La legge di Stabilità fra emendamenti, modifiche, novità e fiducia
Mentre scriviamo è iniziato da qualche giorno, in Commissione Bilancio al Senato, l’iter per l’adozione in via definitiva del disegno di legge che darà vita alla legge di Stabilità 2016, che sarà l’ultima, in quanto dal 2017 diventerà parte della Legge di Bilancio.
Si tratta di un insieme di misure per circa 27 miliardi – diventerebbero 30 con l’aggiunta della flessibilità Ue – con molti provvedimenti in materia di fisco e spesa pubblica, tra i quali spiccano l’abolizione delle tasse sulla prima casa (con il segno positivo, in termini di gradimento) e il canone Rai nella bolletta della luce (con il segno negativo).
Una partita nella partita la gioca il Governo, che conta di riuscire a conquistare uno 0,2% aggiuntivo di flessibilità da parte dell’Unione Europea – che permetterebbe di spendere altri tre miliardi di euro, con una parte destinata all’edilizia scolastica – a fronte delle spese straordinarie sostenute dall’Italia per fronteggiare l’emergenza migranti.
I margini di manovra sono molto limitati. Il Premier Renzi ha escluso nella maniera più assoluta di poter contare su risorse aggiuntive, mentre il Ministro Padoan ha fatto capire in Parlamento che non ci saranno grandi spazi per modifiche, affermando che le pensioni saranno affrontate l’anno prossimo e “senza indebolire” il sistema, mentre nel 2017 si cercheranno le risorse per i contratti del settore pubblico. Le clausole di salvaguardia che prevedono aumenti dell’IVA tra il 2017 e il 2018 non saranno eliminate, ma dimezzate.
Si parte subito con le relatrici che chiedono alle opposizioni di ridurre le proposte di modifica, richiesta motivata dai ben 3.563 (!) emendamenti presentati da tutte le forze politiche: 711 il Gruppo Misto del Senato, 444 il Pd, 590 il M5S, 478 Forza Italia e 334 la Lega Nord.
Tra queste, le modifiche volte a “rafforzare i profili di crescita e sviluppo in particolare a favore di Sud, famiglie e giovani coppie” e quelle incentrate su Mezzogiorno e pensioni ci potrebbe essere una convergenza generale e un’intesa politica, viste le numerose richieste di maggioranza e opposizione; lo stesso dicasi per il pacchetto predisposto dai Comuni e per la proposta di introdurre la trasmissione in forma telematica all’Agenzia delle Entrate dei dati di interesse fiscale contenuti nelle fatture, volta a contrastare l’evasione dell’Iva.
Poiché al momento i gruppi politici ne hanno selezionati 400 – poco più del 10% – e da questi potrebbero scaturire le novità rispetto al testo inizialmente presentato, sarà questo il panorama che abbiamo deciso di presentarvi.
La casa
Che risulti in pole position il tema della casa non può essere considerato uno scoop. La misura più gradita, ma allo stesso tempo contestata, è l’abolizione della Tasi sulla prima casa, e anche dell’Imu, che potrebbe invece essere aumentata per le seconde e terze case.
Tra le ultime proposte segnaliamo la cancellazione di Imu e Tasi per la casa concessa in uso gratuito ai figli e su quella attribuita con sentenza dal giudice all’ex coniuge; un’aliquota Imu-Tasi minima, al 4 per mille, per i proprietari che affittano a canone concordato; la stabilizzazione della cedolare secca con aliquota ridotta al 10% sugli affitti; l’aumento da 8.000 a 20.000 euro del limite su cui calcolare la detrazione per l’acquisto di mobili per le coppie con meno di 40 anni (invece che 35) anche in assenza di lavori di ristrutturazione.
Incentivi per chi assume
Attualmente prevedono uno sgravio sui contributi totale per chi assume un dipendente a tempo indeterminato o converte un contratto precario in uno stabile. Secondo il testo originario del ddl dal 1° gennaio caleranno al 40%, ma siamo in alto mare perché tra gli emendamenti troviamo anche la proroga al 2016 degli sgravi contributivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, soprattutto nel Sud. Per le Regioni meridionali ci saranno (?) una decontribuzione maggiorata per i nuovi assunti e un credito d’imposta specifico per gli investimenti: entrambe le misure, poi, dovrebbero protrarsi per tre anni e non per due, al fine di assicurare una maggiore continuità.
