FISCALITA

L’eterna lite tra contribuenti e Fisco: i numeri del contenzioso tributario

Il Dipartimento delle Finanze – Direzione della Giustizia tributaria del Mef – ha pubblicato online il “Rapporto sui depositi telematici degli atti e documenti nel contenzioso tributario” relativo al periodo 1° dicembre 2015 – 31 gennaio 2018: una documentata e interessante sintesi delle controversie che vedono contribuenti e Fisco impegnati a far valere le proprie ragioni aule delle Commissioni tributarie.

Lo studio evidenzia i progressi in tema di processo tributario telematico (Ptt), attivo su tutto il territorio nazionale dal luglio 2017, compiuti attraverso un percorso di graduale estensione a livello regionale iniziata il 1° dicembre 2015. Si tratta di una procedura utile per cittadini e imprese in termini di semplificazione, trasparenza ed efficienza.

Il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 163/2013 ha regolamentato l’uso di strumenti informatici e telematici nel processo tributario, inserendolo nel progetto complessivo di digitalizzazione della giustizia e della semplificazione del rapporto tra Fisco e contribuenti: successivamente sono state disciplinate le regole tecniche per il deposito con modalità telematica (decreto del Direttore Generale delle Finanze, 28/11/2017). Oggi l’utilizzo del deposito telematico è una facoltà per la parte processuale e prescinde dalla modalità cartacea o telematica utilizzata dalla controparte nella stessa controversia.

Il tutto in attesa della sentenza telematica, che potrebbe debuttare nei primi mesi del 2019.

 

Il deposito degli atti telematici

Attualmente un cittadino, registrandosi nel sito“www.giustiziatributaria.gov.it”, può accedere al sistema informativo della Giustizia tributaria (Sigit – Ptt) e depositare atti e documenti processuali già notificati alla controparte. Il deposito degli atti telematici avviene utilizzando una piattaforma informatica centralizzata, senza avvalersi della posta elettronica certificata (Pec): il sistema garantisce l’acquisizione degli atti e dei documenti tramite il rilascio di ricevute attestanti il loro invio e comunica l’esito positivo anche con l’attribuzione del numero di Rgr/Rga inviando le relative comunicazioni alla Pec indicata al momento della registrazione.

La conseguente creazione del fascicolo processuale permette ai giudici tributari, ai contribuenti, ai professionisti e agli enti impositori, di consultare gli atti giudiziari direttamente dal proprio ufficio o da casa, con evidenti benefici in termini di semplificazione, di trasparenza degli adempimenti processuali, di durata del contenzioso e di riduzione di costi e tempi derivanti dal doversi recare presso le sedi delle Commissioni tributarie: la consultazione del fascicolo telematico avviene tramite il servizio del “Telecontenzioso”.

Al 31 gennaio 2018 sulla piattaforma centralizzata risultano depositati complessivamente oltre 317.000 file e risultano registrati complessivamente oltre 24.000 utenti: più di 17.000 sono cittadini e professionisti, che hanno ricevuto le relative credenziali di accesso e circa 7.000 sono dipendenti di enti impositori centrali (Agenzie fiscali, Camere di commercio, ecc.) e territoriali (Comuni, Regioni e Province).

 

Più depositi al Centro-Nord

Nel 2017 sono stati depositati oltre 241.000 atti con modalità telematiche, equivalenti al 20,38% di tutti gli atti processuali arrivati nelle Commissioni tributarie: le percentuali più elevante dei depositi telematici si sono avute nelle Commissioni tributarie del Friuli Venezia Giulia (34,5%), Lazio 28,2%, Emilia Romagna 28,1%, Veneto (27,9%), Piemonte (25,2%), Campania (22,6%), Lombardia (22,6%) e Abruzzo (20,1%).

Nell’ambito delle Commissioni tributarie regionali, quelle con le percentuali più alte di adesione al Ptt sono quelle di Lazio, Campania, Toscana e Marche; per le Commissioni tributarie provinciali, registrano le più alte percentuali di documenti depositati telematicamente quelle di Asti (77,2%), Bologna (60%) e Rovigo (58,1%).

 

Le liti pendenti

Per quanto concerne invece le giacenze, ovvero il numero di contenziosi aperti, i dati contenuti nelle relazioni del Mef e della Corte dei Conti sullo stato del contenzioso tributario, elaborati dall’Adnkronos, dicono che si sono praticamente ridotte alla metà nel primo grado, mentre sono aumentate di oltre l’80% nel secondo grado. Nelle relazioni di monitoraggio sullo stato del contenzioso tributario e sull’attività delle Commissioni tributarie del Ministero dell’Economia, si legge che tra il 2007 e il 2017 c’è stata una diminuzione delle cause aperte del 31,3%, scese dunque da quasi 608.000 a quasi 418.000.

La riduzione è risultata drastica presso le Commissioni tributarie provinciali (il primo grado di giudizio): in dieci anni la quota di cause pendenti si è ridotta del 49,6%, passando da oltre 522.000 a poco più di 263.000. La situazione non è stata replicata in secondo grado, presso le Commissioni tributarie regionali, dove nello stesso decennio le giacenze sono aumentate dell’80,6%, passando da oltre 85.500 a 154.518.

Nel rapporto sul contenzioso delle commissioni tributarie la Corte dei Conti sottolinea che più di una causa su tre risulta in attesa di giudizio da più di tre anni e di questi uno su 10 è in attesa della sentenza da più di 5 anni. Su un totale pari al 37,1% degli atti pendenti al 31 dicembre 2016, il 27,4% degli atti è giacente da più di 2 anni e meno di 5, mentre quasi il 10% attende da oltre 5 anni. Al 31 dicembre 2016 risultano 811 casi in attesa di giudizio da più di 15 anni e più della metà (491 ricorsi) sono ancora fermi al primo grado di giudizio.

 

 

 

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