FISCALITA

Gli studi di settore diventano indicatori di affidabilità

Dopo gli ultimi anni, che hanno visto sempre più attenuare il valore degli studi di settore come strumento di accertamento induttivo, si cambia.

Nel corso di una riunione della Commissione degli Esperti per gli studi di settore, tenutasi nella prima settimana di settembre, è stata presentata ad Associazioni di Categoria e Ordini Professionali una serie di proposte di innovazione metodologica “a seguito delle attività di sperimentazione effettuate nei mesi scorsi”. Al riguardo, il Ministero dell’Economia e Finanze ha diffuso un comunicato nel quale ha comunicato che “il nuovo strumento consentirà il superamento degli studi di settore come mezzo di accertamento presuntivo” e che saranno sostituiti da un nuovo strumento di compliance, più flessibile, che verrà messo a punto con gradualità, attraverso una riduzione del numero del loro numero e la semplificazione e lo snellimento dei dati richiesti per la loro elaborazione.

All’annuncio del Ministero dell’Economia ha fatto sponda l’Agenzia delle Entrate con la pubblicazione nel proprio sito istituzionale delle prime bozze dei modelli per gli studi di settore che saranno utilizzati nel modello Unico 2017. La principale novità è costituita dall’energico taglio di informazioni richieste ai contribuenti, con un duplice beneficio: meno tempo per le imprese e i professionisti che li assistono per reperire i dati e individuarne l’esatta collocazione e la riduzione del rischio di commettere sbagli in sede di compilazione.

Il nuovo indicatore “Verrà costruito sulla base di una metodologia statistico-economica innovativa che prende in considerazione diversi elementi: gli indicatori di normalità economica (finora utilizzati per la stima dei ricavi) diventeranno indicatori per il calcolo del livello di affidabilità; invece dei soli ricavi saranno stimati anche il valore aggiunto e il reddito d’impresa”.

Dopo anni di polemiche, critiche, esaltazioni e chiare incongruenze, che hanno generato valanghe di ricorsi, le griglie elaborate dall’Amministrazione finanziaria con analisi economiche, territoriali e statistiche per calcolare i ricavi o i compensi attribuibili ad aziende e lavoratori autonomi, vengono messi da parte: gli studi di settore, dunque, vanno in soffitta o meglio, si trasformano e diventano una “pagella” che per ogni contribuente attesta il suo grado di affidabilità.

L’obiettivo dichiarato è stimolare l’adeguamento spontaneo anche con i vantaggi del regime premiale.

L’indicatore di compliance è un dato sintetico che fornisce, su una scala da uno a dieci, il grado di affidabilità fiscale del contribuente, che se raggiunge un livello elevato potrà accedere al sistema premiale che attualmente prevede, tra le altre cose, un iter più rapido per i rimborsi, l’esclusione da alcune tipologie di accertamento e un restringimento del periodo di accertabilità. Al contrario, il contribuente con un grado di affidabilità basso non risulterà in linea con le informazioni del Fisco e con il nuovo software, che sostituisce Gerico, già nella stessa elaborazione della dichiarazione potrà incrementare ricavi e compensi.

Spetterà ai tecnici dell’Amministrazione finanziaria inserire nella prossima Legge di stabilità il collegamento fra il livello dell’indice raggiunto (da 1 a 10) e il riconoscimento dei vantaggi previsti.

Il nuovo indicatore sarà organizzato in base al tipo di attività economica svolta in maniera prevalente, prevedendo alcune specificità per ogni attività o gruppo di attività e sarà congegnato in base a una metodologia statistico-economica innovativa che tiene conto di numerosi elementi:

→ gli indicatori di normalità economica (finora utilizzati per la stima dei ricavi) diventeranno indicatori per calcolare il livello di affidabilità;

→ non saranno stimati soltanto i ricavi, ma anche il valore aggiunto e il reddito d’impresa;

→ il modello di regressione sarà basato su dati panel – un insieme dei quali racchiude osservazioni riguardanti più di un individuo – dove ogni entità sarà osservata in due o più periodi di tempo, che saranno di otto anni invece che di uno. Ciò renderà più efficienti le informazioni e le stime;

→ il modello di stima coglierà l’andamento ciclico, senza più bisogno di preparare specifici correttivi congiunturali, i cosiddetti “correttivi crisi”;

→ una nuova metodologia di individuazione dei modelli organizzativi permetterà la tendenziale diminuzione del numero, una maggiore stabilità nel tempo e l’assegnazione più robusta al cluster (i gruppi omogenei di elaborazioni statistiche). L’Agenzia delle Entrate comunicherà al singolo contribuente il risultato dell’indicatore sintetico e le sue diverse componenti, comprese quelle che appaiono incoerenti: in questo modo il contribuente sarà incoraggiato a incrementare l’adempimento spontaneo ed a rapportarsi con l’Agenzia delle Entrate per migliorare la sua posizione in termini di affidabilità.

I dati sulla fedeltà fiscale del contribuente saranno costruiti, quindi, sulla scorta dei valori dichiarati dal contribuente di ogni studio per otto anni, il che permetterà di giungere a indici più stabili e affidabili, perché un periodo più lungo dovrebbe permettere di attenuare eventuali anomalie registrate in un singolo anno.

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