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In Italia

5×1.000 dell’IRPEF, le novità. Ampliamento della platea degli enti destinatari del beneficio, semplificazione e sveltimento delle procedure, previsti nuovi obblighi di trasparenza: questi i contenuti del decreto legislativo di riforma, attuativo della legge delega 106/2016, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 12 maggio. Confermati i settori di attività degli enti destinatari del 5 x 1.000 già ammessi, che svolgono attività di interesse sociale, tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici: ricerca sanitaria, ricerca scientifica e università, sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza, associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni. Vengono introdotti nuovi obblighi di trasparenza per chi riceve i contributi: entro un anno dalla ricezione delle somme devono trasmettere all’amministrazione erogatrice rendiconto e relazione illustrativa su destinazione e utilizzo del contributo percepito, con canoni di trasparenza, chiarezza e specificità e devono pubblicare sul proprio sito web l’ammontare delle somme percepite e il rendiconto. Sono previste specifiche sanzioni per chi non adempie a tali obblighi comunicativi: entro 30 giorni arriva un avviso a mettersi in regola, seguito da una multa pari al 25% del contributo percepito in caso non si provveda.

Voluntary disclosure bis, il calcolo è online. Nel sito dell’Agenzia delle Entrate è disponibile in versione sperimentale (e anche senza registrazione) un software per il calcolo di sanzioni, interessi e somme dovute da chi aderisce alla procedura agevolata per l’emersione di capitali detenuti all’estero o comunque non noti al Fisco: permette di fare i calcoli applicando i tassi agevolati previsti e di ottenere le informazioni necessarie per compilare il modello F24.

Legge sul lavoro autonomo, le novità. In Parlamento da novembre 2016, finalmente è arrivato il semaforo verde per la legge che prevede nuove tutele per il lavoro autonomo e introduce le norme per lo smart working, il cosiddetto Jobs act degli autonomi. Il testo è diviso in due parti, la prima dedicata al lavoro autonomo, la seconda al lavoro agile (lo smart working). Per quanto riguarda il lavoro autonomo, la nuova legge prevede una serie di misure, tra le quali: il rispetto delle clausole contrattuali, congedo parentale e indennità di maternità, forme di tutela contro il ritardo nei pagamenti, un trattamento fiscale agevolato per le spese di trasferta e per quelle di formazione, la proroga dell’indennità di disoccupazione (denominata Dis-Coll) per i collaboratori, che diventa strutturale e viene estesa anche ad assegnisti e dottorandi di ricerca. Per quanto riguarda lo smart working, viene delineato come una forma di lavoro dipendente senza vincoli di orario e di luogo di lavoro, con prestazione lavorativa svolta in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici: al lavoratore si applica lo stesso trattamento economico dei colleghi con le stesse mansioni all’interno dell’azienda, è applicabile anche all’interno delle amministrazioni pubbliche, prevede un contratto in forma scritta e può essere a tempo determinato o indeterminato. Sono riconosciuti il diritto all’apprendimento permanente e alla certificazione delle competenze, le garanzie in materia di sicurezza sul lavoro e la tutela contro gli infortuni.

Aumentano le domande di disoccupazione, cassa integrazione in caduta libera. L’Osservatorio Inps sulla Cig rende noto che a marzo salgono le domande di indennità di disoccupazione presentate all’Inps: oltre 111.000, +12% rispetto a un anno fa (+5,77% rispetto al mese precedente). Le richieste di cassa integrazione, invece, risultano in picchiata: 23,9 milioni di ore di fermo ad aprile, ovvero -38,8% rispetto a marzo (39,1 milioni di ore) e -58,1% rispetto ad aprile 2016 (57 milioni di ore).

Rottamazione cartelle. Con l’approssimarsi del 15 giugno, termine entro il quale chi ha aderito alla rottamazione cartelle esattoriali riceverà la comunicazione contenente gli importi a debito che effettivamente rientrano nella definizione agevolata, la scadenza e l’ammontare delle rate eventualmente richieste e i bollettini di pagamento, Equitalia fornisce una serie di chiarimenti anche attraverso una serie di risposte alle domande più frequenti (Faq) pubblicate sul sito. I pagamenti si possono effettuare presso gli uffici postali, in banca, con il proprio home banking e tramite domiciliazione bancaria, agli sportelli bancomat degli istituti di credito che hanno aderito ai servizi di pagamento Cbill, nei tabaccai aderenti a Itb, tramite la piattaforma PagoPa e i circuiti Sisal e Lottomatica, sul portale dell’agente della riscossione con l’App Equiclick e direttamente agli sportelli Equitalia. Entro il mese di luglio si dovrà effettuare il primo versamento, per l’intero importo dovuto oppure, per chi ha scelto il pagamento rateale, per la prima rata (il 24% del totale ). Le rate successive si pagheranno a settembre e novembre 2017 (il 23% del dovuto in entrambi i casi) e ad aprile e settembre 2018 (il 15% ciascuna). Equitalia ricorda che il pagamento in ritardo anche di una sola rata comporta l’esclusione dalla procedura di rottamazione, cui seguiranno le normali procedure di riscossione per quanto ancora dovuto: l’importo versato sarà considerato come acconto.

