Fisco, il contenzioso è di nuovo in aumento
Dopo una flessione nel 2014, nel 2015 le cause sono tornate a salire, per la precisione del 6% (+13% in primo grado) rispetto al 2014 e il Fisco ha chiesto ai contribuenti circa 34 miliardi di euro: questi i dati resi noti dal Presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria, Mario Cavallaro, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario delle Commissioni tributarie.
Il dato è preoccupante, poiché il contenzioso aumenta nonostante la maggiore onerosità del ricorso al giudice per via del contributo unificato e i tentativi del Governo di potenziare gli istituti di deflazione preprocessuali, come il nuovo interpello, e processuali, come la possibilità di conciliazione anche in appello e l’obbligo della mediazione per le cause con importi fino a 20.000 euro. I numeri dicono che il 50% dei contenziosi tributari riguarda la materia dei tributi locali, l’altro 50% i tributi erariali, mente nel corso di un’audizione alle Camere Equitalia e Agenzia delle Entrate hanno riferito che il 20% degli avvisi di pagamento è frutto di errori – che, comunque, costringono il contribuente a pagare la cartella o a impugnare l’atto – e che circa il 50% dei contenziosi vede soccombere l’Ente impositore.
La diminuzione del 2014
La Relazione annuale sul monitoraggio dello stato del contenzioso tributario relativa al 2014, della Direzione della Giustizia Tributaria, rappresenta lo stato del contenzioso tributario comprendendo, in particolare, l’analisi:
- dello stato del contenzioso tributario al 31/12/2014 e l’analisi dei flussi in entrata ed in uscita relativi all’intero anno 2014;
- delle strutture delle Commissioni tributarie nell’anno 2014;
- degli organi giudicanti.
Il 2014 ha fatto registrare una diminuzione dei ricorsi presentati alle Commissioni tributarie e un leggero calo dei ricorsi definiti, con la particolarità, inoltre, che per il terzo anno consecutivo il numero dei ricorsi definiti ha superato quello dei ricorsi pervenuti. Le controversie pendenti presso le Commissioni Tributarie Provinciali (CTP) e le Commissioni Tributarie Regionali (CTR) sono state 573.522, rispetto alle 633.605 del 2013. Nel 2014 c’è stato anche un calo percentuale delle controversie pendenti (-9,48%) rispetto al 2013, proseguendo la diminuzione già riscontrata nel biennio precedente e confermando l’inversione della tendenza a crescere che si era protratta nel periodo 2007-2011.
L’analisi per ente impositore ha rivelato che il 47,46% (210.728) dei ricorsi pendenti presso le CTP e il 68,45% (880.663) di quelli pendenti presso le CTR riguardano gli Uffici delle Entrate, che risulta essere, quindi, l’ente impositore con il maggior numero di controversie pendenti.
L’anno 2014 mostra un calo dei ricorsi complessivamente pervenuti alle Commissioni tributarie pari al 5,8%, (- 14.969), che sono passati dai 257.013 nel 2013 ai 242.044 nel 2014. La riduzione è stata generata dalla diminuzione, in termini assoluti, del numero di ricorsi presentati presso le CTP, contro un aumento del numero di appelli presentati presso le CTR; in termini percentuali, il calo delle controversie presentate nelle CTP e l’aumento di quelle presentate presso le CTR è per entrambi pari a circa il 10%.
Il quadro delineato in primo grado può essere ricondotto soprattutto agli effetti prodotti: a) dall’attivazione, per le controversie instaurate per valori non superiori ai 20.000 euro relative ad atti emessi dall’Agenzia delle Entrate, dell’istituto del reclamo/mediazione; b) dall’introduzione del contributo unificato nel processo tributario (art. 37, comma 6, D.L. 98/2011, convertito dalla legge 111/2011).
Ente impositore e natura giuridica dei ricorrenti
L’analisi sulle cause della riduzione dei ricorsi presentati è comprovata dal confronto di quelli pervenuti, nel triennio 2012-2014, distinti per ente impositore. A fronte di una riduzione complessiva dei ricorsi in primo grado presentati nel triennio in esame pari a circa il 13% (- 27.412 ricorsi), infatti, si riscontra un calo crescente di controversie instaurate nei confronti degli uffici delle Entrate, con una diminuzione di circa il 25% alla fine del periodo (- 28.696 ricorsi).
Il confronto in base alla natura giuridica dei ricorrenti evidenzia che la riduzione dei ricorsi pervenuti in CTP nel triennio 2012-2014 è da attribuire in massima parte al minor numero delle controversie instaurate dalle persone fisiche, come da attribuire quasi esclusivamente alle persone fisiche è l’aumento degli appelli pervenuti in CTR.
