EUROPA

Frodi Ue: mentre aumentano in Europa, diminuiscono in Italia

Il Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione europea (Colaf) opera presso il Dipartimento Politiche Europee con funzioni consultive e di indirizzo per il coordinamento delle attività di contrasto delle frodi e delle irregolarità nel settore fiscale, della politica agricola comune e dei fondi strutturali; tratta le questioni connesse al flusso delle comunicazioni in materia di indebite percezioni di finanziamenti europei ed ai recuperi di importi indebitamente pagati e si occupa anche della banca dati Ims (Irregularities management system), un’applicazione online dedicata che dal 2010 permette ai Paesi membri di stilare e presentare rapporti di irregolarità della Commissione europea all’Olaf.

Nella Relazione annuale per il 2015, presentata a Montecitorio nello scorso mese di ottobre, sono state illustrate le misure adottate, i risultati conseguiti e la strategia nazionale a tutela degli interessi economici e finanziari dell’Unione europea.

Dalla Relazione è emerso che nel 2015 ci sono stati in Italia 224 casi di irregolarità e frodi nel settore dei fondi strutturali, con una diminuzione del 20% rispetto al 2014: un risultato certamente positivo, peraltro confermato anche dai dati dei primi nove mesi del 2016, nei quali si è avuto un -34% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Il Governo italiano è impegnato per migliorare l’azione di contrasto alle frodi sviluppando le attività di prevenzione. Fondamentale è lo studio e la realizzazione di nuovi modelli che valorizzano il patrimonio informativo in possesso delle Autorità nazionali e locali come la realizzazione di piattaforme informatiche integrate e condivise. Per questo motivo abbiamo già avviato un tavolo di lavoro coordinato dal Colaf per realizzare uno strumento informatico antifrode che possa supportare tutte le Amministrazioni, nazionali e regionali, che hanno il compito di gestire i finanziamenti europei”, ha dichiarato il Sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi – che insieme ad altri ha presentato la Relazione – che ha poi aggiunto: “Abbiamo fatto risparmiare allo Stato ben 20 milioni di euro per il solo 2015, 60 milioni per il biennio 2014-2015, recuperando somme indebitamente erogate. Da maglia nera, l’Italia è ormai diventato Paese leader nell’azione di contrasto alle frodi e modello europeo” .

Gli obiettivi e i contenuti della relazione

Con il documento il Colaf evidenzia le attività di tutti gli organismi nazionali competenti per la tutela degli interessi finanziari dell’Unione e individua alcune specifiche linee d’azione, tra le quali l’avvio di una prova delle prestazioni (benchmarking) delle banche dati gestionali di fondi Ue, in possesso di tutte le Amministrazioni nazionali e regionali, al fine di realizzare una piattaforma integrata di tutte le informazioni disponibili connesse ai finanziamenti europei, in grado di sviluppare i parametri di rischio antifrode.

Nel 2015 il numero delle irregolarità e frodi segnalate dagli Stati membri è risultato in continuo aumento (22.289 casi), con un impatto finanziario praticamente invariato rispetto all’anno precedente, anche se in lieve crescita (3.209 milioni di euro rispetto ai 3.184 milioni di euro del 2014). Dalle informazioni in ambito europeo viene evidenziato che la “Politica di coesione” rappresenta il settore più sensibile al fenomeno delle irregolarità/frodi, sia per la quantità di segnalazioni (oltre il 50%), sia nell’impatto finanziario (circa il 75% del totale). In Italia, per quanto riguarda il numero di irregolarità c’è stata una maggiore criticità nel settore della “Politica agricola comune” (quasi il 60%), mentre a livello di impatto finanziario l’incidenza prevalente si è avuto nel settore dei fondi strutturali (pari all’80%).

Italia paese virtuoso in Europa

Dalla Relazione emerge che rispetto a quanto succede negli altri Stati membri dell’Unione europea, dove si registra un aumento di irregolarità e illeciti, l’Italia risulta essere “fuori dal coro”, in senso positivo, visto che le frodi nel nostro Paese sono risultate in diminuzione.

