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News dall’Europa

Prorogato al 31/12/2023 per il voucher connettività. La decisione C(2022) 8798 final della Commissione europea è stata approvata l’estensione del voucher connettività fino al 31/12/ 2023, per il quale il Governo ha stanziato circa 590 milioni di euro. Si tratta del contributo, che consiste in uno sconto in bolletta, per acquistare abbonamenti a internet ultraveloce direttamente presso gli operatori di telecomunicazioni: i beneficiari sono le micro,

piccole e medie imprese regolarmente iscritte al Registro delle imprese e le persone fisiche titolari di partita IVA che esercitano, in proprio o in forma associata, una professione intellettuale (art. 2229, Codice civile) o una professione non organizzata (legge 4/2013). Sono 4 le tipologie di voucher attivabili: dal voucher A1, che consiste in un contributo di 300 euro per un contratto di 18 mesi che garantisca il passaggio a una connettività con velocità massima in download compresa nell’intervallo 30 Mbit/s–300 Mbit/s, fino al voucher C, con un contributo di 2.000 euro per un contratto di 24 mesi che garantisca il passaggio a una connettività con velocità massima in download superiore ad 1 Gbit/s, che può essere aumentato di un ulteriore importo fino a 500 euro se i costi di allaccio alla rete sono sostenuti dai beneficiari.

Illegale l’esenzione ICI per gli enti non commerciali. La Commissione europea torna sulla problematica del recupero dell’esenzione ICI per alcuni enti non commerciali, tra i quali anche quelli religiosi. Il periodo interessato va dal 2006 al 2011e nel 2012 la Commissione ha definito l’esenzione incompatibile con le norme europee sugli aiuti di Stato, ritenendola un vantaggio selettivo. Viene dunque reiterato il richiamo all’Italia di recuperare le agevolazioni considerate illegali accordate, sotto forma di esenzione dall’imposta sugli immobili, agli enti non commerciali che svolgevano determinate attività: assistenziali, didattiche, ricettive, sanitarie, previdenziali, culturali, ricreative e sportive o di natura religiosa. Con la nuova decisione SA.20829 del 3 marzo, la Commissione europea ribadisce che l’esenzione ICI è incompatibile con le norme Ue sugli aiuti di Stato, dopo che non ne era stato chiesto il recupero per le difficoltà di identificare con precisione quali fossero i destinatari. Nel 2018 interviene la Corte di Giustizia, che chiede alla Commissione di considerare sistemi alternativi per recuperare l’aiuto, anche se in misura parziale, da cui la decisione che, invece, prescrive il recupero. Nel comunicato stampa relativo alla decisione si legge che, pur riconoscendo le difficoltà per le autorità italiane nel definire i beneficiari dell’aiuto, le stesse non sono sufficienti per escluderne un recupero almeno parziale.

Reddito di cittadinanza e assegno unico, procedura di infrazione contro l’Italia. Il reddito di cittadinanza e l’assegno unico per figli a carico costituiscono una discriminazione tra i lavoratori italiani ed europei e penalizzano gli stranieri rispetto a chi è nato in Italia: queste le ragioni alla base della procedura d’infrazione contro l’Italia, che ha 2 mesi per spiegare l’inserimento, tra i requisiti principali per l’accesso al reddito, della residenza da 10 anni con almeno 2 consecutivi prima di chiedere il sussidio, mentre in base alle norme europee il requisito di residenza dovrebbe limitarsi a 3 mesi. La procedura intende tutelare il principio di libera circolazione dei lavoratori comunitari e far rispettare le regole sulla protezione internazionale. Il Regolamento 2011/492 e la Direttiva 2004/38/CE prescrivono che le prestazioni di assistenza sociale, com’è il reddito di cittadinanza, la piena accessibilità a tutti i cittadini dell’Unione europea lavoratori subordinati, autonomi o che hanno perso il lavoro, senza paletti per la residenza; inoltre, la direttiva 2003/109/CE sancisce che i soggiornanti di lungo periodo extra Ue possono accedere alla prestazioni sociali. Nel mirino anche l’assegno unico, riservato ai residenti in Italia da almeno 2 anni in Italia e solo se conviventi con i figli. Anche in questo caso, secondo la Commissione, è evidente la differenza di trattamento tra Italiani e cittadini europei.

