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Cambiamenti nella lista dei Paesi non cooperativi a fini fiscali. La lista Ue delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali comprende i Paesi che non hanno partecipato a un dialogo costruttivo con l’Unione europea in materia di governance fiscale o che non hanno rispettato gli impegni assunti per attuare le riforme necessarie. Tali riforme dovrebbero mirare alla concordanza con una serie di criteri oggettivi di buona governance
fiscale, tra i quali la trasparenza fiscale, l’equa imposizione e l’attuazione delle norme internazionali volte a prevenire l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili. Lo scorso 17 ottobre il Consiglio ha deciso oggi di aggiungere Antigua e Barbuda, Belize e Seychelles alla lista UE delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali, mentre dall’elenco sono state cancellate le Isole Vergini britanniche, Costa Rica e le Isole Marshall. Alla luce di questi aggiornamenti, la lista Ue comprende 16 giurisdizioni: Samoa americane, Antigua e Barbuda, Anguilla, Bahamas, Belize, Figi, Guam, Palau, Panama, Russia, Samoa, Seychelles, Trinidad e Tobago, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini degli Stati Uniti e Vanuatu.
Bce, dopo tutti gli aumenti i tassi di interesse restano invariati. Come previsto, nell’ultima riunione di fine ottobre il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha mantenuto i tassi invariati, dopo l’ultimo aumento di 25 punti base a settembre. Le nuove informazioni hanno confermato la valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine, nonostante le attese sono che l’inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo lungo e proseguono le forti pressioni interne sui prezzi. Secondo i tecnici, al netto calo dell’inflazione registrato a settembre hanno contribuito i passati aumenti dei tassi di interesse, che hanno frenato la domanda. Secondo il Consiglio direttivo, che è “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine”, le decisioni future continueranno a essere indirizzate dai dati e dalle prospettive di inflazione. La presidente Christine Lagarde ha sottolineato che l’economia dell’area euro rimane debole e che la contrazione dell’industria si sta estendendo ad altri settori, con i rischi per la crescita che restano orientati al ribasso, anche se il calo dell’inflazione e la ripresa della domanda di esportazioni dovrebbero rafforzare l’economia nei prossimi anni. Incombono i crescenti rischi causati dal conflitto in Medio Oriente, con potenziali ricadute negative per i rischi di rialzo dei prezzi energetici.
Nuove regole per contrastare evasione e frodi IVA.
La Commissione europea ha presentato i dati contenuti nel VAT Gap Report e pubblicato una proposta di legge per limitare le frodi – “IVA nell’era digitale” (VAT in the Digital Age) – che si rivolge a piccole e medie imprese, piattaforme e operatori del commercio online, con l’obiettivo di modernizzare il sistema di rendicontazione IVA e favorire gli scambi commerciali intra-Ue limitando il mancato gettito. Poiché la Commissione ritiene che circa il 25% del mancato gettito è ascrivibile alle frodi fiscali, con la proposta legislativa si punta a contrastare questo preoccupante fenomeno attraverso l’adeguamento della disciplina comunitaria in materia di IVA alle nuove esigenze e agli attuali andamenti dell’economia digitale. Tra le misure che saranno introdotte, la fatturazione elettronica per le operazioni transfrontaliere B2B e una nuova piattaforma centralizzata di gestione dei dati fiscali provenienti da tutti i Paesi membri.
Il progetto di bilancio per il 2024. Gli ambasciatori dei Paesi membri presso l’Ue (Coreper) hanno concordato la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio per il prossimo anno, che ammonta a 187.008 miliardi di euro in impegni e 141.167 miliardi in pagamenti, che coprono le spese derivanti dagli impegni iscritti nel bilancio durante l’esercizio in corso e quelli precedenti. Si tratta del quarto bilancio annuale nell’ambito del bilancio a lungo termine dell’Unione, il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027. Il Consiglio, che si riunirà per preparare la seconda riunione del comitato di conciliazione al fine di raggiungere un accordo con il Parlamento europeo sul bilancio annuale dell’Ue per il 2024, chiede misure comuni per contenere le spese amministrative, che sono aumentate oltre le previsioni iniziali, a causa dell’inflazione e degli elevati prezzi dell’energia.
Ricarica dei veicoli elettrici, ai fini IVA è una cessione di beni. Nella causa C-282/22 la Corte di Giustizia Ue ha chiarito la corretta qualificazione IVA delle operazioni di ricarica di veicoli elettrici. La domanda di pronuncia era stata proposta dalla Corte suprema amministrativa della Polonia per una controversia relativa al trattamento IVA di un’attività consistente di installazione e gestione di punti di ricarica aperti al pubblico per veicoli elettrici. La società intendeva creare una piattaforma specializzata, un sito Internet o una app per consentire al cliente di prenotare un connettore, di consultare la cronologia delle operazioni e dei pagamenti effettuati, con un costo unico da fatturare per tutte le prestazioni. Per queste ragioni aveva presentato un interpello, sostenendo che l’attività prevista consisteva in una prestazione di servizi, all’autorità fiscale, secondo la quale la fornitura di energia elettrica si doveva considerare la prestazione principale e gli altri servizi dovevano essere considerati accessori. La Corte di Giustizia evidenziava che quando un’operazione è costituita da una serie di elementi si devono considerare tutte le circostanze per determinare se dia luogo, ai fini IVA, a due o più prestazioni distinte o ad un’unica prestazione, e se, in quest’ultimo caso, si debba qualificare come cessione di beni o prestazione di servizi. La Corte concludeva che la fornitura di energia alla batteria di un veicolo elettrico costituisce una cessione di beni, in quanto l’operazione conferisce all’utente del punto di ricarica il diritto di consumare l’energia elettrica trasferita, che è assimilata ad un bene materiale (art. 15, paragrafo 1, Direttiva 2006/112). L’accesso all’apparecchiatura di ricarica, l’assistenza tecnica e la messa a disposizione di applicazioni informatiche costituiscono servizi accessori rispetto alla fornitura di energia elettrica, che hanno l’unico scopo di migliorare il trasferimento dell’energia necessaria alla ricarica del veicolo.