Bonus ammortamenti
Tra le agevolazioni alle imprese, al fine di stimolare gli investimenti produttivi, il Governo introdurrà una maxi-deduzione dalle tasse per gli acquisti di macchinari: in proposito si parla di aumentare dal 140 al 160% del valore dei super ammortamenti
L’Ires
L’imposta sul reddito delle società scenderà dal 27,5 al 24,5% per il 2016, se l’Europa mollerà un po’ sul deficit (visti i costi per l’emergenza migranti), per fissarsi al 24% dal 2017.
Meno tasse in agricoltura
Scompariranno anche l’Imu sui terreni agricoli e sui cosiddetti “imbullonati”, i macchinari ancorati saldamente al terreno e di dimensioni talmente grandi da essere assimilati agli immobili, e l’Irap per i coltivatori.
Partite IVA
Aumento di 10.000 euro delle soglie di ricavi, differenziate per settori, che danno diritto ad accedere all’imposizione forfettaria dei cosiddetti “minimi”, con l’eccezione dei professionisti, per i quali il limite massimo di reddito per accedere al regime agevolato forfetario salirà dagli attuali 15.000 a 30.000 euro: la tassazione fissa sarà del 15%, ma dopo i primi tre anni, nei quali si fermerà al 5%.
Assegnazioni agevolate
Il ddl disciplina l’assegnazione agevolata dei beni ai soci o la trasformazione in società semplice. Nella maggior parte dei casi si pagherà l’imposta di registro (in base al tipo di fabbricato oggetto di assegnazione agevolata), mentre ai fini IVA l’operazione sarà quasi sempre esente o non soggetta. Per le assegnazioni agevolate ai soci è prevista la riduzione dell’imposta di registro al 50% e l’applicazione delle imposte ipotecarie e catastali in misura fissa, mentre riguardo agli immobili strumentali per natura, in alcuni casi l’imposta di registro potrebbe essere anche fissa.
Limite del contante
Proseguono i contrasti sul nuovo limite all’uso del denaro contante, che dai 1.000 inizialmente previsti potrebbe salire a 3.000 euro, mentre Forza Italia chiede di portarlo a 6.000 euro e la Lega Nord a 12.500 euro.
Enti locali
Per quanto riguarda gli enti locali, i Sindaci hanno chiesto l’istituzione di un’imposta “sul traffico di passeggeri da porti e aeroporti” da destinare alle città metropolitane, l’estensione a tutti i Comuni, invece che solo a quelli turistici, della tassa di soggiorno e l’abrogazione del pagamento ridotto al 30% delle multe stradali se si paga entro 5giorni lavorativi (secondo l’Anci è un flop, ma chissà che ne pensano gli automobilisti…).
Detrazioni per ristrutturazioni e risparmio energetico
Ennesima e “tradizionale” proroga annuale per gli incentivi per le ristrutturazioni con detrazione del 50% dall’IRPEF: mentre quelle saranno detratti per il 65%. Un emendamento prevede l’innalzamento dell’ecobonus legato al risparmio energetico dal 65 all’85% e su un tetto di 500.000 euro per gli interventi realizzati su immobili di rilevante pregio artistico o storico.
Il canone Rai
Per un altro dei balzelli “meno amati”, per così dire, è prevista la diminuzione da 113 a 100 euro, che diventeranno 95 nel 2017, ma con l’inserimento nella bolletta della luce, così che tutti saranno costretti a pagarlo. Ma ci sono forti resistenza da più parti.
Sanatoria per le spiagge?
Area Popolare ha presentato un emendamento salva-concessioni sulla traccia di quello di Forza Italia, contenente la proposta di prorogare di due anni la sanatoria prevista dalla Legge di stabilità 2014, facendovi rientrare i procedimenti pendenti fino al 30 novembre 2015 e, inoltre, che “mancato versamento del canone”. La manovra del 2014 fissava al 15 ottobre di quest’anno la data limite per riordinare la materia delle concessioni. Ma non basta, a con buona pace ai ripetuti appelli di finirla con i condoni, si propone la definizione agevolata dei contenziosi mediante il versamento di canone e indennizzo “in un’unica soluzione, di un importo pari al 30% delle somme dovute” o “rateizzato fino a un massimo di sei rate annuali, di un importo pari al 60% delle somme dovute, oltre agli interessi legali, secondo un piano approvato dall’ente gestore” riguardo i procedimenti giudiziari pendenti alla nuova data del 30 novembre 2015 (era stata fissata al settembre 2013).fino al 31 dicembre 2016 sono sospesi gli eventuali procedimenti amministrativi e i relativi effetti avviati dalle amministrazioni competenti, concernenti il rilascio, la sospensione, la revoca o la decadenza della concessione demaniale marittima derivanti dal
Giovani genitori
Si è chiesto di inserire un fondo di 300 milioni di euro per detrarre le spese delle giovani coppie per la maternità e il primo anno di vita del figlio (Alleanza Popolare).
