Insolvenze e recupero crediti, le nuove regole Ue
L’Unione europea ha ratificato nuove norme per il recupero crediti transfrontaliero, al fine di armonizzare le norme in vigore nei vari Stati e di mettere al sicuro le piccole e medie imprese vittime degli imbrogli di altre aziende; grazie alle nuove norme le sentenze di insolvenza saranno valide in tutte i Paesi dell’Unione e potranno essere applicate immediatamente.
Nel 2012 la Commissione europea ha presentato una proposta di aggiornamento del Regolamento del 2000, tesa a migliorare l’applicazione di alcune disposizioni per rendere più efficace la gestione delle procedure d’insolvenza transfrontaliere, proposta adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea il 20 maggio 2015 e che è entrata in vigore il 26 giugno 2017. Nel 2014 la Commissione ha inoltre pubblicato una Raccomandazione sulle ristrutturazioni e sulle seconde opportunità, rendendosi conto che in alcuni Stati le norme continuavano a essere discordi e a restare inefficaci, per cui nel novembre 2016 ha proposto una Direttiva sull’insolvenza delle imprese, concentrata sull’agevolazione delle ristrutturazioni precoci e delle seconde opportunità.
Lo scorso 26 giugno, quindi, sono entrate in vigore in tutta l’Unione europea le nuove regole in materia di procedure di insolvenza transfrontaliere delle società, proposte dalla Commissione nel 2012 e adottate dai legislatori dell’Ue nel 2015. Le nuove norme, che sono volte a facilitare il recupero dei crediti nel quadro delle procedure di insolvenza transfrontaliere delle imprese, garantiscono l’efficienza e l’efficacia delle procedure collettive di recupero transfrontaliero dei crediti, rendono più agevole per le imprese procedere alla ristrutturazione e per i creditori recuperare il proprio denaro. In pratica, si tratta di un’armonizzazione delle regole applicabili nei vari Stati e del riconoscimento ufficiale della validità nell’intera Ue delle sentenze di insolvenza.
Il Regolamento risolve i conflitti di competenza tra le normative da applicare nelle procedure d’insolvenza transfrontaliere e garantisce, inoltre, il riconoscimento in tutta l’Unione delle sentenze in materia di insolvenza.
Una delle novità più importanti renderà più semplice per le piccole e medie imprese recuperare i crediti dalle altre aziende, anche se nel frattempo si sono trasferite all’estero: l’obiettivo dichiarato è fermare il cosiddetto “turismo dei fallimenti” fenomeno diffuso negli ultimi anni e grazie al quale le società che non riuscivano a pagare i creditori, poco prima del fallimento, trasferivano la propria sede in Paesi che rendevano impossibile il recupero dei crediti, ponendo in gravissime difficoltà le aziende che dovevano ricevere il pagamento del lavoro svolto.
Decisamente positive le prese di posizione da Bruxelles.
Al riguardo, il primo Vicepresidente della Commissione europea, Timmermans ha dichiarato che “In un vero mercato interno le imprese che devono procedere alla ristrutturazione non dovrebbero essere ostacolate da conflitti relativi alle norme nazionali da applicare, né le frontiere nazionali dovrebbero rappresentare un ostacolo per chi vuole recuperare i propri crediti. Le nuove norme sosterranno le imprese e gli investimenti grazie alla maggiore certezza del diritto che esse garantiscono. Dobbiamo continuare su questa strada ed adottare norme comuni a livello Ue per permettere alle imprese di procedere in tempi rapidi alla propria ristrutturazione, come già proposto dalla Commissione”. La Commissaria per la Giustizia, Vĕra Jourová, ha affermato che “Il nuovo regolamento sull’insolvenza faciliterà le procedure di insolvenza transfrontaliere all’interno dell’Ue e porrà fine ai fenomeni di ‘turismo dei fallimenti’. Con le nuove norme proposte in materia di ristrutturazione e di seconde opportunità, il quadro di riferimento giuridico in materia di insolvenza permetterà di eliminare gli ostacoli agli investimenti e sosterrà gli imprenditori onesti”.
Caratteristiche delle nuove norme
Fra le principali novità in materia di recupero crediti intra-Ue per insolvenza delle imprese, è previsto un allargamento del campo di applicazione, visto che le nuove regole si applicano a una più ampia varietà di procedure nazionali di ristrutturazione: alcune tipologie nazionali più moderne ed efficaci di procedure di ristrutturazione non rientravano nel campo di applicazione del precedente quadro normativo e non potevano quindi essere utilizzate nei casi transfrontalieri: ora, invece, è possibile utilizzare le moderne procedure nazionali di ristrutturazione per salvare le imprese o per recuperare i crediti presso i debitori degli altri paesi dell’Unione.
Aumentano la certezza del diritto e le salvaguardie contro il cosiddetto turismo dei fallimenti: se un debitore si trasferisce in un altro Paese poco prima di depositare la dichiarazione di insolvenza, il giudice dovrà vagliare attentamente tutte le circostanze del caso e verificare che il trasferimento sia autentico e non motivato dalla prospettiva di beneficiare di norme meno severe in materia di insolvenza: in questo senso, dunque, il giudice sarà chiamato ad appurare che il debitore non sia un “turista dei fallimenti”.
Si ampliano le probabilità di salvare le imprese tramite ristrutturazione, in quanto le nuove norme evitano che vengano avviate le cosiddette “procedure secondarie” – quelle solitamente aperte dai giudici in tribunali di paesi Ue diversi da quello dove è ubicata la sede legale dell’impresa – rendendo più facile ristrutturare le imprese in contesti transfrontalieri e, al tempo stesso, sono previste misure di salvaguardia degli interessi dei creditori locali.
Per quanto riguarda le procedure di insolvenza dei gruppi di imprese, viene introdotto un nuovo quadro normativo che aumenterà l’efficacia delle procedure d’insolvenza riguardanti membri diversi all’interno di un gruppo di imprese il che, a sua volta, farà crescere le probabilità di salvataggio del gruppo nel suo insieme.
Infine, entro l’estate del 2019 i registri fallimentari elettronici nazionali di tutta l’Unione europea risulteranno collegati tra loro e sarà quindi più facile ottenere informazioni sulle procedure d’insolvenza avviate negli altri paesi Ue, rendendo più semplici le attività dei tribunali.