ECONOMIA FISCALITA

Dagli studi di settore agli indici di affidabilità

Dopo anni in cui ci siamo sentiti dire quanto importanti, utili, affidabili e indispensabili fossero gli studi settore – lo strumento statistico utilizzato per calcolare i ricavi e i compensi di oltre 3,5 milioni di lavoratori autonomi, imprese e professionisti – finalmente vengono “dichiarati” (e considerati) superati e non in linea con la realtà economica. La Legge di stabilità 2017 (e una nota del Ministero dell’Economia) ha dichiarato decaduto e superato l’ex migliore strumento di accertamento del Fisco, oggetto da sempre di pesanti critiche.

Con l’approvazione definitiva del disegno di legge di conversione del Dl n. 193/2016, è ufficiale l’abolizione, a partire dal 31 dicembre 2017, degli studi di settore, in sostituzione dei quali vengono introdotti, con gradualità, degli indici sintetici di affidabilità fiscale per delineare il profilo e il grado di affidabilità del contribuente, collegati con livelli di premialità per i contribuenti più affidabili, che potranno così accedere ai vantaggi del sistema premiale che prevede, tra l’altro, un percorso accelerato per i rimborsi fiscali, la riduzione dei tempi e l’esclusione da alcuni tipi di accertamenti.

Il tutto per stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari e il rafforzamento della collaborazione tra l’Amministrazione finanziaria e contribuenti.

La proposta è stata elaborata e messa a punto da Agenzia delle Entrate e Sose.

L’indice di affidabilità fiscale – il cosiddetto indicatore di compliance – è un dato sintetico che su scala da uno a dieci assegna il grado di affidabilità del contribuente, che se raggiunge un livello elevato beneficerà del sistema premiale che prevede l’esclusione da alcuni tipi di accertamento e una riduzione del periodo di accertabilità: in pratica, una sorta di “pagella” del contribuente.

L’indicatore di compliance sarà calcolato in base all’attività economica svolta in maniera prevalente e quindi cala il sipario sul calcolo statistico uguale per tutte le attività: ognuna sarà calcolata in base a specifici indicatori.

Il nuovo indicatore, organizzato in base all’attività economica svolta in maniera prevalente e con la previsione di particolari caratteristiche per ogni attività o gruppo di attività, si basa su una metodologia statistico-economica innovativa che tiene conto di diversi parametri, tra i quali:

  • gli indicatori di normalità economica, utilizzati finora per la stima dei ricavi, che diventeranno indicatori per il calcolo del livello di affidabilità;
  • il valore aggiunto e il reddito d’impresa;
  • il modello di regressione terrà conto dei dati panel di 8 anni (invece di 1), quindi un periodo più ampio con più informazioni e stime più efficienti;
  • una nuova metodologia di individuazione dei modelli organizzativi;
  • una riduzione delle informazioni presenti nel modello dati, che risulta semplificato.

L’Agenzia delle Entrate comunicherà il risultato dell’indicatore sintetico e le sue diverse componenti, comprese quelle che appaiono incoerenti, al contribuente, che sarà così incentivato ad ampliare l’adempimento spontaneo e stimolato a dialogare con l’Agenzia al fine di migliorare la sua posizione rispetto all’affidabilità.

Lavoratori autonomi, imprenditori e professionisti potranno pagare le imposte effettivamente dovute in base all’andamento economico della propria attività, e si tratta di una novità importante, se si pensa a quanti contribuenti sceglievano (tra molte virgolette) di dichiarare più di quanto realmente fatturato solo per evitare di pagare multe e subire accertamenti dall’Agenzia delle Entrate.

 

I limiti degli studi

Lo strumento di accertamento presuntivo mandato in soffitta è stato introdotto nel lontano 1993 – Dl n. 331/1993, convertito con modificazioni dalla legge n. 427/1993 – con l’obiettivo dichiarato di contrastare e fare quindi emergere l’evasione fiscale: il rapporto tra il reddito dichiarato e quello stimato statisticamente per il cluster di riferimento, si pensava di riuscire a individuare le anomalie nelle dichiarazioni. Ma, a parte le criticità sempre evidenziate dalle associazioni di categoria e dai professionisti del settore, riferite all’applicazione di un parametro singolo per imprese di fatturato e dimensioni diverse, ci si è poi trovati a vivere un lungo periodo di crisi economica nel quale diventava ancora più difficile distinguere una situazione di reale difficoltà del contribuente da una presunta evasione fiscale.

Era diventata ormi non più rinviabile l’esigenza di scavalcare un meccanismo considerato sorpassato, non in grado di rappresentare in maniera veritiera la realtà produttiva ed economica dei singoli contribuenti. Le stime dei ricavi apparivano troppo rigide e i ricavi risultanti dall’applicazione degli studi spesso non fotografavano la situazione economica dell’attività in questione e, infine, la crisi economica ha vanificato l’introduzione dei correttivi anticrisi introdotti negli ultimi anni.

 

Segnalazioni online

In attesa dell’entrata in vigore delle novità, dai primi di dicembre è disponibile online, tra i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, il software “Segnalazioni 2016”, per comunicare al Fisco eventuali motivi di anomalie e/o incongruenze con gli studi di settore e correggere subito gli errori con sanzioni ridotte. Gli utenti possono così comunicare con l’Amministrazione finanziaria e fornire elementi e fatti sconosciuti che motivano situazioni di non congruità, non normalità o non coerenza emerse dall’applicazione degli studi per il periodo d’imposta 2015. Il software permette inoltre di indicare eventuali motivi che hanno determinato l’inapplicabilità e l’esclusione dagli studi, come indicato in dichiarazione.

E’ stata inoltre ritenuta valida la metodologia di elaborazione dei seguenti interventi finalizzati a traslare negli studi di settore la particolare congiuntura economica in corso (gli stessi già previsti per il periodo d’imposta 2015):

  • interventi relativi all’analisi di normalità economica;
  • correttivi congiunturali di settore;
  • correttivi congiunturali territoriali;
  • correttivi congiunturali individuali.

Hanno ottenuto parere favorevole gli aggiornamenti delle diverse territorialità utilizzate per i nuovi studi che dovrebbero andare in evoluzione nel 2016 e riguardo alle evoluzioni 2016 sono stati approvati: 18 studi del comparto del commercio; 7 studi del comparto dei professionisti; 20 studi del comparto delle manifatture; 12 studi del comparto dei servizi.

E’ stata infine prevista la non utilizzabilità degli studi ai fini dell’accertamento per i contribuenti minimi e per i soggetti che fuoriescono dal regime forfettario.

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