stato patrimoniale e i ricavi netti di vendite e prestazioni, le cui soglie sono aumentate del 25% dalla nuova direttiva 2013/34/UE.  Le novità hanno riverbero sugli obblighi di comunicazione contabile e i Paesi membri dovranno uniformarsi alle nuove regole entro il prossimo mese di dicembre. Per quanto riguarda la classificazione, restano invariati i tre criteri, quindi numero di occupati, fatturato annuo e totale bilancio annuo. Secondo la normativa comunitaria, si definisce impresa ogni entità, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che eserciti un’attività economica, anche artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le associazioni. Secondo le raccomandazioni Ue sono piccole imprese quelle con meno di 50 occupati e un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro; medie imprese quelle che con meno di 250 occupati e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro o un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni; microimprese quelle con meno di 10 occupati e un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.

Il rapporto 2023 della Commissione sull’IVA non riscossa. Nel rapporto 2023 la Commissione europea pubblica i dati sul differenziale dell’IVA, ovvero la differenza tra le entrate previste e quelle effettivamente riscosse nel 2021. E i numeri sono impietosi, 60,6 miliardi di euro non riscossi (14, 6 in Italia). Viene però rilevato anche un elemento positivo, la significativa riduzione del differenziale registrato fra il 2020 (99 miliardi di euro) e il 2021 (60,8 miliardi), pari a circa 38 miliardi di euro. Il dato positivo in termini di diminuzione interessa anche l’Italia, con un -10,7% (e la Polonia, -7,8%): nel nostro Paese si è passati dai  27,3 miliardi del 2020 ai 14,6 dell’anno dopo.

Bonifici bancari istantanei, sicuri e senza costi aggiuntivi. Il comunicato stampa dello scorso 7 febbraio informa dell’adozione definitiva, da parte del Parlamento, delle nuove regole che assicurano l’immediato arrivo dei pagamenti nei conti bancari di clienti e imprese in tutta l’Unione europea. Lo stabilisce  il nuovo regolamento Ue: pagamenti istantanei senza addebito di costi o oneri aggiuntivi, sicurezza per i consumatori e misure aggiornate per verificare l’identità del destinatario e individuare frodi. Obiettivi del regolamento sono migliorare la sicurezza dei trasferimenti monetari e garantire che in tnutto il territorio Ue clienti e imprese, in particolare le Pmi, riceveranno i versamenti bancari entro dieci secondi, anziché dopo due o tre giorni lavorativi, in modo sicuro e senza costi aggiuntivi. Da parte loro, banche e prestatori di servizi di pagamento (PSP) dovranno garantire che i bonifici siano processati immediatamente, indipendentemente dal giorno o dall’ora. Gli oneri applicati alle operazioni di bonifico istantaneo da un PSP non possono essere superiori a quelli applicati alle operazioni di trasferimento non istantanee. Senza costi aggiuntivi anche il servizio che i prestatori di servizi di pagamento devono fornire per verificare l’identità del destinatario. Le nuove disposizioni entreranno in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea e gli Stati membri avranno 12 mesi per applicare il regolamento.  I Paesi membri che non adottano l’euro dovranno comunque applicare le norme per i conti bancari che possono già effettuare operazioni in euro: è prevista una deroga all’esecuzione del bonifico entro dieci secondi per questi conti bancari se effettuato fuori dell’orario lavorativo, per la variabilità delle condizioni rispetto all’accesso alla liquidità in euro.

Eurostat e Bce, inflazione più bassa e stime di crescita. Secondo le stime preliminari di Eurostat, a gennaio l’inflazione nell’Eurozona scende dal 2,9 al 2,8%, registrando un lieve calo rispetto a dicembre (-0,1%). In particolare, per generi alimentari, alcol e tabacco +5,7% (era +6,1% a dicembre), per i servizi +4% (stabile rispetto a dicembre), energia -6,3% (-6,7% a dicembre) e beni industriali non energetici +2% (2,5% a dicembre). Nella riunione di dicembre la Banca centrale europea ha mantenuto invariati i tassi ufficiali (4,5% sui rifinanziamenti principali, 4% sui depositi e 4,75% sui prestiti marginali), ma ha annunciato che a metà anno (anziché a fine 2024) saranno ridotti di 7,5 miliardi di euro al mese gli acquisti di titoli nell’ambito del piano pandemico Pepp, per azzerarli poi entro la fine del prossimo anno. Ha inoltre abbassato le stime di crescita nell’Eurozona allo 0,8% nel 2024 e all’1,5% nel 2025-26, con una riduzione dell’inflazione per l’anno in corso dal 3,2 al 2,7% e confermato al 2,1% quella per il 2025. La Bce ribadisce, inoltre, che si attende una ripresa della crescita nel 2024.

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