SI registra un aumento degli appelli presentati complessivamente nelle CTR nel triennio 2012–2014 (4.694 appelli, +8,45%); l’incremento risulta continuo negli anni per gli appelli presentati dai contribuenti avverso le sentenze di primo grado, mentre l’andamento degli appelli proposti dagli uffici vede, rispetto al 2012, un calo nel 2013 ed un aumento nel 2014.
Tipologia di tributi
La quota principale è rappresentata dalle controversie che riguardano l’IRPEF (circa il 22% del totale dei ricorsi/appelli pervenuti nell’anno), seguite da quelle che riguardano i tributi locali sulle proprietà immobiliari (24.322), l’IRAP (24.094) e le ipotecarie e catastali (23.063), che si attestano tutti intorno al 10% del totale.
Valore della controversia
Il valore complessivo dei ricorsi presentati nel 2014 nei due gradi di giudizio è di poco superiore a 30 miliardi di euro. Nel dettaglio del singolo grado di giudizio, circa il 70% del totale dei ricorsi pervenuti alle CTP riguardano controversie con valore inferiore o uguale a 20.000 euro, mentre solo l’1,4% dei ricorsi totali riguarda controversie di valore superiore a 1 milione di euro. Nel rapporto si evidenzia che tuttavia, a fronte di tale modesto valore percentuale, queste ultime rappresentano circa il 68% del valore complessivo del contenzioso in entrata (per un totale di 11,8 miliardi di euro), percentuale che è stata pari a circa il 75% nel 2013 e a circa il 74% nel 2012. Dall’esame dell’andamento del valore dei ricorsi del triennio 2012–2014 risulta un calo di circa 7 miliardi di euro rispetto al biennio precedente, concentrato nello scaglione di oltre 1 milione di euro.
La flessione dei ricorsi con valore inferiore o uguale a 20.000 euro presentati presso le CTP nel triennio in questione è in gran parte spiegata dal calo dei ricorsi presentati contro gli uffici delle Entrate (da 70.229 a 47.502) ed Equitalia (da 24.690 a 21.769), correlabile all’entrata in vigore dell’istituto del reclamo/mediazione.
Risultano invece in controtendenza e con un andamento oscillante i ricorsi presentati in materia catastale: i ricorsi relativi agli Uffici del Territorio, infatti, sono stati 5.181 nel 2012, 10.985 nel 2013 e 7.506 nel 2014.
Per quanto riguarda i ricorsi con valore compreso tra 20.000 e 1 milione di euro, la diminuzione è dovuta quasi esclusivamente alle minori controversie relative agli uffici delle Entrate (da 38.846 a 34.046), che rappresentano circa l’80% del totale in questo scaglione. Lo stesso dicasi per il calo registrato nello scaglione di valore superiore a 1 milione di euro, dove le liti relative agli uffici delle Entrate, che rappresentano circa l’87%, scendono da 2.766 nel 2012 a 2.229 nel 2014.
Tra gli appelli pervenuti alle CTR, circa il 54% hanno ad oggetto controversie con valore inferiore o uguale a 20.000 euro (per un totale di quasi 0,2 miliardi di euro), mentre il 2,5% degli appelli totali riguarda controversie di valore superiore a 1 milione di euro. Anche in questo caso, a fronte di un modesto valore percentuale, queste controversie rappresentano circa il 78% del valore complessivo del contenzioso in entrata in termini monetari (per un totale di 10 miliardi di euro).
Le controversie definite
L’andamento del numero di controversie definite nel periodo in esame mostra una connessione con il numero di giudici tributari in servizio. Infatti, le controversie decise nel 2014 sono state 302.127, in calo rispetto al 2013 (-1,57%) e al 2012 (-1,18%); il numero dei giudici tributari registra una flessione rispetto al 2013 (-7,58%) e un aumento del 4,81% rispetto al 2012.
Complessivamente, il 65,43% delle controversie definite nel 2014 riguarda ricorsi e appelli presentati nel periodo 2012–2014. In particolare, in primo grado tale valore scende a 63,95%, mentre in secondo grado sale al 72,21%. L’anzianità media, ossia il rapporto tra la somma dei giorni trascorsi fra la data di presentazione e di definizione della controversia e il numero delle controversie definite nel corso dell’anno, è pari a circa 2 anni e 7 mesi, come media complessiva nei due gradi di giudizio.
Analizzando gli esiti per tipologia di tributo e per grado di giudizio si desume che in primo grado le percentuali maggiori di esito pienamente favorevole all’ufficio sono state registrate dai tributi doganali (56,02%), sullo smaltimento dei rifiuti (49,16%) e dagli altri tributi erariali (bollo, giochi e lotterie, successioni e donazioni, 49,16%). Le percentuali maggiori di esito pienamente favorevole al contribuente sono state registrate dagli altri tributi locali (diritti camerali, Iciap, contributi consortili e di bonifica, 52,69%), da Cosap/Tosap (45,24%) e dalle imposte ipotecarie e catastali (43,38%). La conciliazione non raggiunge l’1% degli esiti prodotti nel corso del 2014 in linea con le percentuali del biennio precedente (0,78% nel 2012 e 0,98% nel 2013).