Funzionari fiscali retrocessi
Dalla commissione Bilancio del Senato c’è già stato il via libera all’emendamento Pd che “salva” i funzionari delle Agenzie fiscali, compresa quella delle Entrate, retrocessi dopo l’annullamento del relativo concorso da parte del Tar. La proposta di modifica è stata approvata con la precisazione che i dipendenti potranno godere dello stesso trattamento economico e continuare a svolgere le loro funzioni post-concorso “nei limiti delle facoltà assunzionali a tempo indeterminato e delle vacanze di organico”. Facendo riferimento alle verifiche necessarie per il rientro dei capitali dall’estero, la senatrice Guerra ha spiegato che “i dirigenti faranno il loro concorso, ma in questo modo con l’intesa sui 700 funzionari salviamo l’operatività dell’Agenzia delle Entrate in un momento delicato”.
Giochi
Per quanto riguarda i giochi si registrano le forti critiche del M5S contro un emendamento con il quale si “limita di nuovo il potere di Regioni e Comuni nel combattere l’azzardopatia e di fatto si spiana la strada ai ricorsi delle società del gioco d’azzardo contro le amministrazioni che limitano il fenomeno. Con ottima possibilità per le lobby dell’azzardo di vincerli”.
Critiche da Corte dei Conti e Banca d’Italia
La Magistratura contabile critica la Legge di stabilità perchè eccede nella spesa rischiando di mettere a repentaglio la tenuta dei conti e “Utilizza al massimo gli spazi di flessibilità disponibili, riducendo esplicitamente i margini di protezione del conti pubblici, e lascia sullo sfondo nodi irrisolti (clausole, contratti pubblici, pensioni) e questioni importanti (quali il definitivo riassetto del sistema di finanziamento delle autonomie territoriali)”. Nel mirino anche il taglio della Tasi, dopo i rilievi già mossi dai tecnici di Camera e Senato secondo i quali l’abolizione metterà in difficoltà i sindaci: “La principale fonte di finanziamento manovrabile degli enti riguarda adesso le abitazioni diverse dalla prima casa, su cui continuerà a vivere il dualismo Tasi-Imu, con la conseguenza che la maggioranza dei servizi indivisibili forniti dai Comuni graverà di regola sui non residenti e quindi soggetti non in grado di operare il controllo politico sull’operato degli amministratori attraverso il voto”.
Inoltre, sempre secondo la Corte dei Conti, la manovra “sconta il carattere temporaneo di alcune coperture e il permanere di clausole di salvaguardia rinviate al futuro. Un ‘riassorbimento’ delle clausole nel 2017 e nel 2018 richiederà l’individuazione di consistenti tagli di bilancio o aumenti di entrate sia pur resi meno onerosi dai benefici di una maggiore crescita”. In questo contesto, quindi, “le condizioni economiche avrebbero potuto consigliare l’adozione di interventi sulla spesa fiscale (riguardanti ad esempio un articolato intervento sulle aliquote IVA agevolate o sulla stessa struttura delle aliquote IVA) eventualmente attutiti (ma non annullati) con misure di sgravio”.
Per la Banca d’Italia, invece, il taglio della Tasi avrà impatti limitati sui consumi: “Meglio tagliare le tasse sulla produzione che sulla casa. Escluso l’intervento relativo alle clausole di salvaguardia, il calo delle tasse è marginale (0,1 punti)”. Riguardo il tema del limite sull’utilizzo del contante, da via Nazionale spiegano che ridurne la circolazione, con un costo annuo della gestione stimato in 8-10 miliardi di euro, “resta comunque un obiettivo da perseguire, non da ultimo per motivi di efficienza. Nel nostro Paese la propensione all’utilizzo del contante rimane molto più elevata dalle media europea. E’ opportuno incentivare le transazioni effettuate con le carte di pagamento, riducendo i relativi costi e le commissioni a carico degli esercenti. Dal mero punto di vista del tracciamento delle transazioni, quanto più la soglia è bassa tanto meglio è, ma ci sono limiti pratici da considerare. Non vi sono quindi elementi per escludere a priori l’opportunità di un innalzamento del limite generale da mille a tremila euro”.