ECONOMIA EUROPA FISCALITA

Lotta alle frodi contro l’Ue, il primato all’Italia

Dalla presentazione della Relazione annuale 2017 del Comitato nazionale per la lotta contro le frodi all’Ue (Colaf) si ricava che nel 2017 l’Italia è un Paese leader nell’Unione, quello che ha perseguito di più le frodi contro l’Ue e che dal 2004 a oggi ha evitato che la Commissione rimborsasse indebitamente 61 milioni di euro. Solo nel 2017 la diminuzione degli importi riguardanti casi di irregolarità o frode è calata del 16% che equivale a un risparmio di 18 milioni di euro rispetto all’anno precedente.

L’attività di chiusura dei casi più “antichi” ancora aperti con la Commissione europea, avviata nel 2014, che ha registrato la chiusura di 243 dossier per un ammontare complessivo di oltre 61 milioni di euro, ha evitato che tale importo diventasse oggetto di rimborso alla Commissione, trasformandolo invece in un risparmio per il bilancio nazionale.

La relazione, che riporta i risultati internazionali e nazionali conseguiti, evidenzia che nel 2017 l’Italia risulta ancora una volta come il Paese leader in Europa in materia di prevenzione e lotta ai fenomeni di frode ai danni del budget europeo, in grado di contrastare e combattere la criminalità finanziaria grazie a strumenti normativi più efficienti e ad una più elevata professionalità investigativa.

Nell’attività di contrasto alle frodi messe in atto per aggiudicarsi i fondi dell’Unione europea il Colaf opera con il supporto e la collaborazione del Nucleo della Guardia di Finanza per la repressione delle frodi nei confronti dell’Ue, che nella Relazione ha redatto anche la strategia nazionale antifrode, ossia le linee per i prossimi anni, come ha detto Francesco Attardi, il Comandante del Nucleo, illustrando la Relazione.

 

Le dichiarazioni

L’attività di contrasto alle frodi per aggiudicarsi i fondi dell’Unione europea è svolta dal Colaf, istituito presso il Dipartimento Politiche Europee, insieme al Nucleo della Guardia di Finanza.

Aprendo i lavori, il Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha dichiarato che “Le frodi sono in grado di intaccare quella istituzione invisibile su cui poggia lo sviluppo del nostro sistema economico: la fiducia. La fiducia verso l’Italia, la fiducia verso le imprese italiane, ma anche la fiducia dei cittadini italiani nei confronti delle Istituzioni nazionali e comunitarie, la fiducia verso il futuro. Bisogna quindi perseverare nella lotta per la legalità, strettamente connessa alla qualificante fase della progettazione, attraverso la quale dobbiamo dimostrare di saper investire in maniera virtuosa tutte le risorse a disposizione”.

L’Italia è stato il Paese con il più alto numero di decisioni giudiziarie adottate rispetto alle raccomandazioni indirizzate dall’Olaf – l’Ufficio europeo per la lotta antifrode – a seguito di casi di sospetta frode. Il rapporto fra decisioni giudiziarie e raccomandazioni viene misurato con un indice, l’indictment rate, che in Italia è pari al 58% rispetto a una media europea del 42%.

Beatrice Covassi, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, ha affermato che le frodi riguardano principalmente i fondi per l’agricoltura e per la realizzazione delle infrastrutture, e che l’educazione alla legalità e il corretto uso delle risorse pubbliche europee “è fondamentale per realizzare e tutelare il bene pubblico”.

 

La Relazione annuale

Nel corso della presentazione, il Ministro degli Affari europei, Paolo Savona, ha affermato che negli ultimi anni la Commissione europea ha richiesto a tutti i Paesi membri l’elaborazione e la conseguente adozione di strategie nazionali per la lotta antifrode, finalizzate alla prevenzione dei fenomeni illeciti attraverso un’attenta pianificazione delle attività di controllo fondata sull’analisi del rischio e con il supporto di adeguati strumenti informatici. Anche perché a livello internazionale la lotta antifrode non può prescindere anche da un metodo coordinato da parte di tutte le istituzioni europee e delle competenti autorità dei Paesi membri, soprattutto alla luce del carattere sempre più transnazionale dei fenomeni illeciti.

E’ proprio in tale contesto che negli ultimi anni l’Italia è emerso, come è stato segnalato dai delegati del Colaf e nei Rapporti annuali 2016 e 2017 dell’Olaf, un forte apprezzamento per “l’innovativa progettualità” che a livello europeo ha portato il nostro Paese al conseguimento di risultati di grande importanza ed enorme prestigio.

 

I fondi strutturali

Questi risultati, ha poi detto Savona, dimostrano quanto il nostro Paese controlli e difenda gli interessi finanziari dell’Unione. Non è un caso che l’Italia è stata la prima a rilevare, a livello europeo, “l’elemento di criticità nel settore dei fondi strutturali derivante dalla mancanza di strumenti di mutua assistenza amministrativa tra gli Stati membri”. Un settore, questo, particolarmente a rischio di fenomeni di frode, che rappresenta la voce di spesa più consistente dei finanziamenti europei ma che non risulta tutelato da strumenti di cooperazione investigativa. Nell’ambito del Gruppo Antifrode del Consiglio europeo, nel 2016 l’Italia ha avviato due specifiche progettualità, con l’ultima alla quale partecipano le strutture antifrode di altri 27 Paesi; inoltre, sono state avanzate importanti proposte legislative alla Commissione europea basate sullo scambio di informazioni tra gli uffici centrali antifrode degli Stati membri, proposte che sono state poi recepite dalla Commissione nel Regolamento UE n. 883/2013.

Le iniziative del Colaf finalizzate alla prevenzione di irregolarità e frodi hanno continuato a far diminuire in maniera importante il cosiddetto “tasso d’errore” nell’utilizzo, in particolare, proprio dei fondi strutturali: nel 2016 c’è stata una riduzione del 59,6% rispetto al 2015 (-162 milioni di euro), e nel 2017 del 16% rispetto al 2016 (-18 milioni di euro).

 

Le strategie future

Sono state illustrate le future linee strategiche d’intervento del Comitato, rivolte a prevenire i fenomeni illeciti e recuperare i fondi illecitamente erogati, che saranno:

– la realizzazione di una piattaforma nazionale antifrode, unica e integrata tra tutte le Amministrazioni competenti coinvolte nei finanziamenti europei, al fine di sviluppare appositi indici di rischio;

– l’istituzione di tavoli tecnici permanenti con la partecipazione di tutte le Autorità di gestione di fondi europei, dei tecnici del Colaf, del Dipartimento per le Politiche di coesione, dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e della Guardia di Finanza, oltre a magistrati del Ministero della Giustizia e della Corte dei Conti;

– l’attuazione del protocollo d’intesa siglato con il Ministero dei beni e delle attività culturali e con la partecipazione dell’Autorità nazionale anticorruzione e della Guardia di Finanza;

– un’attività di formazione tramite corsi universitari di alta specializzazione per professionisti in “europrogettazione” per massimizzare la prevenzione dei fenomeni illeciti e nel 2017 è stata già avviata una collaborazione con l’Università “La Sapienza” di Roma nell’ambito del Master interfacoltà di 1° livello in Europrogettazione e Professioni europee;

– l’avvio di una collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili per promuovere il coinvolgimento degli iscritti nelle attività di controllo di 1° livello nell’attuazione di programmi e progetti cofinanziati con risorse europee.

 

 

 

 

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