Nel secondo grado di giudizio le percentuali maggiori di esito pienamente favorevole all’ufficio sono state registrate dai tributi e tasse automobilistiche (61,96%), dalle imposte sulla pubblicità (59,44%) e dagli altri tributi locali (55,64%). Le percentuali maggiori di esito pienamente favorevole al contribuente sono state registrate dalle imposte di registro (49,05%), IRES/IRPEG (43,71%) e IVA (41,88%). Il confronto per natura giuridica dei ricorrenti mostra che, in entrambi i gradi di giudizio, il 2014 ha registrato un calo, rispetto al biennio precedente, del numero di decisioni riguardanti le cause instaurate da persone fisiche. L’esito di primo grado risultato favorevole all’ufficio è stato confermato, negli appelli definiti nel 2014, nel 61,5% dei casi, mentre è risultato favorevole al contribuente, ribaltando quindi il giudizio, nel 24,4% dei casi. Ancora, l’esito di primo grado risultato favorevole al contribuente è stato confermato nel 54,1% dei casi, mentre è risultato favorevole all’ufficio nel 33% dei casi.
Riguardo all’attribuzione delle spese del giudizio nel 2014, in primo grado risultano essere compensate nel 74,95% dei casi, a carico del contribuente nel 15,58% e a carico dell’ufficio nel restante 9,47%: in appello tali valori risultano rispettivamente pari a 70,20%, 19,28% e 10,52%.
L’analisi dell’andamento del triennio 2012–2014 segnala, nel primo grado di giudizio, una notevole riduzione delle decisioni con compensazione delle spese che, in termini percentuali, scendono dall’82,34% nel 2012, al 74,95% nel 2014. Si registra, invece, un deciso aumento delle attribuzioni delle spese a carico del contribuente, che passano dal 10,57% nel 2012 al 15,58% nel 2014 e un meno importante aumento delle spese attribuite a carico dell’ufficio (dal 7,09% nel 2012 al 9,47% nel 2014).
Analoga la situazione riscontrata nel secondo grado di giudizio: le decisioni con spese compensate scendono dal 78,63% nel 2012 al 70,20% nel 2014, mentre salgono quelle con spese a carico del contribuente (dal 13,93% nel 2012 al 19,28% nel 2014) e quelle a carico dell’ufficio (dal 7,44% nel 2012 al 10,52% nel 2014).
Commissione Tributaria Centrale e Corte di Cassazione
Nel 2014 la Commissione Tributaria Centrale, il cui termine ultimo per l’esaurimento delle attività giurisdizionali è stato fissato al 31 dicembre 2014 dal D.L. n. 150/2013, convertito dalla legge n. 15/2014, ha definito nel complesso 13.331 controversie, riducendo così il numero delle liti pendenti dalle 13.572 di inizio anno alle 284 di fine anno.
Secondo i dati forniti dall’ufficio statistico della Corte di Cassazione, per il 2014, analizzando la provenienza delle sentenze emesse dalle CTR oggetto di impugnazione in Cassazione, quelle che presentano un numero maggiore di iscrizioni sono: Lombardia, Campania e Lazio, che insieme rappresentano il 48,94% del totale degli iscritti. In termini economici la sola Lombardia rappresenta il 48,61% del valore totale.
Per lo stesso anno, analizzando la provenienza delle sentenze emesse dalle CTR oggetto di definizione in Cassazione, quelle che presentano un numero maggiore di definiti sono Campania, Lazio e Lombardia, che insieme rappresentano il 47,42% del totale dei definiti. In termini economici la Lombardia rappresenta il 19,16% del valore totale, seguita da Lazio (16,45%), Emilia Romagna (11,61%) e Sicilia (10,64%).
Analizzando i soli dati della CTR come autorità di provenienza delle sentenze impugnate in Cassazione, nel 2014 il 72,71% dei ricorsi accolti è stato proposto dagli enti impositori, mentre il rimanente 27,29% è stato proposto dal contribuente; il 44,76% dei ricorsi rigettati è stato proposto dagli enti impositori, mentre il restante 55,24% è stato proposto dal contribuente.
In relazione ai singoli enti impositori, risultano accolti il 62,59% dei ricorsi proposti dall’Agenzia delle Entrate e del Territorio, il 58,41% dei ricorsi proposti dagli Enti territoriali e l’81,13% di quelli proposti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Infine, il 48,66% dei ricorsi proposti dai contribuenti nei confronti dei diversi enti impositori risultano rigettati, mentre ne sono stati accolti il 35,91%.