I contenuti del Decreto Mezzogiorno
Tra le misure contenute nella legge n. 18/2017, di conversione del DL 243/2016 (decreto Mezzogiorno), approvata senza modifiche rispetto al testo arrivato dalla Camera, segnaliamo: l’aumento del credito d’imposta per gli investimenti strutturali nelle regioni del Sud e in Sardegna; l’adeguamento alle procedure europee in materia ambientale per la realizzazione e l’adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione rilevate in varie Regioni; la riqualificazione professionale per sostenere l’occupazione e stimolare i processi di riconversione industriale delle infrastrutture portuali; il risanamento dell’Ilva di Taranto; gli interventi per la presidenza italiana del G7 di Taormina nel 2017 e i finanziamenti per Matera 2019. Lo stanziamento, previsto dalla Legge di stabilità per il 2017, è di 617 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2017, 2018 e 2019.
Il credito d’imposta per gli investimenti
Oltre ad essere stato rafforzato, il credito d’imposta per le Pmi che investono in competitività e crescita per l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive nelle zone assistite delle Regioni del Sud – Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia, Abruzzo e Molise – viene ampliato con l’inclusione della Sardegna tra le Regioni ammesse alla deroga delle norme Ue in materia di aiuti di Stato. L’agevolazione sale fino al 45% per le piccole imprese, 35% per le medie e 25% per le grandi (dal precedente 10%). Sono aumentate anche le soglie dei progetti di investimento agevolabili, passando da 1,5 a 3 milioni di euro per le piccole imprese e da 5 a 10 milioni di euro per le medie e 15 milioni di euro per le grandi imprese. Per i beni acquisiti in locazione finanziaria si assume il costo sostenuto dal locatore per il loro acquisto, che non comprende le spese di manutenzione.
Il nuovo metodo di calcolo del credito d’imposta prende in esame il costo complessivo dei beni acquisiti al lordo (non al netto) degli ammortamenti fiscali dedotti nel periodo d’imposta per i beni ricadenti nelle categorie corrispondenti a quelle agevolabili e per i beni oggetto dell’agevolazione. E’ inoltre possibile cumulare il bonus con gli aiuti in regime de minimis e con altri aiuti di Stato previsti per gli stessi investimenti, “a condizione che tale cumulo non porti al superamento dell’intensità o dell’importo di aiuto più elevati consentiti dalle pertinenti discipline europee di riferimento”.
Se i beni oggetto dell’agevolazione non entrano in funzione entro il secondo periodo d’imposta successivo a quello della loro acquisizione (o ultimazione), il credito d’imposta è rideterminato escludendo dagli investimenti agevolati il costo dei beni non entrati in funzione; se, invece, entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello nel quale sono entrati in funzione, i beni sono dismessi, ceduti a terzi, destinati a finalità estranee all’esercizio dell’azienda o destinati a strutture produttive diverse da quelle che hanno dato diritto all’agevolazione, “il credito d’imposta è rideterminato escludendo dagli investimenti agevolati il costo dei beni anzidetti”.
Non possono accedere al credito d’imposta le imprese in difficoltà o quelle che operano nei settori dell’industria siderurgica o carbonifera, delle fibre sintetiche, della costruzione navale, dei trasporti e relative infrastrutture della produzione e distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche e creditizio, finanziario e assicurativo.
L’Ilva di Taranto
Tra le misure introdotte dalla legge 18/2017 ci sono quelle relative al gruppo Ilva. L’art. 1-bis, in particolare, riguarda il risanamento ambientale dello stabilimento, la tutela della salute dei cittadini di Taranto e la maggior tutela dei lavoratori nella fase che accompagna la cessione. Viene estesa la durata di amministrazione straordinaria fino all’entrata in vigore del “Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria”. Sono stanziati 10 milioni per ciascuno degli anni del triennio 2017-2019 per sostenere e assistere le famiglie disagiate di Taranto, Statte, Crispiano, Massafra e Montesemola. Sono inoltre stanziati 50 milioni per il 2017 e 20 per il 2018 per l’ammodernamento tecnologico dei dispositivi medico-diagnostici delle strutture sanitarie e 24 milioni per il 2017 per i circa 3.500 lavoratori in cassa integrazione.
G7 e Codice appalti
Per le gare d’appalto relative alle strutture del G7 che si terrà a maggio a Taormina, in presenza di condizioni di “necessità e urgenza”, si potrà applicare la procedura prevista dai commi 1 e 6 dell’art. 63 del Codice appalti (D.Lgs. 50/2016), sulla base di una motivazione che renda conto, per i singoli interventi, delle ragioni di urgenza e della necessità di derogare all’ordinaria procedura di gara, per motivi strettamente correlati ai tempi della loro realizzazione nei termini necessari a garantire l’operatività delle strutture a supporto della Presidenza italiana del G7. In questi casi lavori, servizi e forniture potranno essere affidati senza bando, ma tramite la procedura negoziata con invito ad almeno cinque operatori. La deroga, quindi, avrà valore esclusivamente per le gare per le quali sarà effettivamente provata l’urgenza.
Matera capitale della cultura 2019
Viene istituito, in via sperimentale, il programma “Magna Grecia” per il finanziamento di specifici progetti che valorizzino il ruolo di Matera quale città porta verso il Mediterraneo e capitale europea della cultura per il 2019. Per le finalità dell’iniziativa è stato istituito un apposito fondo presso il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo con una dotazione di 1,2 milioni di euro, 400.000 euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019. Il programma è volto a creare nuove linee di sviluppo del territorio attraverso la nascita di un sistema culturale integrato, stimolando lo sviluppo di una forte identità territoriale attraverso azioni in grado di valorizzare aree archeologiche, strutture storiche, componenti artistiche e contesti urbanistico-architettonici, naturalistici, paesaggistici e ambientali, oltre a favorire anche lo sviluppo del territorio della costa ionica e dei comuni contermini.