EUROPA

Diminuisce la ricchezza nella zona euro

Quella pubblicata a fine anno è la prima indagine della Banca centrale europea sui bilanci delle famiglie dell’Eurozona e costituisce il primo studio che analizza un elemento alquanto complesso da inquadrare, la ricchezza.

Il rapporto della Bce, realizzato con la collaborazione di 15 banche centrali (tra le quali la Banca d’Italia), e riguardante il reddito di 84.000 famiglie in 18 Paesi dell’Eurozona, ha evidenziato che la concentrazione della ricchezza tra le famiglie più facoltose è aumentata dalla crisi del debito, anche se i livelli di ricchezza netta sono calati per la diminuzione del valore delle attività, in particolare per i prezzi immobiliari più bassi: nel 2014, nei cinque Paesi con le economie più importanti della zona euro, il 5% delle famiglie possedeva il 37,8% della ricchezza netta (era il 37,2% nel 2010). Il rapporto, che analizza il quinquennio 2010-2014, registra una diminuzione della ricchezza delle famiglie europee del 10%, causato principalmente della svalutazione degli immobili dovuta alla crisi, e rileva un aumento delle diseguaglianze; il 10% delle famiglie possiede oltre la metà della ricchezza complessiva.

La ricchezza media di una famiglia, evidenzia l’indagine, è scesa di circa il 10% e contemporaneamente sono calati i prezzi degli immobili, con la prolungata crisi del debito che ha acuito le disuguaglianze in paesi “periferici” come Italia, Spagna, Grecia e Portogallo, mentre in quelli al centro il recupero è stato più rapido.

Inoltre, i nuclei familiari risultano molto diversi fra loro: ecco, allora, che in Germania e in Austria ci sono le famiglie più giovani ma nel 40% dei casi composte da una sola persona, mentre quelle italiane sono le più anziane ma anche fra le più numerose, ma le differenze riguardano – ovviamente – anche i redditi percepiti, gli investimenti fatti, i mutui stipulati, ecc.

Dai dati contenuti in questa prima indagine europea sui bilanci delle famiglie, emergono situazioni apparentemente contraddittorie e anche paradossali. Ad esempio, nella graduatoria dei 15 Paesi dell’Eurozona, per quanto riguarda il reddito e la percentuale di povertà, l’Italia si pone sul gradino numero nove, con quest’ultima che è superiore alla media e tra le più alte in assoluto, tant’è che una famiglia su sei risulta povera. Ciononostante, però, due fattori come il basso indebitamento e la ricchezza messa da parte nel passato, le pongono nelle posizioni di testa della classifica.

Nella immancabile comparazione con la Germania i numeri dicono che guadagniamo di meno, è vero, il divario fra i redditi è di quasi 10.000 euro, ma siamo meno indebitati e risultiamo più ricchi, e lo stesso vale per la Francia (anche i redditi dei nostri cugini d’Oltralpe sono più alti). Eppure, mentre in Italia la percentuale dei poveri è del 16,5%, nell’area euro è del 13%: in Francia la quota è dell’8,9%, in Germania del 13,4%. Dunque, da noi le famiglie sono povere ma non indebitate.

Tante case e pochi mutui

Ora, con la consapevolezza che parlando di numeri spesso si cita uno studio di tanti anni fa, secondo il quale “statisticamente” in ogni famiglia si mangiava un pollo a settimana, quando poi c’era quella che ne mangiava magari quattro e quella che ne metteva in tavola uno in un mese. Secondo l’analisi della Bce un nucleo familiare tipo in Italia può contare, in media, su un patrimonio di 275.200 euro, costituito soprattutto da immobili, ma anche liquidi, titoli e depositi; la media europea è di 230.800 euro e per una famiglia tipo tedesca è di 195.200 euro.

Anche a livello personale i dati “confermano” che gli italiani possono contare su una ricchezza pro capite di 108.700 euro, rispetto a una media di 99.400 euro nell’Eurozona e di 95.500 in Germania: nella ricchezza totale delle nostre famiglie, però, il 67,6% è costituito dalla prima casa, che per le famiglie tedesche è del 52%.

I nostri nuclei familiari risultano in testa, in Europa, per le case di proprietà, visto che ne possiede una il 69% del totale, ma sono anche quelle meno appesantite dai mutui: ne ha sottoscritto uno appena l’11% del totale, la percentuale più bassa dell’Eurozona, che registra una media del 23,1%, seconda solo al 10% delle famiglie slovacche. Questo dato – anch’esso apparentemente contraddittorio – si spiega con i risparmi ammonticchiati prima della crisi e con il sostegno che da sempre, in Italia, la famiglia fornisce al figlio/figlia che mette su famiglia, rappresentato generalmente da una seconda abitazione o dall’anticipo per l’acquisto. Il valore medio europeo dell’indebitamento per un mutuo è di 68.400 euro, in Italia è di 75.000 euro, in Olanda si arriva a 131.000 euro.

Con il reddito siamo indietro

Il discorso cambia se si prende in considerazione il reddito medio, quello su cui una famiglia può effettivamente contare per il proprio sostentamento. E allora, i 34.344 euro annui della famiglia media italiana sono al di sotto della media europea di 37.843 euro, della famiglia francese (36.918 euro) e distanti dai 43.531 euro della Germania, un po’ al di sopra della Spagna (31.329 euro).

E le cose potrebbero essere ancora più “pesanti”, considerato che i dati analizzati dalla Bce si riferiscono al 2010 per l’Italia, al 2011 per la Germania e al 2008 per la Spagna, e che dal 2010 si è avuto un calo di valore degli immobili e della capacità di risparmiare delle nostre famiglie, mentre in Germania l’economia è migliorata. Fonte: Il Sole 24 Ore

 

FOTO SIMBOLICA SULLA CRISI ECONOMICA, PERSONA MOSTRA IL PORTAFOGLIO VUOTO (ALBERTO CATTANEO, MILANO - 2013-11-08) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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