EUROPA

Italia, Francia e Germania dicono “basta” all’elusione fiscale in Europa

I Ministri delle Finanze di Italia, Germania e Francia – Pier Carlo Padoan, Wolfgang Schaeuble e Michel Sapin – hanno formalmente chiesto alla Commissione europea

Pier Carlo Padoan
Pier Carlo Padoan
Michel Sapin
Michel Sapin
Wolfgang Schäuble
Wolfgang Schäuble

di programmare una normativa che argini l’elusione fiscale da parte delle aziende e interrompa la possibilità, che alcuni Stati membri hanno, ancora di attrarre investimenti grazie alle sirene di una tassazione più favorevole. Viene dunque a crearsi un fronte compatto che si prefigge di debellare il fenomeno della concorrenza sleale in campo fiscale grazie al quale le grandi multinazionali, sfruttando i regimi agevolati vigenti in Paesi come Irlanda e Lussemburgo, riescono a pagare meno tasse in maniera perfettamente legale.

A fine novembre 2014 i tre Ministri hanno scritto che “Questa forte iniziativa assunta dalla Ue darebbe all’Europa il ruolo guida che merita a livello internazionale”, chiedendo al Commissario europeo per gli Affari economici e fiscali, Pierre Moscovici, di varare entro il 2015 una direttiva per combattere insieme contro l’elusione fiscale, l’erosione della base imponibile e il trasferimento dei profitti in paesi fiscalmente più convenienti, proprio per fare in modo che nei 29 Paesi membri (ultima arrivata, la Lituania) entri in vigore “una serie di regole comuni, vincolanti sulla tassazione d’impresa che alimenti la competitività e combatta la pianificazione fiscale aggressiva. I nostri cittadini e le nostre aziende si aspettano che lottiamo contro l’elusione fiscale e i programmi fiscali aggressivi. E’ nostro comune dovere rispettare le loro attese garantendo che ognuno paghi la propria giusta porzione di tasse allo Stato in cui i profitti sono stati generati”.

Nello scritto si sostiene che la mancata uniformità dei trattamenti fiscali nell’Unione “è una delle principali cause di una pianificazione aggressiva dal punto di vista fiscale, un’erosione della base impositiva e uno spostamento dei profitti” da parte delle aziende che ne approfittano a mani basse.

A proposito della lettera italo-franco-tedesca, in una nota del nostro Ministero dell’Economia e delle Finanze si legge che “Si tratta di una iniziativa che giunge al termine del semestre di presidenza di turno dell’Unione europea retta dall’Italia. Durante questi mesi, il Consiglio Economia e Finanza (Ecofin) guidato da Pier Carlo Padoan ha affrontato i temi della trasparenza e della lotta alla evasione ed elusione fiscale, raggiungendo risultati importanti”.

Procedure e indagini per Lussemburgo, Olanda e Irlanda

lu

Si è letto che il Lussemburgo si trova a dover respingere le accuse di aver favorito accordi tra multinazionali e autorità fiscali per attrarre investitori, come è emerso da un’inchiesta giornalistica che ha documentato come negli ultimi dieci anni il
piccolo Stato abbia concesso centinaia di accordi fiscali a numerose grandi
multinazionali, con il risultato di
diminuire il gettito fiscale degli altri Paesi. Il nuovo Presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, che per 17 anni è stato il Primo Ministro proprio
del Granducato, ha affermato che imprimerà una accelerazione nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale anche tramite l’ampliamento dello scambio automatico delle informazioni.

Ed è proprio per il ripetersi di casi come questo, che oltre al Lussemburgo hanno visto coinvolti anche Irlanda e Olanda – Stati colpiti da procedure di infrazione o Flag_of_Irelandindagini della Ue per aver assicurato regimi favorevoli – che i tre Ministri hanno chiesto alla Commissione europea l’adozione entro l’anno in corso di una direttiva che dia un alt alla concorrenza fiscale sleale.Il riferimento alle notizie diffuse anche a mezzo stampa emerge con chiarezza nelle righe della missiva nel punto in cui dice che da quando “le prassi di certi Paesi e contribuenti sono divenute pubbliche di recente, i limiti di quanto è tollerabile sul fronte della competizione fiscale tra Paesi si sono spostati. La rivelazione recente dei comportamenti di alcuni contribuenti e di alcuni paesi ha superato i limiti dell’accettabile, riguardante la concorrenza che alcuni stati membri praticano gli uni contro gli altri”.

La richiesta congiunta di una armonizzazione fiscale, che secondo i tre Ministri “è una delle principali cause della pianificazione
fiscale aggressiva
”, ha già sortito un primo esito, visto che a dicembre la Commissione
europea ha annunciato che sarà presentata una proposta per facilitare lo scambio automatico di informazioni inerenti gli accordi fiscali concessi da alcuni Stati alle società multinazionali. NetherlandsE’ stato inoltre annunciato che sarà ripresa in esame una proposta legislativa del 2011, che da allora giace, volta a creare una base imponibile comune per le società europee.

Desidero ricevere in abbonamento gratuito il vostro periodico FiscotoDay