Equitalia, il servizio “Se mi scordo. Per evitare di dimenticare scadenze e pagamento di rate (rischiando la fine del piano di rateazione), ma anche per notificare l’arrivo di una cartella esattoriale, Equitalia ha rilanciato “Se mi scordo“, un servizio semplicemente informativo, senza valore giuridico e che non sostituisce in alcun modo le notifiche vere e proprie.

L’attivazione dell’avviso, che arriva via e-mail o Sms e può essere revocato in qualunque momento, può essere effettuata online – tramite le credenziali di accesso per l’area riservata (Spid, Agenzia delle Entrate, Inps, Carta Nazionale dei Servizi – o presso uno sportello Equitalia, compilando l’apposito modulo. Il contribuente riceve un alert quando a Equitalia viene affidata una riscossione, prima che arrivi la cartella o in caso di pagamento rateale in corso, se non sono state pagate la metà del numero massimo di rate previste per la scadenza del piano e quando manca una sola rata da pagare per la decadenza. Si può scegliere quale servizio attivare se solo gli avvisi relativi alle cartelle esattoriali in arrivo o quelli di scadenza delle rate.

Exploit di compravendite e di sospensione delle rate del mutuo. Con il +18,9% di compravendite di case registrate (circa 530.00 le abitazioni acquistate), il 2016 rappresenta il terzo anno consecutivo di crescita su base annuale del mercato immobiliare: la crescita era stata del +6,5% nel 2015 e del +3,5% nel 2014. I dati sono contenuti nel Rapporto Immobiliare residenziale 2017, elaborato dall’Agenzia delle Entrate in collaborazione con Abi. Il prezzo complessivo delle case acquistate è salito da 76 a 89 miliardi di euro, in aumento anche le case acquistate con mutuo ipotecario (+27,3%), mentre sono rimasti invariati i nuovi contratti d’affitto (+0,63% sul 2015).

Il monitoraggio dell’accordo Abi-Associazioni dei Consumatori su la “Sospensione della quota capitale dei crediti alle famiglie” riferisce che nel periodo compreso fra marzo 2015 e marzo 2017 sono state più di 13.000 le famiglie italiane che hanno sospeso per 1un anno la quota capitale del proprio finanziamento (mutuo prima casa e credito al consumo), per un valore totale di 387 milioni di euro.

Fallimenti e chiusure ai minimi dal 2009. Cerved ha diffuso i dati su fallimenti, procedure e chiusure di imprese nel primo trimestre del 2017, dai quali risulta che le chiusure delle aziende regrediscono e tornano ai livelli del 2009. Fra gennaio e marzo 2017 hanno chiuso 19.000 imprese, il 5% in meno rispetto a un anno: il livello più basso dal 2009.

Dipendenti pubblici, la situazione attuale. Da un’indagine di Fpa, società del gruppo Digital360 presentata al convegno di apertura del Forum Pa 2017, emerge che i dipendenti pubblici italiani – che oggi sono 3.257.014, dati 2015 – risultano essere anziani (entro il 2020 1 su 3 sarà over 60), sottodimensionati e spesso non adeguatamente qualificati rispetto al lavoro da svolgere. Sono solo il 27,7% ad avere meno di 45 anni, mentre l’età media è di poco oltre i 50 anni e fra tre anni circa un terzo dei lavoratori pubblici italiani sarà in uscita dal mercato del lavoro. Attualmente, il 49% delle attività che richiedono una laurea è svolta da personale non laureato. Da un raffronto con gli altri Paesi europei si apprende che il numero dei lavoratori statali in Italia è molto vicino a quello dei colleghi europei: sono circa 2/3 di quelli inglesi e 1,3 milioni in meno rispetto ai tedeschi.

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