Nel comparto dei fondi strutturali la prima diminuzione significativa del numero di casi, registrata nel 2014 con 280 casi rispetto ai 383 del 2013, con un calo del 27%, si è ripetuta anche nel 2015, anno nel quale sono stati rilevati 224 casi, il 20% in meno rispetto al 2014, con un ammontare coinvolto negli illeciti pari, complessivamente, a oltre 254.000 euro.

Come si è detto, il settore più critico per numero di irregolarità è quello della Politica agricola comune (532 casi, quasi il 60% dei totale), ma per l’impatto finanziario i fondi strutturali incidono per l’80% sul totale delle irregolarità.

Per quanto concerne il settore doganale, istituzionalmente deputato (anche) al contrasto della contraffazione, la causa principale delle irregolarità o frodi registrate riguarda la “qualità”, ovvero la non corretta descrizione della merce (36%), rispetto alla erronea dichiarazione del Paese di origine della merce (28%) e alla sottofatturazione e la dichiarazione fraudolenta del valore della merce (22%).

Serve un maggiore coordinamento con l’Unione europea

A conclusione del suo intervento, il Sottosegretario Gozi ha affermato che “Sul fronte europeo l’Italia è ormai diventato Paese leader nell’azione di contrasto alle frodi tanto che stiamo trainando le istituzioni europee con proposte che migliorino il quadro normativo e colmino eventuali lacune. Facciamo l’esempio dei Fondi strutturali, che rappresenta la più consistente voce di spesa all’interno dei finanziamenti europei. E’ un settore particolarmente a rischio di fenomeni di frode, spesso a carattere transnazionale, non sufficientemente tutelato da strumenti di cooperazione investigativa tra Stati Membri. Serve un più stretto coordinamento con l’Unione europea, un più efficace scambio di informazioni e strumenti di mutua assistenza amministrativa”.

Il ruolo dell’Olaf

La missione dell’Olaf consiste nell’individuare, esaminare e arrestare l’uso fraudolento dei fondi dell’Unione europea svolgendo indagini su frodi e corruzione a danno dei fondi europei ed elaborando un’efficace politica antifrode dell’Unione. Nella sua attività di indagine indipendente, può inoltre esaminare questioni relative a frodi, corruzione e altri reati a danno degli interessi finanziari dell’Ue per quanto riguarda i fondi strutturali, la politica agricola e i fondi per lo sviluppo rurale, le spese dirette e gli aiuti esterni, i dazi doganali.

Nel comunicato stampa n. 8 del 31 maggio 2016 si legge che nel 2015 l’Olaf ha arginato le frodi transfrontaliere chiudendo un numero record di indagini, nel contesto di un’attività “tanto diversificata quanto significativa”, che ha visto l’Ufficio trattare casi complessi “che hanno spaziato da indagini sulle frodi in un progetto ecologico in Africa alla cooperazione con le autorità giapponesi e malesi in un caso di evasione dei dazi antidumping per svariati milioni, fino allo smantellamento di una rete criminale che fabbricava shampoo contraffatto in Spagna”.

Il Direttore generale, Giovanni Kessler, ha affermato che “Nel 2015 le nostre indagini hanno dimostrato ancora una volta che le attività illegali non si arrestano ai confini nazionali: ritengo che attraverso la nostra eccellente attività d’indagine e l’elevato numero di indagini concluse siamo riusciti a tutelare i cittadini europei e a far sì che il denaro dell’Ue andasse a finire dove è più necessario, anziché nelle tasche dei truffatori. Ora, tuttavia, serve un quadro adeguato che consenta ai paesi di collaborare in modo efficace per combattere le frodi ed è per questo che dobbiamo procedere con la creazione di una Procura europea”.

Nel 2015 l’OLAF ha chiuso 304 indagini e ne ha avviate 219 nuove; ha trasmesso alle autorità competenti degli Stati membri e dell’Ue 364 raccomandazioni che permetteranno di recuperare i fondi indebitamente spesi e di assicurare più facilmente alla giustizia gli autori delle frodi; ha raccomandato alle autorità nazionali ed europee il recupero finanziario nel bilancio dell’Ue di 888,1 milioni di euro. Per quanto concerne la lotta al contrabbando di sigarette, attraverso le indagini e nel corso delle operazioni doganali congiunte organizzate con gli Stati membri dell’Unione e con Paesi terzi, nel 2015 l’Ufficio ha contribuito a sequestrare 619 milioni stecche di sigarette.

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