L’Ecofin aggiorna la lista dei paradisi fiscali. Nel corso del Consiglio dei Ministri delle finanze europei, tenutosi lo scorso 14 febbraio, sono stati aggiunti altri Paesi alla black list. Il Consiglio Economia e Finanza dell’Unione (Ecofin) ha quindi aggiornato l’elenco dei paradisi fiscali, inserendo Russia, Costa Rica, Isole Marshall e Isole Vergini Britanniche tra le giurisdizioni non cooperative ai fini fiscali, che si aggiungono a quelli già presenti: Bahamas, Trinidad e Tobago, Samoa, Panama, Anguilla, Guam, Palau, Vanuatu, Samoa americane, Figi, Isole Turks e Caicos e Isole Vergini americane. A questi Paesi si chiede di migliorare il proprio quadro giuridico e di attivarsi per il rispetto degli standard internazionali in materia fiscale, che implicano la trasparenza fiscale, una tassazione equa e l’attuazione di norme internazionali finalizzate a prevenire l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili.

Accordo sulla flessibilità per gli aiuti di Stato. Importanti i temi economici trattati e le misure di politica economica emerse a conclusione del vertice straordinario del Consiglio europeo tenutosi a febbraio. A sostegno della competitività europea, e in risposta all’Inflation Reduction Act approvato negli Usa, un’intesa su una maggiore flessibilità sugli aiuti di Stato per la transizione digitale e verde, un fondo sovrano comune e un utilizzo più semplice e trasparente dei fondi comunitari, oltre a misure per la competitività. Le misure approvate sono significative, tra le quali: fondi UE più flessibili e con più semplice accesso ai finanziamenti, investimenti pubblici e privati per la crescita, norme sugli appalti pubblici a favore dell’industria verde, unione dei mercati dei capitali, sviluppo di catene di approvvigionamento affidabili.

Approvato l’aumento degli aiuti di Stato per le imprese del Sud Italia. Per la Commissione europea, nel contesto della guerra tra Russia e Ucraina, le modifiche a un regime vigente a favore delle aziende dell’Italia meridionale sono in linea con il quadro temporaneo di crisi per misure di aiuto di Stato. Tra le misure, destinate alle imprese attive in tutti i settori, fatta eccezione per quello finanziario, agricolo primario e del lavoro domestico, un aumento del bilancio di 5,7 miliardi di euro, la proroga al 31 dicembre 2023 del periodo entro cui può essere concesso l’aiuto e un aumento dei massimali di aiuto.

Frodi finanziarie contro il bilancio comunitario, in Italia il numero più alto. Dalla relazione annuale delle attività della Procura europea (Eppo) risulta che nel 2022 l’Italia ha inviato 345 denunce con un danno di 3,2 miliardi di euro, 2,7 dei quali causati da frodi sull’IVA transfrontaliera. Con un totale di 102 casi tra giugno e dicembre 2021 sui 515 europei, il nostro Paese risulta al primo posto per numero di frodi finanziarie contro l’Unione in 22 dei 27 Stati membri: Irlanda, Svezia, Danimarca, Polonia e Ungheria non fanno parte della Procura, che ha il compito di contrastare fenomeni criminosi come il riciclaggio, la corruzione e varie tipologie di frode.

Annunciata una legge sull’industria a zero emissioni. La presidente della Commissione europea Von der Leyen, individuando come obiettivo primario quello di fare dell’Europa la patria della tecnologia pulita e dell’innovazione, ha annunciato una legge per favorire e stimolare l’industria verde in Europa, con investimenti su progetti strategici, aiuti di Stato a sostegno e un fondo europeo, per evitare il trasferimento delle aziende negli Stati Uniti, che hanno messo in campo investimenti record e agevolazioni, per incentivare la produzione di energia pulita, tali da tentare le aziende europee con la possibilità di una delocalizzazione in Nord America. La nuova legge conterrà misure per semplificare e ridurre la burocrazia, velocizzare le autorizzazioni e snellire norme e procedure in settori cruciali come l’eolico, il solare, l’idrogeno pulito, lo stoccaggio e altri.

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